Siria: opposizione in mano a salafiti e ad Al Qaeda. Le colpe dell’occidente

Siria – continuano anche questa mattina i combattimenti nella città di Aleppo. Secondo diversi testimoni ripresi dalla Reuters aerei da combattimento e artiglieria siriana sin dal primo mattino hanno ripreso i bombardamenti  sulla città mentre diverse salve di missili sono stati sparati nella notte.

Un’altra battaglia si sta combattendo a livello politico tra i ribelli che appaiono sempre più divisi. Ormai è certo, tra i resistenti vi è una fortissima infiltrazione di salafiti ed esponenti di Al Qaeda, a loro volta divisi. Ieri i Fratelli Musulmani egiziani hanno cercato di accreditare un loro uomo alla guida politica dell’opposizione. Si tratta dell’ex giudice Haitham al-Maleh, da anni oppositore della famiglia Assad. L’intento dei Fratelli Musulmani è quello di dare un volto all’opposizione siriana. Ma dalla Siria hanno già fatto sapere che non riconoscono in Haitham al-Maleh l’uomo che li rappresenta. Non va bene per i laici in quanto legato al fondamentalismo islamico della Fratellanza Musulmana, non va bene ai salafiti e ad Al Qaeda perché giudicato “poco estremista”. Maleh, parlando dal Cairo dove si è rifugiato, ha proposto una alleanza di unità nazionale tra laici ed estremisti islamici, proposta rimandata al mittente dai salafiti che stanno prendendo sempre più potere grazie al massiccio apporto in armi e denaro da parte dell’Arabia Saudita.

Ed è qui che si vedono tutte le colpe dell’occidente. Per troppo tempo l’opposizione siriana, all’inizio prevalentemente laica, è stata snobbata dalle potenze occidentali. Nemmeno le decine di migliaia di morti hanno convinto l’occidente a intervenire per aiutare il movimento laico siriano, consegnando di fatto la resistenza contro Assad ai salafiti e ad Al Qaeda che in pochi mesi hanno saputo infiltrarsi nel movimento di resistenza e prenderne il predominio. Se i laici rimangono la maggioranza, sono gli estremisti islamici ad avere le armi e i mezzi per combattere l’esercito di Assad e i loro alleati iraniani e di Hezbollah. Paradossalmente la Siria potrebbe cadere dalla padella alla brace.

Anche il Consiglio per la Rivoluzione Siriana, di cui proprio Haitham al-Maleh è esponente di spicco, se all’inizio era prevalentemente laico oggi è dominato da esponenti della Fratellanza Musulmana. Hanno aperto uffici in Libano, Turchia, Giordania e Iraq e in pochi mesi si sono “islamizzati” a tal punto da costringere gli iniziali fondatori del movimento di opposizione ad Assad a gettare la spugna e a ritirarsi. Oggi il Consiglio per la Rivoluzione Siriana è formato da 70 elementi di cui solo un paio laici, mentre all’inizio i rapporti di forza erano esattamente il contrario con 2 islamisti e una trentina di personaggi laici della società civile siriana. Anche in questo caso l’occidente, con la sua indifferenza e il mancato sostegno, ha permesso ai Fratelli Musulmani di infiltrarsi nel Consiglio e di islamizzarlo. Oggi uno come Abdelbasset Seida, non certo un laico, guida il Consiglio per la Rivoluzione Siriana includendo a parole tutte le forze che si oppongono ad Assad, ma nei fatti escludendo la componente laica.

E’ con questo quadro della situazione che hanno a che fare gli analisti di tutto il mondo, un quadro che comunque lo si guardi non promette nulla di buono, sia che Assad resista o che capitoli. Ormai l’infiltrazione estremista islamica all’interno della resistenza siriana è a livelli che, comunque vada a finire, inciderà inesorabilmente sul futuro della Siria,  e per la tanto agognata “pace in Medio Oriente” non sono certo buone notizie.

Sharon Levi