Un attacco israeliano all’Iran non destabilizzerà il Medio Oriente (analisi)

«Un attacco israeliano all’Iran non destabilizzerà il Medio Oriente, anzi lo renderà molto più sicuro e stabile senza la minaccia nucleare sciita». A dirlo è Ruben Weizman, responsabile per il Medio Oriente di Watch International e Direttore del CASMO (Centro di Analisi Strategiche per il Medio Oriente), un organismo che racchiude i migliori analisti internazionali provenienti da diversi contesti.

«Noi non dobbiamo fare l’errore fatto fino ad oggi di vedere le conseguenze delle azioni in Medio Oriente nell’ottica dell’immediato futuro, ma dobbiamo vederle nell’ottica del lungo periodo – dice ancora Weizman a Secondo Protocollo – cioè dobbiamo chiederci se è meglio un Medio Oriente destabilizzato per un breve periodo nell’immediatezza di un eventuale attacco israeliano alle centrali nucleari iraniane, oppure se non sia più destabilizzante, soprattutto nel lungo periodo, avere un Iran con la bomba atomica».

Il ragionamento di Ruben Weizman parte da un punto che troppo spesso gli analisti, soprattutto quelli americani contrari ad un attacco all’Iran, tendono a dimenticare, cioè che tutti i maggiori Paesi arabi sono assolutamente favorevoli ad un attacco all’Iran per impedire al regime sciita di ottenere la bomba atomica. L’Arabia Saudita, da sempre considerata la principale nemica di Israele, nell’ottica di un attacco all’Iran è arrivata addirittura a mettere a disposizione degli aerei israeliani il proprio spazio aereo e una base militare. «Tutto il mondo sunnita è profondamente preoccupato del fatto che l’Iran possa dotarsi di armi nucleari – dice ancora Weizman – tranne la Siria e Hamas che vedono nell’Iran il mezzo per potersi liberare di Israele».

Ma cosa potrà accadere in Medio Oriente a seguito di un attacco israeliano alle centrali nucleari iraniane? Secondo Weizman niente di catastrofico. «Certamente ci sarà una risposta armata da parte di Hezbollah e di Hamas ma credo che sarà circoscritta. Hezbollah sa benissimo che questa volta non reggerebbe alla reazione israeliana mentre Hamas è perfettamente cosciente che deve la sua sopravvivenza agli aiuti arabi e non a quelli iraniani e che una invasione della Striscia di Gaza da parte israeliana questa volta non si fermerebbe senza la completa eliminazione del gruppo terrorista. Sicuramente le minoranze sciite scenderanno in piazza per protestare ma anche in questo caso saranno manifestazioni circoscritte. Quello che gli analisti tendono spesso a dimenticare – continua ancora Weizman – è che Israele non bombarderà l’Iran nel vero senso della parola, ma colpirà chirurgicamente solo i siti nucleari evitando quindi di fare vittime civili. E’ sbagliato quindi parlare di “attacco all’Iran” ma bisognerebbe parlare di “attacco alle centrali nucleari iraniane”, una distinzione non da poco».

Ma l’Iran ha promesso di reagire in maniera devastante con il lancio di missili su Israele. «C’è la concreta possibilità che Teheran reagisca con il lancio multiplo di missili a lunga distanza – ci dice ancora Weizman – ma non dimentichiamo che Israele dispone di un eccellente sistema antimissile (il sistema Iron Dome n.d.r.) posto a difesa dei principali obbiettivi e città israeliane, poi anche in questo caso ritengo che la reazione sarà limitata specie se il bombardamento israeliano sarà veramente chirurgico».

E le potenze regionali, come la Turchia e l’Egitto, come reagiranno ad un eventuale attacco israeliano alle centrali nucleari iraniane? «Dei Paesi arabi ne abbiamo già parlato. La Turchia, anche se la politica di Erdogan si è fatta sempre più anti-israeliana, teme moltissimo un Iran nucleare che potrebbe vanificare tutti gli sforzi fatti dai turchi per proporsi come potenza regionale quindi, anche se ufficialmente non lo ammetteranno mai, sono favorevoli ad un attacco. Certo, nell’immediato rilasceranno dichiarazioni di fuoco contro Israele ma sotto sotto lo prenderanno come un favore. La stessa cosa vale per l’Egitto».

