Ha vinto Mohamed Morsi, l’uomo dei Fratelli Musulmani che, con il senno di poi, Obama voleva sin dal primo momento quando nell’ombra ha preparato la “primavera egiziana” che ha portato alla destituzione di Mubarak e all’avvento dell’islam integralista.
Contraddittorio Mohamed Morsi nei suoi primi discorsi. Ha detto che “sarà il Presidente di tutti” e quindi anche delle minoranze, ha detto che “manterrà tutti gli accordi nazionali e internazionali” e quindi, si suppone, anche il trattato di pace con Israele e le limitazioni di accesso alla Striscia di Gaza. Ma poi ha parlato di volere Gerusalemme come capitale dell’Islam il che cozza con le affermazioni rassicuranti in merito al trattato di pace con Israele dato che proprio Gerusalemme è la capitale dello Stato Ebraico.
Si ha la netta impressione che prima della proclamazione ufficiale Mohamed Morsi abbia dovuto cedere su parecchi punti in una lunghissima trattativa con la giunta militare e che, in qualche modo, abbia dovuto rinunciare alla linea oltranzista con Israele. Ma siamo solo all’indomani della proclamazione e a giudicare dalle entusiastiche reazioni di Hamas, della Jihad Islamica, delle sinistre europee e di tutti gli odiatori del mondo, il futuro dei rapporti tra Egitto e Israele non si presenta proprio roseo.
Personalmente ho anche un’altra impressione, che il Presidente americano, Barack Obama, abbia voluto mescolare le carte degli equilibri regionali dando all’Egitto un peso che prima non aveva volto a sbilanciare il peso di Israele. Ho l’impressione che questo sia stato l’obbiettivo di Obama sin dal primo momento e che a Gerusalemme lo abbiano capito da subito.
Ora cosa ci si aspetta da Mohamed Morsi? Prima di tutto ci si aspetta che rispetti veramente il trattato di pace con Israele e che non sia tentato dalla via del sostegno al terrorismo. Personalmente non ho molta fiducia che il Presidente egiziano segua questa strada, anzi, temo che nel volgere di poco tempo vedremo i confini con Gaza completamente aperti, che vedremo un acuirsi degli attacchi contro Israele sia dalla Striscia di Gaza che dal Sinai e, soprattutto, assisteremo ad un massiccio riarmo di Hamas e della Jihad Islamica. Spero veramente di sbagliarmi e che il mio sia solo pessimismo ingiustificato, ma temo che molto presto i fatti mi daranno ragione. Già le prossime ore saranno indicative perché da quello che faranno Hamas e la Jihad Islamica si potrà capire come andranno le cose.
In conclusione, ho paura che per Israele e per tutto il mondo libero stia per iniziare un periodo molto difficile e che questo “particolare periodo” favorisca indirettamente l’Iran, con Israele probabilmente impegnato a difendersi da mortali nemici che sono alle “porte di casa”. Un altro favore di Obama a Teheran e all’islam integralista.
Sharon Levi