Israele e Islam: la guerra della informazione. Una risposta a chi ci attacca

Siamo in guerra. Chi cerca di fare informazione su quello che accade in Medio Oriente sa che dovrà scontrarsi con centinaia di persone che fanno disinformazione o, peggio, che tacciono informazioni fondamentali.

Il gioco della informazione e della controinformazione non è una cosa nuova e ci sta che siti internet come Infopal o IRIB si inventino di sana pianta notizie terribili sul loro nemico, che è Israele. Ci sta pure che TV dirette da noti personaggi anti-israeliani come  RAINEWS24 distorcano informazioni al fine di danneggiare mediaticamente Israele. E’ il gioco delle parti ed è un gioco sporco che è sempre esistito. C’è chi lo gioca e chi no (noi lo giochiamo). Da una parte informazione, dall’altra controinformazione condita da vere e proprie menzogne, spesso talmente grottesche che non meritano commenti.

La “parte avversa” potrebbe obbiettare che siti web filo-israeliani come il nostro (anche se noi siamo prima associazione e poi sito web) o come Informazione Corretta (che è quello più rappresentativo in assoluto nella guerra alla mala informazione) si comportano allo stesso modo ma in maniera opposta rispetto a quelli che noi chiamiamo “siti disinformativi” e che quindi pure noi facciamo disinformazione. Anche questo rientra nel gioco delle parti e, come detto, è un gioco che noi giochiamo anche se non in maniera sporca come spesso accade con i siti di informazione anti-israeliani. E siamo diversi anche da  Informazione Corretta, non tanto come idee, che sono le stesse, quanto per “estrazione sociale” e per linea editoriale. Loro, essendo totalmente ebrei, sentono molto più di noi certe tematiche antisemite e le trattano, giustamente, da persone sotto attacco. Noi siamo “misti”, cristiani ed ebrei insieme uniti dall’ideale del sionismo e forse, proprio per questo, siamo un tantino più bastardi ma meno “sensibili”. Insomma, se loro sono giustamente più interessati alle faccende prettamente israeliane ed ebraiche, noi siamo decisamente più configurati in un’ottica di lotta anti-islamica dove Israele è uno dei baluardi più importanti ma non l’unico.

Noi pensiamo che la guerra contro l’Islam si combatta anche in Sud Sudan, in Somalia, in Uganda, in Congo, in Nigeria ma, soprattutto, in Europa. Si, in Europa, dove l’antisemitismo sta raggiungendo picchi da terzo reich e dove proprio Israele, essendo patria degli ebrei, viene vista come il nemico numero uno. L’appoggio e la sottomissione all’Islam dimostrata da un certo ceto sinistro europeo, non è il frutto di una patetica quanto impossibile volontà di convivenza e integrazione, ma è l’arma usata dagli antisemiti moderni, le nuove SS, per contrastare Israele. La prova l’abbiamo avuta in questi mesi durante i quali Assad, arcinemico di Israele e alleato di ferro dell’Iran, ha massacrato impunemente centinaia di arabi e dei cosiddetti palestinesi senza che un solo media anti-israeliano o un solo “pacivendolo” abbia fatto sentire il suo sdegno. In compenso si continuano tranquillamente ad organizzare improbabili quanto ridicole “flottille” per Gaza.

Anche questa è la guerra della informazione, della controinformazione e, soprattutto, dei silenzi. I silenzi sulle stragi siriane dei cosiddetti palestinesi, andate avanti per mesi tanto da costringere Hamas a trasferire il suo quartier generale da Damasco al Cairo. I silenzi sulla guerra intestina tra sciiti e sunniti. I silenzi, clamorosi, sulla trasformazione delle primavere arabe in inverni islamici. Ma per certe persone antisemite è molto meglio un regime islamico nemico di Israele guidato dai Fratelli Musulmani piuttosto che una democrazia laica, magari islamica, che pensi prima di tutto al benessere del popolo e a garantire Diritti ma che non ha la distruzione di Israele come suo unico obbiettivo.

L’avanzata dell’islam integralista in Europa, ormai visibile a tutti, è direttamente proporzionale alla crescita dell’odio anti-israeliano e antisemita. Un motivo ci sarà? Un motivo ci sarà se tutti gli islamici odiano Israele, a prescindere dalle sorti dei cosiddetti palestinesi? Certo che c’è. Il motivo è che Israele, e con esso il sionismo, sono ormai l’ultimo baluardo della democrazia di fronte all’avanzare delle orde islamiche.