In sostanza se Israele attaccasse le centrali nucleari iraniane oltre che a se stesso farebbe una grandissimo favore anche agli arabi e alla Turchia? « In sostanza è proprio così. Certo, non ci aspettiamo che i leader arabi ringrazino pubblicamente Israele anzi, come detto, probabilmente ci saranno dichiarazioni di fuoco, ma alla fine tutti ne saranno contenti. E’ per questo che non prevedo una grossa destabilizzazione del Medio Oriente a seguito di un attacco israeliano alle centrali nucleari iraniane».

Ma allora perché gli USA sono così contrari ad un intervento? «Il timore di Obama è quello di essere risucchiato in un conflitto alla vigilia delle elezioni. E poi va detto che gli attuali consiglieri del Presidente non ne capiscono niente di Medio Oriente e prefigurano scenari apocalittici senza ragionarci sopra minimamente. Di fatto, secondo un recente studio, la maggioranza degli americani è per un intervento armato e quindi Obama è tra due fuochi, da un lato chi lo vorrebbe prudente, dall’altro chi lo vorrebbe deciso. Nei fatti ha scelto di rimanere immobile».

E’ possibile che Israele attacchi senza avvisare gli USA e i maggiori alleati? «No, è assolutamente impossibile anche se c’è la possibilità che questi lo neghino».

Mi sembra di capire che tutti vogliano fermare l’Iran ma che vorrebbero che fossero gli israeliani a prendersene la responsabilità storica. Le sembra giusto? «Giusto non è, ma è quello che avviene da sempre. Tutti vorrebbero fermare l’avanzata dell’Islam integralista ma poi alla fine l’unico a fare qualcosa di concreto è proprio Israele. Tutti lo sanno, tutti in qualche modo partecipano, ma ufficialmente non lo fanno. E’ così da quando Israele è nato».

Intervista di Miriam Bolaffi

  1. “Noi non dobbiamo fare l’errore fatto fino ad oggi di vedere le conseguenze delle azioni in Medio Oriente nell’ottica dell’immediato futuro, ma dobbiamo vederle nell’ottica del lungo periodo”

    Appunto.
    L’aviazione israeliana con un attacco molto molto preciso e molto molto potente (più di quanto è in grado di fare, comunque anche l’aviazone israeliana ha dei limiti, mentre l’Iran non è privo di difese e di capacità di mimetizzare e corazzare i bersagli) distrugge diciamo il 10% (ad essere irrealisticamente particolarmente ottimista) del potenziale nucleare iraniano.

    Da anni il Mossad (circa 20, non vorrei sbagliarmi) ci dice che l’Iran è a 12 o 6 mesi da costruire la bomba atomica.
    Distruggiendo un po’ di laboratori, reattori, centrifughe ecc. ecc., poniamo per ipotesi il 10% (generossissima ipotesi, se fosse l’1% sarebbe già tanto, ma facciamo finta che si arrivi al 10%) di quanto si rallenta il nucleare iraniano?
    6 mesi?
    12 mesi?
    24 mesi?

    Più di 36 mesi è irrealistico, anche in caso di successi clamorosi in raid reiterati su più giorni.
    Ma in caso si sostituisca il raid di una notte con una campagna di bombardamenti di più giorni prima o poi un aereo israeliano verrebbe abbattuto, la reazione iraniana si farebbe più forte, il conflitto potrebbe estendersi anche ad altri attori ecc. ecc.

    E allora a cosa è servito il raid?
    A far rischiare una guerra diretta tra l’Iran e Israele?
    A far chiudere gli stretti di Hormuz e creare una crisi globale inarrestabile?
    A convincere definitivamente l’Iran a dotarsi di un grande arsenale atomico?
    A rafforzare i falchi?
    A portare gli USA in guerra contro l’Iran?
    (forse segreta speranza di qualcuno, solo che se poi gli USA perdono che si fa?)

    Se l’Iran vuole il nucleare se lo fa, e non c’è alcun modo per impedirlo.
    Proprio nessuno.
    Appunto una politica attenta all’oggi e non al domani punta a ritardare questo momento.
    Una lungimirante cerca altre strade.

    L’unica via d’uscita per Israele è utilizzare la deterrenza.
    Andava bene contro Mao e Stalin, andrà bene anche contro Ahmadinejad.
    Anzi nella deterrenza Israele è molto avvantaggiato rispetto a Turchia e Arabia Saudita.

    Non sia mai che l’Iran arrivi al nucleare mentre è in corso una guerra d’invasione sui suoi confini.
    è l’unico caso in cui la bomba sarebbe usata, invece di rimanere sugli scaffali.

