Ieri a Teheran è stato il giorno dell’attacco all’ambasciata britannica. Un centinaio di Basjii e di pasdaran travestiti da studenti hanno preso d’assalto l’ambasciata del Regno Unito prendendo in ostaggio per alcune ore sei dipendenti, il tutto mentre la polizia stava bellamente a guardare. Un episodio che a ricordato (e che forse ha voluto deliberatamente ricordare) l’assalto all’ambasciata americana del 1979 quando 52 americani vennero presi in ostaggio e tenuti prigionieri per oltre un anno.
La cronaca della giornata è semplicissima da raccontare. Un centinaio di Basjii e di pasdaran iraniani travestiti da studenti islamici su ordine palese del Grande Ayatollah Khamenei, il quale aveva appena pronunciato un discorso di fuoco proprio contro la Gran Bretagna rea di aver inasprito le sanzioni contro Teheran per il suo programma nucleare, hanno assediato e preso d’assalto l’ambasciata britannica, entrando al suo interno, distruggendo documenti e prendendo in ostaggio sei dipendenti inglesi del Foreign Office. La polizia è stata chiaramente a guardare salvo poi inscenare un intervento risolutorio alla fine della giornata quando ha annunciato di aver disperso i manifestanti. Tutto qua. E’ stato un vero e proprio attacco deliberato contro una sede diplomatica ordinata dai più alti vertici del regime iraniano. Ecco perché adesso l’occidente e il mondo libero non possono più stare semplicemente a guardare quello che succede in Iran.
Durissime le condanne verbali per quanto avvenuto arrivate praticamente da tutto il mondo (compreso dalla Russia ma non dalla Cina), ma con questo regime ormai le condanne verbali non servono più a niente, esattamente come le sanzioni economiche puntualmente aggirate o semplicemente ignorate (come dalla Russia, dalla Cina e persino dall’Italia).
Adesso serve decidere esattamente cosa fare, cioè se permettere o meno a Teheran di dotarsi di armi nucleari. Se si, allora ci si prepari a subirne le conseguenze cioè a subire i ricatti iraniani e a sottostare all’espansionismo islamico degli Ayatollah. Se no, si prenda subito la decisione di intervenire prima che sia tropo tardi. Il mondo non può più giocare con il fuoco iraniano perché si rischia veramente di scottarsi.
Miriam Bolaffi