Libano: Hezbollah colpisce duro e spinge il Paese verso la guerra civile

Libano, Beirut – Attentato dinamitardo ieri a Beirut. Una autobomba è esplosa in un quartiere a maggioranza cristiana facendo otto morti e un numero imprecisato di feriti. Obbiettivo dell’attentato era certamente Wissam al-Hassan, personaggio al top dell’intelligence libanese che aveva indagato su diversi attentati commessi da Hezbollah su mandato della Siria.

Wissam al-Hassan è morto nell’esplosione dell’autobomba che porta indelebile il marchio di Hezbollah anche se il gruppo terrorista si è affrettato a condannare l’attentato. Hassan stava indagando sulle responsabilità siriane e del gruppo terrorista sciita libanese in diversi attentati tra i quali quello che ha portato alla morte dell’ex Premier Rafik Hariri, arrivando alla conclusione che l’uccisione di Hariri avvenne su ordine di Damasco e per mano di Hezbollah. Hassan era quindi nel mirino del gruppo terrorista libanese e questo porta immancabilmente a pensare che i mandanti di questo sanguinoso attentato siano proprio gli Hezbollah.

Ma sarebbe estremamente riduttivo limitarsi a ricondurre questo attentato alla sola morte di Wissam al-Hassan. Certo, il target era di altissimo livello ma l’impressione generale è che i mandanti dell’attentato puntino a un obbiettivo più ambizioso, quello di trascinare il Libano all’interno del vortice siriano internazionalizzando così la crisi siriana. Insomma l’obbiettivo primario dell’attentato era certamente Wissam al-Hassan ma lo scopo recondito di questo ennesimo omicidio degli Hezbollah è quello di destabilizzare il Libano in configurazione pro-Assad.

La pensa così anche l’opposizione libanese che ha chiesto subito le dimissione del Governo presieduto da Najib Mikati accusandolo di essere “succube di Hezbollah”. Più duro ancora Saad Hariri, figlio di Hariri e a sua volta ex Premier, il quale ha accusato senza tanti giri di parole il dittatore siriano, Bashar Al-Assad, dell’omicidio di Wissam al-Hassan. «Assad, Hezbollah e Najib Mikati hanno le mani sporche del sangue di Hassan e degli innocenti morti nell’attentato» ha detto il giovane Hariri.

Il mese scorso le indagini condotte da Wissam al-Hassan avevano portato all’arresto dell’ex ministro libanese Michel Samaha, accusato di aver organizzato diversi attentati per conto di Assad e con la complicità di Hezbollah allo scopo di destabilizzare il Libano.

Immediate anche le reazioni dei musulmani sunniti alla morte di Hassan (sunnita anche lui). Bloccate le strade che portano alla Valle della Bekaa. Manifestazioni di protesta si sono svolte a Beirut, a Sidone e in molte altre città del nord. Per oggi a Beirut è prevista una grande manifestazione contro Assad ed Hezbollah. Altre manifestazioni sono previste in tutto il Libano. Il timore è che provocatori di Hezbollah si insinuino nelle manifestazioni e accendano la miccia.

Secondo Khattar Abou Diab, un esperto di Medio Oriente presso l’Università di Parigi,  l’attacco è chiaramente legato alla crisi siriana. Hassan era un nemico giurato di Assad ed era un grande fautore della sovranità ed indipendenza del Libano. Sempre secondo Diab orami l’internazionalizzazione del conflitto siriano è un dato di fatto. Molte potenze regionali si stanno dando battaglia in Siria e il Libano è una pedina importantissima.

Preoccupa anche Israele il deteriorarsi della situazione libanese. Già nei giorni scorsi era stato potenziato il dispositivo militare lungo i confini con il Libano. Questa mattina è prevista una riunione di alto livello tra Governo e servizi si intelligence per fare il quadro della situazione. Possibile un ulteriore potenziamento del dispositivo militare nel nord del Paese. Il timore è quello che Hezbollah voglia finire il lavoro e che trascini anche Israele nel conflitto siriano. Massima attenzione viene dedicata allo spostamento delle armi chimiche siriane che potrebbero finire nelle mani dei terroristi sciiti. Israele ha già avvertito di essere pronto a un intervento preventivo se questo rischio si farà davvero concreto.

Sharon Levi