Vietato parlare male dei palestinesi, anche quando si comportano come i peggiori dittatori e arrivano ad oscurare la libertà di stampa. Non hanno pudore i pacivendoli nemmeno se si tratta di difendere i Diritti dei loro stessi protetti, specie se si scontrano con i loro interessi.
Ma cosa è successo di tanto grave? Nelle ultime settimane alcuni giornalisti che operano in Cisgiordania hanno avuto l’ardire di criticare l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) credendo che, non essendo a Gaza dove a comandare è Hamas e fare una cosa del genere è impensabile, lo potessero fare nel nome della libertà di stampa. Invece no, non lo possono fare nemmeno in Cisgiordania. Risultato: cinque giornalisti arrestati e sbattuti in galera senza tanti complimenti dalle forze di sicurezza della ANP.
Di questi tre sono stati rilasciati, malconci e malmenati, dopo tre settimane. Gli altri due sono ancora in carcere anche se un giudice aveva disposto la loro scarcerazione. La ANP ha risposto picche anche al giudice e continua quindi a detenerli.
In particolare uno di loro è giudicato particolarmente pericoloso da Abu Mazen & soci. Si tratta di Walid Khaled, giornalista del Falasteen, uno dei maggiori giornali palestinesi. Khaled aveva più volte denunciato la corruzione in seno alla ANP chiedendo ad Abu Mazen di rendere conto di tutti i milioni spariti e delle sue folli spese (come le scarpe da 25.000$ al paio). Risultato? Arrestato, malmenato e torturato. Walid Khaled da alcuni giorni è entrato in sciopero della fame per protestare contro la sua detenzione. A renderlo noto è il Sindacato dei Giornalisti Palestinesi che ne chiede l’immediata scarcerazione e il ripristino della libertà di stampa in Cisgiordania (se ma c’è stata).
L’altro giornalista ancora detenuto è Mohammed Muna, che lavora come corrispondente per l’agenzia di stampa Press Quds. Questi è accusato dalle forze di sicurezza della ANP di essere affiliato ad Hamas, già detenuto anche in Israele per lo stesso motivo, da quando è rientrato in Cisgiordania è stato arrestato cinque volte dalla polizia palestinese e sempre rilasciato. Fino ad ora a causa delle feroci critiche alla ANP e alla sua “allegra gestione” dei fondi internazionali.
A prescindere dalle ragioni degli arresti (la scusa è sempre quella che sarebbero affiliati con Hamas il che la dice lunga sulla coesione palestinese) quello che colpisce di questa vicenda non è tanto il fatto che la libertà di stampa in Palestina sia un vero e proprio eufemismo, questo lo si sapeva da un bel po’, quanto piuttosto il silenzio tombale dei pacivendoli, sempre pronti a sparare ad alzo zero su Israele che secondo loro viola i Diritti dei Palestinesi, ma rigorosamente in silenzio se a violare i Diritti dei loro protetti sono gli stessi palestinesi. Lo avevamo già visto con Hamas a Gaza che da anni calpesta i Diritti della popolazione, adesso abbiamo la conferma che avviene la stessa cosa anche in Cisgiordania.
Non finiremo mai di ribadire l’ipocrisia di questi “pacivendoli” che dietro alla parola “pace” nascondono i effetti un fortissimo e viscerale odio verso Israele. Ma in fondo non sono diversi dai Paesi Arabi, dall’Iran e dagli stessi governi palestinesi (Hamas e ANP) che usano il popolo palestinese a loro comodo solo come arma contro Israele anche se poi, in fondo, dei palestinesi non interessa niente a nessuno.
Bianca B.