Ed è questa la risposta che voglio dare a tutti coloro che “sdegnati” ci rimproverano di presentarci come una associazione in difesa dei Diritti Umani per poi difendere Israele. Cari signori, l’anomalia non siamo noi che difendiamo una democrazia compiuta e il suo Diritto all’esistenza, l’anomalia sono gli altri, a partire dai big come Amnesty International e Human Rights Watch, che non perdono occasione per difendere gruppi terroristi ed attaccare Israele. La guerra della informazione noi la combattiamo con notizie vere e cercando di spiegare la vera realtà, sicuri di essere nel giusto. E se questo a qualcuno da fastidio, se ne dovrà fare una ragione.

Miriam Bolaffi

  1. Non vi è mai venuto in mente di cercare di smorzare i toni invece di amplificarli??? Per fare la guerra ci vogliono sempre 2 parti e le colpe non sono mai di uno solo.
    Luca

  2. E’ una grande verità quella di Luca Ogliari, infatti da molto tempo aspettiamo che gli arabi si decidano a fare la pace

  3. Sono curioso, com’è che la volete combattere la vostra guerra all’Islam in Europa? Imitando Brevik o Casseri?

  4. che idiozia!!!!!!!
    di certo non mettendoci ad aspettare inermi che trasformino l’Europa in un califfato

  5. @ Secondoprotocollo

    benissimo, allora proponete una strategia che sia credibile (ovviamente mio commento sopra era assolutamente ironico spero si sia capito). Se fossi in voi (e non lo sono) vi suggerirei di iniziare a lasciare la macchina a casa, dato che ogni gallone di petrolio che consumate in benzina sono soldi che vanno nelle tasche (o almeno in gran parte) degli arabi che poi dite di voler combattere. Vi suggerirei anche di spegnere il computer, visto che l’elettricità prodotta qui in Italia è fatta in parte anche con del gas importato da paesi musulmani. Vi suggerisco quindi di non rispondere a questo mio post, visto che l’elettricità che consumerete per rispondermi, si tradurrà in denaro che molto probabilmente finirà in parte a qualche Stato arabo o musulmano.

  6. noi una strategia ce l’abbiamo e comunque tutto quello che usiamo è made in Israel, compresa energia e benzina raffinata (che gli arabi comprano da fuori). Presto avremo anche il gas dei nostri giacimenti. Cosa vuoi di più?
    Piuttosto, ilcomputer che stai usando ha tecnologia israeliana al 100%. Fai il bravo, boicotta e spegni tutto

  7. @ Secondoprotocollo

    avete una strategia? Davvero? E quale sarebbe? Inoltre nel post precedente lei parla d’Israele dove vive, ma io sto parlando dell’Europa dove dite di voler combattere alla vostra guerra contro l’”invasione islamica”. Come intendete combattere questa invasione, sempre rimanendo all’interno delle regole liberali e democratiche che dite di sostenere e osservare? Potreste fare un appello al Parlamento europeo dicendogli di fare in modo che l’Europa non compri più petrolio dai paesi arabi e musulmani, sarei proprio curioso di vedere la reazione dei parlamentari, anche quelli di centro destra. Potreste provare a fare un appello al Parlamento italiano dicendo di varare una legge che vieti agli imprenditori di assumere lavoratori di fede musulmana, in questo caso probabilmente sarebbe la Confindustria a tirarvi in testa una sedia, in particolare con Confagricoltura, visto che la maggior parte dei braccianti che fanno la stagione nei campi (parlo per esperienza personale) sono stranieri e in buona parte musulmani.

    P.s. dato che con l’utilizzo di questo computer sto portando soldi nelle casse d’Israele, per compensare stasera andrò a mangiare un Kebab da un mio amico egiziano, così tra soldi della benzina che spendo e i soldi per il Kebab riporterò in equilibrio la bilancia:)

  8. beh, ha ragione, dovremo alimentare le casse arabe fino a quando non troveremo un sistema migliore o fino a quando le lobby del petrolio non ci permetteranno di fare diversamente. Per il momento ci dovremo accontentare di fermare (di tentare di fermare) l’avanzata dell’orda islamica in Europa contiunado a usare il loro petrolio (quello degli sceicchi perchè grazie a D-o a loro non vanno i frutti del petrolio) meno quello iraniano. E per conpensare adesso andremo a mangiare ottimi prodotti made in Israel

  9. Per fare la guerra ci vogliono sempre 2 parti e le colpe non sono mai di uno solo.

    Non mi risulta che Hitler, per attaccare la Polonia il 1° settembre 1939 abia avuto bisogno della collaborazione della Polonia. Forse il signore fa un po’ di confuzione: è per fare la pace che bisogna essere in due, non per fare la guerra. Quanto al fatto che le colpe non sono mai di uno solo, se un pedofilo stupra un bambino, la colpa è anche del bambino? Se uno scippatore strappa la borsa con la pensione a una vecchietta, la colpa è anche della vecchietta? Se io faccio una rapina in banca, la colpa è anche della banca? Non se ne può davvero più di questi mantra idioti!

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