Non se lo aspettavano un missile nella città di Kiryat Malachi. Invece questa mattina i terroristi islamici di Hamas hanno colpito due palazzine della piccola città del sud di Israele facendo quattro morti (qualcuno sostiene che siano tre ma è confermata la morte di un quarto).
Al di la delle vittime, le prime israeliane dall’inizio della “operazione Amud Anan”, quello che il missile islamico ha provocato è una diffusa paura in tutte quelle aree che fino ad aggi erano state risparmiate dai continui lanci di missili. Non solo, conferma che i timori degli analisti che Hamas e la Jihad Islamica fossero in possesso di armi in grado di colpire oltre la linea di Beersheba e delle altre città fatte solitamente bersaglio di lanci, era fondato.
La volontà dei terroristi islamici di colpire inermi civili appare in tutta la sua evidenza proprio per i bersagli scelti ed è una cosa inaccettabile. Altro che richiami ad Israele (come quello fatto da Obama nella notte) affinché cerchi di non colpire civili a Gaza, civili che vengono sapientemente posizionati da Hamas intorno a obbiettivi militari proprio affinché i raid israeliani facciano vittime tra di loro (meglio se donne e bambini).
Questa mattina abbiamo però scoperto che, come sempre, mentre il mondo è stato silente per mesi mentre i terroristi lanciavano migliaia di missili su Israele oggi si scopre “indignato” dalla reazione israeliana. Ma cosa si pretende da Israele? Che continui incassare centinaia di missili senza fiatare? La stampa di sinistra israeliana e buona parte di quella occidentale sostiene che Gerusalemme (sottolineo GERUSALEMME non Tel Aviv) dovrebbe trattare con Hamas. Trattare su cosa? Sulle modalità di distruzione di Israele? Questa gente, davvero assurda, dimentica lo statuto di Hamas che al primo punto ha la distruzione dello Stato Ebraico come obbiettivo. Non si tratta con chi ti vuole morto.
I più “intelligenti” sostengono anche dietro alla operazione Amud Anan vi siano ragioni elettorali. Stupidaggine enorme. Netanyahu ha la rielezione assicurata e non aveva bisogno di scatenare un’offensiva su Gaza, anzi, ha tergiversato sin troppo, sino a quando i sindaci del Sud di Israele hanno sbottato e chiesto una soluzione all’annoso problema del lancio dei missili da Gaza.
Era chiaro che non si poteva continuare a rimanere inermi. Se la comunità internazionale vuole quindi un colpevole lo vada a cercare nei tunnel sotterranei di Gaza dove si sono rifugiati come topolini spaventati i leader di Hamas. In quel luogo troverà i veri colpevoli di questa situazione e di tutte le presunte sofferenze della gente di Gaza, non a Gerusalemme.
Noemi Cabitza