Nella più totale indifferenza della società civile occidentale e dei cosiddetti “pacifisti, il relatore speciale delle Nazioni Unite per i Diritti Umani in Iran, Ahmed Shaheed, ha emesso un rapporto che è un vero e proprio atto di accusa verso gli Ayatollah, in particolare per quanto riguarda i Diritti delle Donne e dei prigionieri politici.
Il rapporto, che risale al 11 ottobre 2012 ma che è stato integrato da nuovi allegati presentati nei giorni scorsi, delinea una situazione dei Diritti Umani in Iran da vero e proprio incubo. Centinaia di esecuzioni, migliaia di oppositori politici in carcere i quali vengono sottoposti a sistematiche torture, a violenze sessuali, a privazione del sonno e ad altri tipi di violenza psicologica. I Diritti delle donne iraniane negli ultimi mesi sono decisamente regrediti tanto che la cosiddetta “polizia morale” ha arrestato centinaia di donne accusandole di non rispettare i canoni di abbigliamento islamico e in alcuni casi solo perché dallo Hijab fuoriusciva qualche ciocca di capelli. Nel rapporto si fa esplicito riferimento alla sistematica violenza sessuale sulle detenute donne da parte dei secondini che, una volta che le donne sono arrestate per ragioni “morali”, le considerano alla stregua di prostitute senza che nessuno osi intervenire.
L’Iran nega decisamente le accuse portate da Ahmed Shaheed, accuse che peraltro sono supportate da decine di testimonianze, e ha aperto una vera e propria campagna di stampa volta a denigrare il lavoro del relatore speciale dell’ONU sui Diritti Umani in Iran. A vario titolo hanno risposto il “segretario generale per i Diritti Umani della Repubblica Islamica dell’Iran”, Mohammad Javad Larijani, che con una dichiarazione rilasciata alla Fars News Agency, accusa il relatore di essere al soldo dei Paesi occidentali e accusa gli stessi Paesi di essere succubi di Stati Uniti e Israele.
Sullo stesso argomento è intervenuto Mohammad Hassan Asafari, membro della Commissione sulla sicurezza nazionale e la politica estera del Parlamento iraniano, il quale ha accusato Ahmed Shaheed di non essere mai entrato in un carcere iraniano e di aver steso il suo rapporto intervistando membri dell’opposizione iraniana all’estero.
A parte la patetica difesa iraniana, il rapporto redatto da Ahmed Shaheed è un vero e proprio atto di accusa verso il regime iraniano e dimostra come gli Ayatollah usino il terrore come arma per detenere il potere. Sui Diritti delle donne poi il giudizio è semplicemente lapidario: le donne in Iran non hanno alcun Diritto.
Da notare come il rapporto redatto da Ahmed Shaheed non sia stato presentato alla Commissione dei Diritti Umani dell’Onu come sarebbe stato logico, ma è stato presentato alla Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La motivazione è semplice, il Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu non voleva rendere pubblica la relazione in quanto, come si sa, lo stesso Consiglio è in mano ai Paesi islamici che non volevano in alcun modo sollevare un caso sui Diritti delle donne nell’Islam. Proprio tal riguardo va ricordato che le risoluzioni della Commissione dei Diritti Umani dell’Onu riguardino per il 97% Israele a ulteriore controprova della estrema faziosità di questo organismo.