Obama palle di coccio

Dire che il Presidente USA non sa quali pesci pigliare per almeno cercare di risolvere la crisi con l’Iran è un eufemismo. L’America non è mai stata così debole a livello internazionale. Obama fatica addirittura a parla di “crisi iraniana” figuriamoci se pensa a come risolverla.

In una intervista alla NBC il Presidente Obama ha detto che “Israele non ha ancora deciso se e quando attaccare le centrali nucleari iraniane” e anche “di rendersi conto delle preoccupazioni israeliane ma di continuare a credere che ci sia una soluzione diplomatica al problema”. La solita solfa della mano testa e del dialogo con gli Ayatollah, come se si potesse dialogare con degli assassini seriali come sono i leader iraniani.

Eppure Israele in questi giorni ha avvisato tutti i “Paesi amici” di preparasi al peggio, di creare sufficienti scorte di petrolio in caso di blocco del flusso petrolifero o di aumento indiscriminato del prezzo del greggio, sintomo evidente della volontà israeliana di risolvere definitivamente la crisi iraniana.

E’ evidente che in caso di conflitto con l’Iran ci sarebbero ripercussioni sul flusso del petrolio del Golfo Persico e certamente ci sarà un aumento del prezzo al barile del greggio, ma se queste notizie si hanno con mesi di anticipo è possibile anche “prevenirne” gli effetti. La politica israeliana di questi ultimi giorni punta proprio a questo, a organizzare con i “Paesi amici” quelle contromisure necessarie a limitare i danni sul sistema economico globale di un eventuale conflitto con l’Iran. Solo che Obama, unico leader occidentale a farlo, continua a sottovalutare la crisi a dispetto anche delle informazioni che riceve dalla sua intelligence e manda segnali di pace (e di forte debolezza) agli assassini iraniani.

Dure critiche alle parole di Omaba sono arrivate a stretto giro di posta da Mitt Romney, il possibile candidato repubblicano alla presidenza USA, il quale ha definito Obama “un debole” che si ostina a non vedere i fallimenti della sua politica estera e a sottovalutare il rischio rappresentato dall’Iran per tutto il mondo, compresa l’America. Obama infatti, tra le tante stupidate,  ha detto che non crede che l’Iran possa colpire con attentati terroristici gli interessi americani nel mondo o che possa effettuare attacchi negli USA, tesi smentita dalla CIA che nei giorni scorsi ha parlato apertamente di “cellule terroristiche iraniane in territorio americano”.

Insomma, il solito Obama palle di coccio, un Presidente debole e confuso che non ha la più pallida idea di quello che sta per succedere.

Sarah F.

  1. Mi sembra chiaro che fino ad ora Obama ha condotto una politica antisraeliana tout court, vale a dire: non contro il Governo attuale di Gerusalemme, ma contro gli interessi strategici fondamentali di Israele. Evidentemente egli ritiene che sia interesse degli Stati Uniti nella situazione attuale mettere nel conto e di fatto favorire con l’inazione o con azioni inopportune la scomparsa dello Stato ebraico.
    Gli atti principali della Casa Bianca mi sembrano i seguenti:
    Primo. La politica di esordio della mano tesa all’Islam é incomprensibile, se non nella chiave della mia premessa. Nemmeno lui poteva ignorare che sarebbe stata interpretata dagli interessati come un indebolimento della tradizionale posizione americana e quindi come un segno di debolezza.
    Secondo. L’intervento a favore delle rivendicazioni territoriali dei Palestinesi: linea verde del ’48 come base della trattativa e cessazione delle costruzioni sine die perfino a Gerusalemme hanno rappresentato un inequivocabile incoraggiamento all’irrigidimento delle posizioni dell’ANP. Tutto ciò, tra l’altro, senza che Obama abbia espresso un doveroso giudizio negativo sul cosiddetto diritto di rientro dei cosiddetti profughi nel territorio di Israele del ’48.
    Terzo. L’avere incoraggiato la caduta di Mubarak in termini totalmente pregiudiziali e acritici rappresenta un chiaro gesto di politica antisraeliana a favore dei Fratelli Musulmani per delle ragioni che é inutile evidenziare.
    Quarto. Il continuo attendismo sulla questione iraniana e l’esortazione a Israele a non attaccare e quindi a non sentirsi appoggiata in un eventuiale attacco, senza che sia approntata alcuna alternativa credibile, é una patente dimostrazione del suo disinteresse per la sopravvivenza dello Stato ebraico. Come mai per esempio le sanzioni decise il 30 dicembre dell’2011 non sono state deliberate con tre anni di anticipo, al momento del suo insediamento?
    Quinto. Non sappiamo che cosa Obama abbia scritto a Kamenei nella recente lettera riservata di cui é stata data notizia. Mi sembra tuttavia probabile che in questa missiva Obama abbia voluto rassicurare l’Iran sul fatto che, se Teheran non bloccasse lo stretto di Hormuz in caso di attacco israeliano, gli Stati Uniti si asterrebbero dall’intervenire contro l’Iran. E d’altro canto , che cosa potrebbe mai esserci scritto, visto che Obama osteggia radicalmente l’ipotesi di un attacco israeliano e teme, non senza ragioni, come la peste il blocco dello stretto?
    E’ chiaro che il Presidente degli USA debba tenere conto degli interessi di tutti gli interlocutori rilevanti ( Russia e Cina per esempio) e che quindi debba fare una politica globale.
    Il guaio é che sembra che in questa sua politica globale l’esistenza dello Stato di Israele appaia fin dall’inzio un problema da rimuovere, naturalmente senza dirlo esplicitamente, ma usando finte gaffes e cerchiobottismi vari.

  2. Sempre questo volgare vizietto di riferirsi alle parti nobili del diabolicizzato Obama!
    Ma chi volete come prossimo presidente degli USA? Il dottor Stranamore?! Il colonnello Buttiglione?
    Purtroppo i grandissimi Peter Sellers e Stanley Kubrick sono passati a miglior vita chissà cosa avrebbero potuto combinare e mettere in scena oggi con i soggetti presenti nell’arena politica!
    Accidenti che dramma …ma dove CACCHIO è finito il mitico senso dello humor askenazy?! Siete sefarad eh?! Allora non potete nemmeno pilotare un caccia della IDF perchè non vi lasciano tenere il braccio fuori dal finestrino!

  3. Il commento di Vertigo presenta riferimenti piuttosto rétro, che tradiscono l’età e le frequentazioni dell’autore, cui va aggiunto uno spiccato gusto per il grottesco, che avrà certamente attinto dalla radio di Boncompagni. Ma questo non basta per spiegare il suo dileggio verso gli ebrei. Sicuramente deve aver frequentato anche qualche letamaio ideologico stile Lotta continua.

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