  2. “Noi non dobbiamo fare l’errore fatto fino ad oggi di vedere le conseguenze delle azioni in Medio Oriente nell’ottica dell’immediato futuro, ma dobbiamo vederle nell’ottica del lungo periodo”

    Appunto.
    L’aviazione israeliana con un attacco molto molto preciso e molto molto potente (più di quanto è in grado di fare, comunque anche l’aviazone israeliana ha dei limiti, mentre l’Iran non è privo di difese e di capacità di mimetizzare e corazzare i bersagli) distrugge diciamo il 10% (ad essere irrealisticamente particolarmente ottimista) del potenziale nucleare iraniano.

    Da anni il Mossad (circa 20, non vorrei sbagliarmi) ci dice che l’Iran è a 12 o 6 mesi da costruire la bomba atomica.
    Distruggiendo un po’ di laboratori, reattori, centrifughe ecc. ecc., poniamo per ipotesi il 10% (generossissima ipotesi, se fosse l’1% sarebbe già tanto, ma facciamo finta che si arrivi al 10%) di quanto si rallenta il nucleare iraniano?
    6 mesi?
    12 mesi?
    24 mesi?

    Più di 36 mesi è irrealistico, anche in caso di successi clamorosi in raid reiterati su più giorni.
    Ma in caso si sostituisca il raid di una notte con una campagna di bombardamenti di più giorni prima o poi un aereo israeliano verrebbe abbattuto, la reazione iraniana si farebbe più forte, il conflitto potrebbe estendersi anche ad altri attori ecc. ecc.

    E allora a cosa è servito il raid?
    A far rischiare una guerra diretta tra l’Iran e Israele?
    A far chiudere gli stretti di Hormuz e creare una crisi globale inarrestabile?
    A convincere definitivamente l’Iran a dotarsi di un grande arsenale atomico?
    A rafforzare i falchi?
    A portare gli USA in guerra contro l’Iran?
    (forse segreta speranza di qualcuno, solo che se poi gli USA perdono che si fa?)

    Se l’Iran vuole il nucleare se lo fa, e non c’è alcun modo per impedirlo.
    Proprio nessuno.
    Appunto una politica attenta all’oggi e non al domani punta a ritardare questo momento.
    Una lungimirante cerca altre strade.

    L’unica via d’uscita per Israele è utilizzare la deterrenza.
    Andava bene contro Mao e Stalin, andrà bene anche contro Ahmadinejad.
    Anzi nella deterrenza Israele è molto avvantaggiato rispetto a Turchia e Arabia Saudita.

    Non sia mai che l’Iran arrivi al nucleare mentre è in corso una guerra d’invasione sui suoi confini.
    è l’unico caso in cui la bomba sarebbe usata, invece di rimanere sugli scaffali.

  3. Provo a dire la mia su una situazione francamente allarmante.
    Il criterio da usare per valutare l’opportunità di un attacco alle centrali iraniane é quello dell’efficacia.
    Per prevedere questa é necessario avere delle informazioni , che non sono in nostro possesso, ma solo eventualmente dei servizi di intelligence.
    Si può comunque pensare che sarebbe considerabile efficace anche solo l’effetto di rinviare di qualche tempo la costruzione dell’atomica iraniana.
    Tuttavia ciò non risolverebbe alla radice il problema.
    C’é una vera soluzione?
    Si, se cambia il regime di Teheran.
    E’ possibile?
    Forse con la partecipazione degli Stati Uniti, e non solo loro, al conflitto. Ma questo difficilmente dovrebbe essere soltanto aereo.
    La cosa sembra improbabile, a meno che l’Iran non faccia la stupidaggine di bloccare lo stretto di Ormuz.
    E’ un bel rompicapo, anche senza considerare l’atteggiamento di Russia e Cina e la situazione economica globale.
    Se così non fosse l’attacco ci sarebbe già stato.
    Aumentare la deterrenza di Israele?
    Questo certamente, ma siamo sicuri che i dirigenti iraniani siano laici e facciano solo finta di credere all’avvento del loro Messia in una situazione da Armageddon?
    Ed infine, ad Israele conviene attendere l’ineluttabile oppure sparigliare, costringendo tutti a prendere posizione?
    Insomma l’iran non é minacciato da nessuno, però minaccia Israele (tra un po’ lo farà con l’atomica) e vuole l’egemonia regionale e fare la voce grossa con l’Europa.
    Anche se l’Iran fosse (e non é) solo un problema di Israele,
    é comprensibile che quest’ultimo agisca in modo da renderlo nei fatti manifestamente un problema di tutti.
    Anche di quelli che dormono.

