Almeno 40 missili e colpi di mortaio sparati dalla Striscia di Gaza sono piovuti ieri sera sul sud di Israele. Solo per un miracolo il bilancio non è stata una strage. Alcuni feriti, tra cui tre lavoratori stranieri, e tantissima paura. Centinaia di migliaia di persone abitanti il sud di Israele sono da anni ostaggio dei terroristi islamici, una situazione ormai diventata intollerabile.
Ma questa volta Israele ha reagito colpendo una cellula di terroristi islamici e uccidendone 12, tutti appartenenti alla Jihad islamica. Venerdì pomeriggio l’aviazione israeliana aveva colpito un veicolo sul quale viaggiava il Segretario Generale dei Comitati di Resistenza Popolare, il capo terrorista Zuhir al-Qaisi, uccidendolo. Zuhir al-Qaisi era tra i responsabili del rapimento di Gilad Shalit. Secondo l’intelligence israeliana Zuhir al-Qaisi stava pianificando un grande attacco terroristico in Israele.
Immediate le reazione e le minacce a seguito della morte del terrorista Zuhir al-Qaisi. Le brigate Izz al-Din al-Qassam, l’ala militare di Hamas, hanno promesso “una pioggia di fuoco su Israele”. La Jihad Islamica ha detto che “Israele ha aperto le porte del terrore” mentre minacce arrivano anche dai gruppi di Al Fatah. Incedibile la reazione dell’ambasciatore egiziano presso l’Autorità Nazionale Palestinese che ha parlato di “attacco israeliano ingiustificato” dimenticando che poche ore prima i buoni e bravi palestinesi avevano lanciato 40 missili verso il sud di Israele.
E’ chiaro che quella di Gaza è una situazione non più tollerabile e che il Governo israeliano deve reagire in qualche modo per eliminare definitivamente il problema. Non è accettabile che centinaia di migliaia di cittadini israeliani siano continuamente sotto la minacci dei missili islamici, degli attacchi terroristici e dei rapimenti. Il “problema Gaza” va risolto una volta per tutte.
Noemi Cabitza