A lanciare l’allarme per la situazione umanitaria in Repubblica Democratica del Congo questa volta è Richard Kabonero, inviato speciale per l’Uganda in Congo,secondo il quale “quello che sta avvenendo in Congo è estremamente preoccupante”.
Secondo le ultime stime fornite dal Governo ugandese, nelle ultime settimane i profughi congolesi che hanno attraversato il confine con l’Uganda sono circa 75.000 che si vanno ad aggiungere agli oltre 50.000 già presenti in territorio ugandese dalle precedenti situazioni di crisi.
Ma il problema, avvisa ancora Richard Kabonero, non sono tanto i profughi già presenti in Uganda che in qualche modo vengono assistiti dalle ONG internazionali, il problema è che la situazione in Congo sta peggiorando e gli scontri si fanno sempre più violenti spingendo migliaia di persone a fuggire. A peggiorare la situazione la scorsa settimana centinaia di soldati congolesi hanno attraversato il confine con l’Uganda per sfuggire ai ribelli del gruppo denominato M23 che li aveva messi in difficoltà in una vera e propria battaglia campale. L’arrivo dei soldati congolesi, armati di tutto punto, ha messo in allarme l’esercito ugandese che è prontamente intervenuto per bloccare i militari di Kinshasa,, disarmarli e trasferirli in un apposito centro. Il fatto, giudicato gravissimo, non ha precedenti nella pur lunga storia dei conflitti in questa regione e ha allarmato fortemente il Governo di Kampala.
Il leader dei ribelli, il Colonnello Vianney Kazarama, ha fatto sapere ai media internazionali che è pronto a trattare con Kinshasa anche se il Governo della RD Congo ha rigettato qualsiasi proposta di pace. I suoi ribelli stanno conquistando velocemente diverse città del Congo e si apprestano a sferrare l’attacco alla città di Rutshuru nel Nord Kivu, da dove stanno fuggendo migliaia di persone terrorizzate e si stanno dirigendo verso il confine con l’Uganda.
Quello che non si riesce davvero a capire è l’assoluta immobilità dell’Onu che nella regione ha il più grande spiegamento di forze di pace dell’Africa e forse del mondo, la missione MONUC. I militari dell’Onu rimangono rigorosamente dentro le caserme e non assistono nemmeno gli sfollati. E’ l’ultima vergogna delle Nazioni Unite che sta purtroppo passando sotto silenzio in occidente.
Intanto per domani, martedì, è organizzata la Conferenza internazionale della regione dei Grandi Laghi (ICGLR) riunione che si terrà ad Addis Abeba e avrà come punto principale la situazione in Congo. Si spera che da questa conferenza emerga un programma africano per la normalizzazione della situazione nella Repubblica Democratica del Congo che ponga fine a lunghi anni di massacri.
Claudia Colombo