A seguito delle violente proteste anti-americane a cui si è assistito nei giorni scorsi in Egitto, l’Amministrazione americana ha deciso di mettere in stallo le trattative con il Governo egiziano per quanto riguarda un consistente pacchetto di aiuti pari a complessivi 5,5 miliardi di dollari.
A renderlo noto sono diversi rappresentati del Congresso USA i quali hanno parlato di “momentaneo stallo” che durerà sicuramente almeno fino a dopo le elezioni presidenziali.
Il Presidente Obama, sull’onda delle emozioni per l’avvento al potere della Fratellanza Musulmana, aveva promesso al Presidente Egiziano, Mohammed Morsi, un pacchetto di aiuti molto consistenti che prevedeva una riduzione del debito egiziano pari a un miliardo di dollari, 1,5 miliardi di dollari di “aiuti militari” e tre miliardi di dollari di aiuti in denaro per il rilancio dell’economia egiziana.
La condizione iniziale posta dal Congresso USA affinché l’Egitto potesse accedere a questo pacchetto di aiuti (che potrebbe arrivare nelle intenzioni di Obama a 10 miliardi di dollari) era il rispetto del trattato di pace con Israele, ma ora dopo le violente manifestazioni anti-americane il Congresso USA vuole condizionare l’erogazione degli aiuti a più ampie garanzie, specie per quanto riguarda gli aiuti militari. Da qui la decisione di bloccare tutto almeno fino alle elezioni presidenziali. Il Congresso ha comunque programmato per questa settimana una audizione con i responsabili delle relazioni con l’Egitto per valutare con più precisione la situazione.
La portavoce del Dipartimento di Stato, Victoria Nuland, ha detto che “gli USA lavorano fianco a fianco con il Presidente egiziano affinché il Paese non finisca nelle mani degli integralisti” aggiungendo che “proprio per questo quegli aiuti sono essenziali”. In settimana il Congresso dovrebbe ascoltare sulla materia anche Hillary Clinton che è apparsa piuttosto seccata da questa decisione.
Proprio durante le proteste, durante le quali migliaia di egiziani hanno preso d’assalto l’ambasciata USA e chiesto l’espulsione dell’ambasciatore americano dall’Egitto , una delegazione di 120 uomini d’affari americani era in Egitto per valutare eventuali investimenti da fare, investimenti di cui l’Egitto ha terribilmente bisogno per riprendersi dalla crisi economica. L’immagine che hanno avuto dell’Egitto ha chiaramente sconsigliato ai business-man americani qualsiasi investimento nella terra dei faraoni. E non sono bastate le rassicurazioni del Dipartimento di Stato, che aveva organizzato l’evento, a far cambiare idea agli investitori americani.
Sul chi vive anche il Fondo Monetario Internazionale che avrebbe stanziato 10 miliardi di dollari per l’Egitto. Non bastano più le rassicurazioni di Morsi in merito alle liberalizzazioni e alla democratizzazione dell’Egitto. A questo punto servono fatti concreti.