Dall’Italia 2,25 milioni alla UNRWA. Tutto senza chiedere nulla?

Elargire fondi alla UNRWA senza che la stessa dettagli come spende quei fondi è da sempre il tallone d’Achille di questa pseudo beneficenza, ma se lo fa l’Italia con tutti i problemi economici che sta attraversando allora ci si avvicina al paradosso.

Il 7 febbraio la UNRWA ha reso noto che l’Italia, attraverso la Cooperazione allo Sviluppo, ha donato alla agenzia dell’Onu per i palestinesi la somma di 2,25 milioni di euro con lo scopo di supportare le operazioni della UNRWA in Siria.

Sarebbe facile fare retorica sul fatto che nel momento di profonda crisi in cui si trova l’Italia quel denaro sarebbe potuto andare ai terremotati, ma non faremo una cosa del genere anche se questa cosa fa onestamente molta rabbia. Ci limiteremo a chiedere all’Agenzia per la Cooperazione e lo Sviluppo quali garanzie abbia fornito la UNRWA sull’utilizzo di quei fondi, cioè quali garanzie sono state fornite (se sono state fornite) che quei fondi non vadano in tasca ad Hamas o ad altre organizzazioni palestinesi che li useranno per fomentare odio e violenza. Purtroppo non ci si può accontentare delle sole promesse verbali come si è fatto fino ad oggi. Chi è che controlla l’effettiva destinazione finale di quel denaro? Chi controlla che non vengano fatte discriminazioni con gli altri rifugiati siriani? Esiste per la UNRWA l’obbligo di rendicontare nel dettaglio l’uso fatto di quelle somme?

In situazioni diverse, cioè con la donazione di importanti somme di denaro ad altre agenzie il problema non si porrebbe, ma la UNRWA non è una agenzia qualsiasi. Da quando è nata ha lavorato solo per far crescere il numero dei cosiddetti “rifugiati palestinesi” invece di cercare di diminuirli come sarebbe logico fare e come fa la sorella UNHCR, il tutto applicando un sistema illegale studiato ad hoc per i palestinesi il quale prevede, caso unico al mondo, che lo status di profugo passi di padre in figlio.

Per questo chiederemo delucidazioni al Governo italiano e nello specifico alla Cooperazione e Sviluppo (AICS) in merito alle basi per le quali il Governo italiano ha donato una somma così importante e se la destinazione d’uso viene controllata da qualcuno oppure se sono fondi a pioggia donati a una organizzazione che secondo noi è illegale e che va chiusa. Chiederemo di vigilare affinché tali somme non finiscano in mano a gruppi terroristici o no vadano a finanziare il sistema di incitamento all’odio più volte visto nelle scuole della UNRWA.