Ci risiamo. Come sempre quando si avvicina a grandi passi una azione militare israeliana sulla Striscia di Gaza i servizi segreti egiziani tirano fuori dal cilindro una tregua che mette al sicuro i terroristi e lascia il sud di Israele sotto la spada di Damocle dei “missili di Allah”.
Ad annunciare una tregua tra Israele e il duo Hamas- Jihad Islamica, sono questa mattina diversi media arabi e israeliani i quali citano fonti dei servizi segreti egiziani i quali, intuendo che Israele stava decidendo per un intervento armato massiccio nella Striscia di Gaza, si sono precipitati a mettere un freno ai due gruppi terroristici che solo nelle ultime 24 ore hanno lanciato su Israele qualcosa come 100 missili.
Secondo le fonti egiziane riprese dai media, Israele avrebbe accettato il cessate il fuoco, così come Hamas. Discordanti le informazione su quello che farà la Jihad Islamica. Un portavoce del gruppo terrorista ha detto che “non è stato accettato alcun cessate il fuoco” mentre un media arabo vicino alla dirigenza della Jihad Islamica ha fatto sapere che la tregua è stata effettivamente accettata.
In queste ore è in arrivo anche l’inviato speciale delle Nazioni Unite per il Medio Oriente, Robert Serry, con un mandato del Consiglio di Sicurezza a mediare una tregua permanente tra Israele e Hamas. I suoi sforzi sarebbero coadiuvati anche dall’ambasciatore egiziano presso l’Autorità Nazionale Palestinese, Yasser Othman.
Fino a qui la scarna cronaca dei fatti. Ora la domanda è una sola: cosa risolverà questo ennesimo cessate il fuoco ammesso e non concesso che gli arabi lo rispettino (non lo fanno quasi mai)? Fino ad oggi a ogni “cessate il fuoco” è seguito un brevissimo periodo di pausa nel lancio dei missili da Gaza su Israele, lancio che poi è ripreso massiccio pochi giorni dopo. Per quale ragione si dovrebbe pensare che questa volta sia diverso?
E poi c’è un’altra domanda alla quale a Gerusalemme non si possono sottrarre: può permettersi Israele di lasciare che tutta la sua parte sud, che conta 1,5 milioni di abitanti, rimanga sotto la costante minaccia dei terroristi che hanno preso casa nella Striscia di Gaza?
Noi riteniamo che questo non sia possibile e che sia arrivato il momento di affrontare definitivamente la questione di Hamas e della Striscia di Gaza. Le questioni sono due: o la Striscia di Gaza, come da più parti ventilato, passa sotto controllo egiziano con annessi e connessi anche in termini di responsabilità, oppure Israele se la dovrà riprendere e annientare in maniera definitiva la minaccia terroristica. Di certo la situazione non può rimanere quella attuale.
Ora aspettiamo le prossime ore per vedere cosa succederà, ma siamo molto pessimisti sul fatto che l’inviato Onu e l’ambasciatore egiziano possano convincere i terroristi a rinunciare al loro folle piano che prevede la distruzione di Israele (non ce lo dimentichiamo mai). Se così avvenisse rimarrebbe una sola opzione praticabile: quella di riprendersi Gaza e di annientare definitivamente Hamas e la Jihad Islamica. Si è sopportato anche troppo.
Sharon Levi