  4. Provo a dire la mia su una situazione francamente allarmante.
    Il criterio da usare per valutare l’opportunità di un attacco alle centrali iraniane é quello dell’efficacia.
    Per prevedere questa é necessario avere delle informazioni , che non sono in nostro possesso, ma solo eventualmente dei servizi di intelligence.
    Si può comunque pensare che sarebbe considerabile efficace anche solo l’effetto di rinviare di qualche tempo la costruzione dell’atomica iraniana.
    Tuttavia ciò non risolverebbe alla radice il problema.
    C’é una vera soluzione?
    Si, se cambia il regime di Teheran.
    E’ possibile?
    Forse con la partecipazione degli Stati Uniti, e non solo loro, al conflitto. Ma questo difficilmente dovrebbe essere soltanto aereo.
    La cosa sembra improbabile, a meno che l’Iran non faccia la stupidaggine di bloccare lo stretto di Ormuz.
    E’ un bel rompicapo, anche senza considerare l’atteggiamento di Russia e Cina e la situazione economica globale.
    Se così non fosse l’attacco ci sarebbe già stato.
    Aumentare la deterrenza di Israele?
    Questo certamente, ma siamo sicuri che i dirigenti iraniani siano laici e facciano solo finta di credere all’avvento del loro Messia in una situazione da Armageddon?
    Ed infine, ad Israele conviene attendere l’ineluttabile oppure sparigliare, costringendo tutti a prendere posizione?
    Insomma l’iran non é minacciato da nessuno, però minaccia Israele (tra un po’ lo farà con l’atomica) e vuole l’egemonia regionale e fare la voce grossa con l’Europa.
    Anche se l’Iran fosse (e non é) solo un problema di Israele,
    é comprensibile che quest’ultimo agisca in modo da renderlo nei fatti manifestamente un problema di tutti.
    Anche di quelli che dormono.

  5. Il cambio di regime in Iran è assolutamente auspicabile, ma non può avvenire per invasione. Non solo perchè non credo sia molto facile esportare la democrazia con le baionette, ma perchè è un impresa quasi disperata.

    Occorrerebbe infatti un esercito d’occupazione di circa 600.000/700.000 uomini (tra USA, UE e paesi Arabi, cioè una coalizione con interessi divergenti…) per 10 anni (minimo), con un costo spropozionato, il rischio di fallimento critico, ed un tasso d’usura (cioè morti) da Vietnam.
    Questo sempre ammesso e non concesso che l’invasione riesca e non si riveli un fallimento clamoroso delle democrazie, che le indebolisce tutte.

    Questo è il vero interrogativo, l’Iran non è l’ennesima potenza regionale che alla prova dei fatti si scopre una tigre di carta.

    è una potenza industriale e militare in grado di sostenere una guerra tecnologicamente avanzata per tempi medio-lunghi infliggendo severe perdite in combattimenti convenzionali, costruendo linee difensive che vanno violate, utilizzando una difesa aerea che è il suo punto debole ma resta imparagonabile a quella della Libia o dell’Iraq, coinvolgendo alleati e sistemi di lotta non convenzionali (superdollari falsi ad esempio), attuando ritorsioni (con missili o altro), praticando la guerra di corsa a livello oceanico con i suoi sottomarini Kilo (che son pochi ma efficenti), ecc. Quand’anche queste difese convenzionali venissero battute (ed è un’ipotesi, potrebbero anche vincere la battaglia dei confini…) si dovrebbe affrontare una sfiancante guerriglia.

    Inoltre la stessa guerra d’invasione richiederebbe mesi, non sarebbe una cavalcata facile e veloce sul modello della guerra in Iraq. è dalla guerra di Corea che soldati americani non subiscono un bombardamento aereo, è dalla guerra del vietnam che non si trovano sotto un bombardamento di grossi calibri d’artiglieria. Se volessero invadere l’Iran dovrebbero trovarsi di nuovo in questa situazione.
    Non credo che Russia e Cina muoverebbero un dito, sarebbero troppo felici di vedere che gli USA suicidarsi in una guerra enorme, costosissima, quasi eterna.

    Inoltre tutta l’opposizione democratica al regime si schiererebbe compattamente contro “l’occidente” e in difesa della “madrepatria” su posizioni nazionaliste, tanto che gli occupanti non troverebbero uno straccio di forza politica iraniana con cui dialogare per formare un governo civile. A meno che non si riducano ad un governo fantoccio.

