Il 14 marzo la UNRWA (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East) e la UNDP (United Nations Development Programme) hanno siglato un accordo che permette alla UNRWA di sfruttare una generosa donazione del Fondo Saudita per lo Sviluppo (Saudi Fund for Development) pari a 17 milioni di dollari (per la precisione 17.091.744 $) destinato alla ricostruzione di Gaza.
L’accordo serve a mettere a disposizione della UNRWA la somma donata dall’Arabia Saudita a copertura di un progetto che prevede la ricostruzione di 281 case distrutte durante il conflitto con Israele del 2014 ed è stato siglato con una cerimonia che si è tenuta a Gaza dal responsabile per la Striscia di Gaza della UNRWA, Bo Schack, e dal rappresentante speciale della UNDP per la Cisgiordania e Gaza, Roberto Valent. Con una modifica al protocollo di intesa tra la UNRWA e la UNDP si mettono a disposizione dell’agenzia per i palestinesi i denari sauditi a condizione che tutte le operazioni avvengano sotto il monitoraggio della UNDP attraverso il progetto di monitoraggio e coordinamento nella Striscia di Gaza (Access Coordination and Monitoring in the Gaza Strip) che in teoria dovrebbe monitorare e controllare che sia i fondi che il materiale vadano esclusivamente per il progetto per cui sono stati donati.
Ora, a parte che il progetto della UNDP esiste già dal 2010 ed è stato rafforzato nel 2014 subito dopo il conflitto e non è mai riuscito a impedire ad Hamas di appropriarsi del denaro e dei materiali (soprattutto il cemento armato) destinati alla ricostruzione di Gaza. Cosa ci fa pensare che questa volta sia diverso? Poi, sinceramente, non ci rassicura il fatto che, secondo testimoni, alla cerimonia fossero presenti diversi rappresentanti di Hamas. Ufficialmente sarà la UNRWA a gestire il progetto con la supervisione e la consulenza della UNDP, ma la UNRWA è stracolma di rappresentanti di Hamas e i fatti dimostrano che la UNDP non è mai stata in grado di impedire che Hamas si appropriasse di denaro e materiali che poi utilizza per i tunnel e per l’acquisto di armi. Cosa cambia allora oltre al fatto che essendo Hamas per l’Arabia Saudita una entità al soldo dell’Iran,il Saudi Fund for Development non avrebbe mai dato quei milioni di dollari alla UNRWA?
L’accordo tra UNRWA e UNDP assomiglia tanto un escamotage per bypassare le condizioni poste dai sauditi per elargire quei fondi e non vorremmo che quei soldi facessero la fine degli altri che li hanno preceduti i quali non sono andati per la ricostruzione di Gaza ma per la costruzione di tunnel.
Invitiamo pertanto la UNDP e in particolare il sig. Roberto Valent a pubblicare periodicamente dei dettagliati resoconti sia su come procedono i lavori che su come vengono utilizzati i fondi sauditi. Solo di recente e dopo fortissime pressioni abbiamo visto qualche passo avanti da parte delle organizzazioni ONU nel pubblicare liste di donatori e alcuni dati sui loro progetti, ma ancora è troppo poco soprattutto per quanto riguarda la rendicontazione dei progetti a cui non abbiamo accesso (ammesso che esista).