E’ stato un colpo al cuore più che una vera e propria sorpresa. Se il progetto etiope di cui si è venuti a conoscenza negli ultimi giorni andasse a buona fine, il Nilo e tutta l’economia che ruota attorno ad esso in Sudan e in Egitto potrebbero venire messi duramente alla prova e potrebbero subire contraccolpi talmente gravi da mettere a rischio milioni di persone.
Il Progetto segreto – Si chiama Grand Ethiopian Renaissance Dam (diga del grande rinascimento etiope) e di ambizioso non ha solo il nome. Si tratta di un progetto per la costruzione di una immensa diga sul Nilo Azzurro, 40 Km a monte del confine tra Etiopia e Sudan, che nelle previsioni dovrebbe produrre un bacino di dimensioni impressionanti, 63 miliardi di metri cubi. Il progetto fa impallidire persino quello di Gibe III, la grande diga sul lago Turkana che tante polemiche ha sollevato.
Tutto il progetto è sconcertante. Il bacino alimenterà una centrale idroelettrica in grado di produrre il doppio di quella situata sulla diga di Assuan, ma per fare questo comprometterà inesorabilmente l’intera portata del Nilo in Sudan e, soprattutto, in Egitto. La diga costerà 4,8 miliardi di dollari e la sua costruzione è stata affidata ad una ditta italiana, la Salini Costruttori, la stessa impegnata nella costruzione di Gibe III. Gli esperti prevedono che per riempire il bacino ci vorranno dai tre ai cinque anni periodo nel quale la portata del Nilo sarà notevolmente ridotta in Sudan e in Egitto con gravissime conseguenze per le attività ad esso collegate. Non solo, una volta ultimato il riempimento la diga tratterrà gran parte del limo che è il materiale che rende fertili le terre intorno al grande fiume africano con conseguenze disastrose sull’agricoltura.
Il progetto è stato tenuto segreto fino a pochi giorni fa quando l’inizio dei lavori ha portato alla luce questo aberrante disegno che rischia seriamente di innescare non solo un problema ecologico e sociale immenso, ma persino un conflitto armato tra Egitto e Sudan da una parte ed Etiopia dall’altro dato che viola palesemente gli accordi sulla gestione delle acque del Nilo.
Ma non ci sono solo rischi ambientali e sociali. Secondo gli esperti la diga sorgerà proprio sulla faglia di Great Rift Valley, una zolla tettonica ad altissimo rischi di terremoti di enormi dimensioni (c’è chi dice che potrebbe tagliare in due il continente africano), il che rende la diga un potenziale pericolo per tutta la popolazione a valle, cioè milioni e milioni di persone.
Le reazioni internazionali – Non si sono fatte attendere le reazioni internazionali a questo progetto etiope. Il Sudan e l’Egitto hanno deciso di incontrarsi nel prossimo fine settimana per decidere la linea comune da seguire e non si esclude nessuna opzione. I donatori internazionali hanno già diffidato il Governo etiope dal continuare in questo disastroso progetto mentre l’Unione Europea sta decidendo se congelare o meno i progetti di sviluppo in Etiopia. Tuttavia da Addis Abeba fanno sapere che ormai la decisione è presa e l’Etiopia andrà avanti nel progetto.