Da ieri i Governo del Camerun ha ordinato all’operatore di telefonia mobile MTN di sospendere a tempo indeterminato il servizio di Sms e ha bloccato l’accesso alle piattaforme di social network quali Twitter e Facebook.
Al momento non è dato sapere le motivazioni di questo ordine perentorio ma secondo diversi blogger camerunensi il motivo sarebbe legato al timore che disordini del tipo di quelli scoppiati in Maghreb possano scoppiare anche in Camerun dove da oltre vent’anni c’è al potere Paul Biya, ultimamente contestato da diverse etnie per essere poco liberale.
Lo scorso 23 febbraio le opposizioni avevano organizzato una manifestazione contro Paul Biya usando proprio i social network per radunare migliaia di persone. La manifestazione fu proibita e la polizia fece sgombrare (senza andare tanto per il sottile) i giovani camerunensi che volevano manifestare contro il Presidente. Secondo alcuni blogger questa sarebbe la motivazioni per cui il Governo ha bloccato telefonia mobile e social network.
Secondo Dibussi Tande, uno dei blogger più famosi in Camerun, il Governo vuole isolare il Camerun dal resto del mondo. Nei giorni scorsi i camerunensi residenti all’estero avevano dato il via a un fenomenale passa-parola attraverso i social network e avevano quasi organizzato una nuova manifestazione che però avrebbe dovuto svolgersi anche all’estero davanti alle ambasciate del Camerun. Con questa mossa il Governo intende bloccare sul nascere qualsiasi altra manifestazione di protesta.
Fatto sta che la paura dell’espandersi delle manifestazioni viste nel Maghreb sta prendendo anche i Paesi africani a sud del Sahara. Da giorni si parla di manifestazioni in Nigeria, in Sudan, in Etiopia e in altri Paesi. Gli unici che al momento stanno buoni perché non hanno i mezzi per comunicare, a riprova che la tecnologia è importante, sono i giovani eritrei costretti a leggere e a vedere solo i media di regime che chiaramente si guardano bene dall’informarli su quello che avviene nel mondo libero o a fornire loro un minimo di accesso a internet. Qualcosa forse cambierà nei prossimi giorni se il “progetto Eritrea Libera” andrà in porto. Ne parleremo sicuramente.
Secondo Protocollo