Iran: attacco imminente

Se lo dice anche il Segretario alla Difesa americano c’è da credersi. Secondo Leon Panetta l’attacco agli impianti nucleari iraniani da parte di Israele sarebbe “imminente”, comunque entro marzo/aprile. A riportare la notizia è il prestigioso Washington Post  che pubblica una intervista al Segretario alla Difesa americano.

Nell’intervista Panetta afferma anche che l’Amministrazione americana è contraria ad un attacco in tempi brevi ma ammette anche che le preoccupazioni israeliane sono concrete e che, come ha detto qualche giorno fa il Ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, il rischio che l’Iran arrivi al “punto di non ritorno” è molto concreto.

Ed è proprio sul famoso “punto di non ritorno” che si basa la strategia israeliana: Barak dice che “rimandare ulteriormente l’attacco alle centrali atomiche iraniane potrebbe voler dire arrivare troppo tardi”, cioè attaccare quando Teheran avrà testato il suo primo ordigno nucleare. Secondo il Mossad gli iraniani hanno già accumulato abbastanza uranio altamente arricchito da poter costruire quattro ordigni.

E sono proprio le mosse del Mossad e di alcuni negoziatori di primo piano che ci dicono che effettivamente l’attacco all’Iran potrebbe essere imminente. In questi giorni i negoziatori israeliani stanno battendo tutte le piste che possano permettere ai caccia israeliani di attaccare l’Iran senza rischiare di rimanere a secco in territorio nemico e soprattutto senza sorvolare nazioni che non darebbero mai il permesso di sorvolo (la Turchia per esempio). Torna quindi di stretta attualità la notizia che l’Arabia Saudita avrebbe concesso un corridoio agli aerei israeliani per poter andare a bombardare gli impianti iraniani. La stessa cosa sarebbe stata decisa la settimana scorsa dalla Giordania dopo lunghi negoziati. Il sorvolo di Giordania e Arabia Saudita permetterebbe agli aerei israeliani di arrivare direttamente sull’Iran risparmiando migliaia di Km e di rifornirsi più volte in volo. E poi c’è l’Azerbaijan che avrebbe concesso alcune basi ai caccia con la Stella di David. Unità speciali del Mossad sarebbero da mesi in Kurdistan e in Azerbaijan pronte a sabotare i sistemi di lancio dei missili a lunga gittata iraniani, il tutto con l’aiuto di gruppi di opposizione al regime. Due sottomarini israeliani (uno di classe Dolphin e l’altro di classe Tkuma) sarebbero dal giugno scorso nel Golfo Persico pronti a colpire le basi dei Pasdaran e i sistemi missilistici iraniani. Altre mosse, di cui parleremo nei dettagli nei prossimi giorni, sono volte a prevenire un attacco di ritorsione degli Hezbollah libanesi e di Hamas.

E’ palese quindi che Israele si sta preparando ad attaccare le centrali nucleari iraniane. Le parole di Leon Panetta sono quindi solo una conferma di quanto si sapeva già e anche se, ufficialmente, l’Amministrazione americana si dice contraria, è quasi impossibile non constatare che il rischio di un Iran nucleare non possa più essere sottovalutato e che affidarsi solo alle sanzioni significa probabilmente consentire agli iraniani di arrivare al “punto di non ritorno”.

Pochi giorni fa le parole del Ministro della Difesa israeliano al New York Times, ieri quelle di Panetta al Washington Post, sembra proprio che USA e Israele stiano preparando il mondo a quello che sempre più appare inevitabile: l’attacco all’Iran.

Sarah F.