Gaza – Al Jazeera ha definito la visita ufficiale dell’Emiro del Qatar, Sheikh Hamad bin Khalifa al-Thani, a Gaza “un evento di portata storica”. In effetti l’Emiro è il primo capo di Stato a fare una visita ufficiale nella Striscia di Gaza, una visita che oltretutto non prevede nessun contatto con l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) né un viaggetto in Cisgiordania.
In sostanza, l’emiro del Qatar riconosce ufficialmente il Governo di Hamas e, di fatto, separa in due quella che genericamente si chiama “Palestina”. Da un lato la Striscia di Gaza sulla quale regna con pugno di ferro il regime di Hamas, dall’altro la Cisgiordania sulla quale regna con altrettanto pugno di ferro il regime della Autorità Nazionale Palestinese.
L’emiro è arrivato questa mattina nella Striscia di Gaza passando per l’Egitto. Con se ha portato affari da concludere con Hamas per circa 254 milioni di dollari, tutti investimenti che il Qatar intende fare nella Striscia di Gaza. Il progetto prevede la costruzione di 1.000 case nella zona di Khan Younis, nel sud della Striscia. E poi acquedotti, infrastrutture e, naturalmente, centri commerciali e collaborazioni con le aziende di Gaza.
Ufficialmente il Presidente della ANP, Abu Mazen, ha preso favorevolmente la notizia, ma fonti ufficiose riferiscono di un Abu Mazen letteralmente collerico con l’Emiro del Qatar, specie perché Sheikh Hamad bin Khalifa al-Thani si è ben guardato di proseguire la sua visita anche in Cisgiordania e, soprattutto, ha circoscritto i suoi investimenti nella Striscia di Gaza, fatto questo che ci porta a parlare di un “riconoscimento ufficiale di Hamas”.
Se da un lato la notizia di investimenti arabi nella Striscia di Gaza è di per se una buona notizia, così i pacivendoli la finiranno di parlare di “crisi umanitaria a Gaza”, dall’altro apre però un nuovo contenzioso che non sarà facile dipanare, quella della netta divisione tra Striscia di Gaza e Cisgiordania in due entità ben distinte. Certo, la cosa era risaputa ma la visita dell’Emiro del Qatar, benedetta anche dall’Egitto, rende ufficiale questa divisione.
La domanda da porsi ora è: con chi deve trattare Israele? Se fino a ieri di fronte alla comunità internazionale era Abu Mazen a rappresentare le istanze di tutti i cosiddetti “palestinesi”, da oggi è chiaro che non sarà più così e che Abu Mazen rappresenta solo la Cisgiordania. Era così anche prima ma da oggi la cosa diventa ufficiale. E sono proprio gli arabi a ufficializzarla.
Non è un buon segnale per il Medio Oriente. Si riconosce un gruppo terrorista come se fosse una entità politica e allo stesso tempo si disconosce una entità politica, per quanto corrotta e bugiarda, e la si riduce a semplice entità territoriale senza alcun potere di rappresentanza.
Un fatto è certo, da oggi Abu Mazen non potrà più parlare a nome di un popolo che nei fatti non esiste, ma dovrà parlare a nome di una parte minoritaria di una popolazione che occupa delle terre con confini non definiti. Altro che riconoscimento all’Onu della Palestina.
Sharon Levi