In questi giorni in cui è tornata di stretta attualità la tensione altissima tra Israele e Iran, gli analisti sprecano fiumi di inchiostro per disegnare scenari, per ipotizzare conseguenze e per schierarsi dalla parte degli interventisti o, al contrario, da quella degli attendisti.
Personalmente però penso che in tutto questo susseguirsi di analisi e opinioni venga dimenticata quella che è la cosa più importante e cioè che Israele non ha scelta. A prescindere da quelle che potranno essere le conseguenze di un suo attacco alle centrali nucleari iraniane, che saranno certamente sanguinose, Israele è costretta ad attaccare per impedire a Teheran di avere un arsenale nucleare perché in ballo non c’è l’egemonia regionale o il controllo di fonti energetiche, in ballo c’è la stessa esistenza dello Stato Ebraico di Israele.
Il Ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, in una intervista di qualche giorno fa pubblicata dal New York Times (ne abbiamo parlato qui) metteva al primo punto delle ragioni di un intervento militare contro l’Iran il fatto che per Teheran la distruzione di Israele fosse un obbiettivo strategico e non una semplice minaccia, obbiettivo che tra l’altro è stato ribadito proprio ieri dal Grande Ayatollah, Ali Khamenei. Ora, se le parole di un “grande leader spirituale” qual è Khamenei valgono qualcosa è chiaro che Israele non si trova di fronte una minaccia qualsiasi ma deve affrontare una vera e propria minaccia esistenziale.
E poi va fatta una ulteriore considerazione che troppo spesso gli analisti, impegnati come sono in tutt’altro, dimenticano, e cioè che la minaccia iraniana diventa più reale ogni giorno che passa. Gli esperti del Mossad hanno detto che gli iraniani dispongono già di un quantitativo di uranio altamente arricchito sufficiente per la costruzione di almeno quattro ordigni nucleari, mentre quelli della CIA hanno parlato di 12 mesi prima che Teheran possa costruire un ordigno, ma se mi si consente mi fido molto più del Mossad che della CIA.
E’ sempre brutto parlare di guerra e gli israeliani lo sanno molto meglio di chiunque altro al mondo visto che da quando è nato lo Stato Ebraico è sempre stato continuamente sotto attacco, ma mai come ora l’esistenza di Israele è stata così in pericolo. Gli israeliani sanno benissimo che se attaccano l’Iran dovranno pagare un alto prezzo in termini di vite umane e che probabilmente inizieranno a piovere missili da ogni dove sulle loro teste, ma sanno anche benissimo che l’alternativa è lo sterminio.
E allora mi chiedo cosa abbia fatto il mondo per impedire che si arrivasse a questo punto, cosa ha fatto il mondo per impedire che quell’obbiettivo strategico iraniano di cancellare Israele diventasse realtà. Se oggi siamo a un passo da un conflitto che sarà durissimo la colpa non è di Israele ma di coloro che hanno chiuso gli occhi di fronte alla volontà assassina di Teheran, gli stessi che oggi vorrebbero continuare a tergiversare. Israele non ha scelta. Deve attaccare l’Iran se vuole sopravvivere. E’ una questione di vita o di morte.
Miriam Bolaffi