Domenica prossima il capo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), Yukiya Amano, si recherà a Teheran per “colloqui con funzionari iraniani di alto livello”. Secondo quanto si apprende dalla stessa AIEA, Yukiya Amano dovrebbe ottenere dall’Iran assicurazioni importanti sui siti di Fordo e di Parchin nel senso che l’Iran dovrebbe permettere agli ispettori dell’AIEA di ispezionare i due siti sospetti.
Tutto come previsto quindi, gli iraniani hanno preso il tempo necessario a ripulire i due siti e adesso che sono puliti accettano di farvi entrare gli ispettori dell’AIEA. Non sono serviti i satelliti americani che avevano smascherato con chiarezza il tentativo iraniano di nascondere le prove del loro programma nucleare militare. L’AIEA sta cadendo nel tranello iraniano e immaginiamo che anche Chaterine Ashton, che si è data tanto da fare per far credere al mondo che gli iraniani sono sinceri, farà salti di gioia per questo. Non sono bastate nemmeno le prove portate dall’intelligence occidentale che dimostrano senza ombra di dubbio l’Iran sta espandendo il sito di Fordo dove nelle ultime settimane ha installato centinaia di nuove centrifughe per l’arricchimento dell’uranio portando il loro numero nella sola centrale di Fordo a circa 3.000 (Ahmadinejad ha detto che vuole arrivare a 9.000). Non solo, ci sono le prove che proprio a Fordo Teheran sta arricchendo l’uranio al 20% e che le nuove centrifughe sono in grado di andare molto oltre. Un po’ troppo per un programma civile per il quale sarebbe sufficiente arricchire l’uranio al 5%.
Ora, il problema non è se l’AIEA e la cricca guidata dalla Ashton crederanno o meno agli iraniani (o faranno finta di crederci), il problema che l’occidente si deve porre e se ci crederanno a Gerusalemme. E si, perché è abbastanza chiaro che Israele si è fermato per dare modo al gruppo dei 5+1 di tentare l’ultima carta dei colloqui per fermare il programma nucleare iraniano,ma se, come si prevede, l’Iran continuerà a prendere tutti per il naso un attacco alle centrali nucleari iraniane sarà inevitabile e non potrà essere rimandato tanto a lungo, elezioni americane o no.
Teheran sta giocando con il fuoco, sta letteralmente camminando sul filo del rasoio e nessuno potrà dire che non ha avuto la possibilità di chiarire in maniera inequivocabile cosa sta facendo con il nucleare. Se fino ad ora non l’ha fatto è perché gli obbiettivi del suo programma nucleare sono militari. Ormai qualsiasi ebete del pianeta lo ha capito, anche coloro che continuano a negarlo.
Se Israele dovesse quindi attaccare le centrali nucleari iraniane (non invadere l’Iran come qualche sciocco sta dicendo in giro per il web) nessuno potrà dire che all’Iran non sono state date tutte le possibilità per chiarire lo scopo del suo programma. Questa è davvero l’ultima chiamata. Se a Gerusalemme non saranno convinti non ci sarà Obama o Ashton che tenga.
Sharon Levi