Palestina – Quando Abu Mazen, leader della Autorità Nazionale Palestinese (ANP), salì sul palco dell’ultima Assemblea Generale dell’Onu fece un discorso strappalacrime su come per evitare gli attacchi dei coloni israeliani Israele avrebbe dovuto promuovere una politica di pace nelle suo scuole invece di promuovere l’odio verso i palestinesi.
Applausi scroscianti hanno accolto queste dichiarazioni del Presidente della ANP e tutti a concordare con la “democratica” linea promossa da Abu Mazen (detto anche l’uomo dalle scarpe da 25.00 dollari). Peccato che il buon leader palestinese si sia dimenticato di dire due cose importanti ai delegati dell’Onu così prodighi di applausi.
La prima è che nelle scuole israeliane si insegna che i palestinesi sono un popolo e che la Palestina è una nazione. Di più, si insegna che il raggiungimento dell’obbiettivo della pace passa per un accordo con i palestinesi. Basta prendere uno dei tanti libri di testo delle scuole israeliane per rendersene conto. Per esempio, il libro di educazione civica intitolato “Essere cittadini in Israele: uno Stato ebraico e democratico” a pag. 348 recita: [….]Non è sufficiente avere la pace con l’Egitto e la Giordania. Nel quadro dei negoziati con i palestinesi dobbiamo concedere di più e accettare il fatto che sono una entità nazionale separata. Non è sufficiente avere una pace parziale e frammentata. Per eliminare le minacce al futuro di Israele abbiamo bisogno di una pace completa [….]. Anche se prendiamo libri di storia troveremo che la pace con i palestinesi viene sempre messa in primo piano. Quindi in Israele ai bambini si insegna la “politica di pace” sin dalle scuole primarie.
La seconda cosa che Abu Mazen si è dimenticato di dire è che nelle scuole palestinesi della Cisgiordania, a differenza di quelle israeliane, si insegna la vera “politica dell’odio”. Nei libri di testo palestinesi in dotazione agli alunni delle scuole primarie (pagati dall’Unione Europea) non vi è traccia di Israele. Nei libri di storia, una catena di cinque libri denominata “Al-Sham”, si afferma che “i Paesi del levante attualmente sono quattro, cioè: Palestina, Libano, Siria e Giordania”. Di Israele non vi è traccia. Se poi andiamo a vedere i libri in dotazione agli alunni distribuiti dal Palestinian Waqf (il Ministero degli affari religiosi), anche questi pagati dall’Unione Europea, troveremo una vera apoteosi dell’odio. Questi demonizzano gli ebrei, incitano al martirio e alla Jihad. In uno c’è un passaggio che dice: [….]Oggi gli Stati musulmani hanno bisogno con urgenza di guerrieri della Jihad, di martiri, al fine di liberare i territori derubati e sbarazzarsi dei ladri ebrei che si sono appropriati della Palestina e delle terre del Levante[….]. E potrei citarne altri ancora peggiori che parlano ai bambini palestinesi di quanto sia bello il martirio e di come sia utile uccidere gli ebrei, ma mi fermerò qui.
Era questa la “politica di pace” di cui parlava Abu Mazen davanti all’assemblea dell’Onu? E’ questo ciò che intende il leader palestinese quando afferma che il suo popolo è “un popolo pacifico”? Come si può pretendere che un bambino palestinese cresca con una “cultura di pace” quando sin da piccolissimo gli riempiono la testa di odio e di “amore per la morte”?
Abu Mazen prima di parlare di “politica di pace” dovrebbe come minimo sciacquarsi la bocca. Sono meno ipocriti i terroristi di Hamas che almeno il loro odio lo manifestano in ogni dove, comprese le scuole come avviene in Cisgiordania. Ma almeno non se ne vanno in giro con scarpe da 25.000 dollari a fare il falso guru della pace.
Noemi Cabitza