    Mentre questa operazione, per i suoi elevatissimi costi, alienerebbe Israele all’oppinione pubblica americana, forse in maniera defintiva, e potrebbe causare un crak finanziario gigantesco.

    In ultima analisi l’Iran è un paese da non invadere.

    Molte nazioni sono già state “impossibili da invadere” in passato, per esempio l’URSS era in questa condizione, nessuna strategia sensata dell’occidente contro i sovietici pensava di invadere il territorio metropolitano sovietico.

    Ed infatti si praticava il contenimento unito alla deterrenza nucleare.
    Che è esattamente la strategia che tutti gli attori regionali, dagli USA a l’Arabia Saudita (incluso fin’ora Israele) adottano nei confronti dell’Iran.
    Se l’Iran costruisse l’atomica e l’usasse sarebbe la fine per l’Iran stesso, e questo tutti lo sanno benissimo.

    In aggiunta in Iran può scoppiare una rivoluzione, ipotesi poco gradita all’Arabia Saudita (l’Iran democratico resterebbe un suo nemico, solo più forte ed autorevole), ma molto vantaggiosa per tutti gli altri (in particolare dubito che un Iran democratico sprederebbe miliardi di dollari per costruire bombe atomiche, o per ipotizzare un attacco ad Israele, certo sarebbe destabilizzante per le monarchie del golfo…)

    “Insomma l’iran non é minacciato da nessuno, però minaccia Israele (tra un po’ lo farà con l’atomica) e vuole l’egemonia regionale e fare la voce grossa con l’Europa.”
    Al contrario l’Iran è “minacciato”, per vie traverse e di “contenimento” da tutti gli attori regionali, che non gli concedono una virgola. Ed il regime è minacciato dalla possibilità di una rivoluzione, che molto maldestramente gli USA vogliono aiutare (ma chiedono anche di dirigere, e i democratici iraniani non si fanno dirigere da nessuno).

    L’egeminia l’ha raggiunta perché è l’economia più forte della regione, ha 65 milioni di abitanti, un buon sistema universitario (se non fosse il paese con il più alto tasso di fuga di cervelli al mondo sarebbe sopra Israele), un sistema di ricerca scientifica in continua crescita, un comparto militar-industriale che nella regione è inferiore solo a quello israeliano (e forse pakistano, ma a breve dovrebbe superarlo) ed in grado di produrre tutto quello che gli serve eccetto, per ora, l’aviazione, ha una grossa marina mercantile, ha un’industria automobilistica e dei motori, della meccanica di precisione, siderurgica ecc. ecc.
    Insomma è una “vera” potenza industriale, in crescita e capace di essere una potenza anche senza il petrolio. Cosa che non si può dire dell’Arabia Saudita…

    Quando crescita iraniana si traduce in disegni greopolitici egenomici viene contrastata da tutti, in Siria, in Libano, in Yemene, in ogni dove, tranne ovviamente che sul suolo iraniano, perché non si può (né si deve) attaccare l’Iran e pensare di farla franca. Non è mica come l’Iraq degli anni ’70-’80, quando Israele (con la benedizione saudita) spianò il (velleitario) programma nucleare iracheno, e lo potè fare impunemente. Oggi un singolo raid aereo su l’Iran potrebbe portare anche solo su Israele una rappresaglia massiccia (e non solo in termini di missili dal Libano e da Gaza, ma anche direttamente dall’Iran).

    Mentre, lo ribadisco, la crescita industriale iraniana nel settore atomico non sarebbe danneggiata, se non di pochissimo. Mentre si correrebbe il rischio di un escalation pericolossissima per Israele (che si troverebbe in brutti guai se i suoi amici non lo aiutano, e visti i tempi non credo lo farebbero).

    Ma anche l’Iran non ha attaccato direttamente e pubblicamente nessuno, certo sostiene vari gruppi anti-israeliani, anti-sauditi, anti-americani (stando ben attento a limitarsi a gruppi che agiscono in medio-oriente, visto che non appoggerà mai attentati contro obbiettivi americani fuori da quella zona, l’Iran è contemporaneamente spregiudicato ma molto più prudente di quanto non fosse, ad esempio, la Libia) finanziandoli, armandoli, addestrandololi (proprio come tutte le potenze della regione fanno nei suoi confronti, anche se con scarsi esiti, si vedano i mujaidin del popolo e la loro triste fine), ma come stato non dichiara la guerra a nessuno dal 1737, non invade nessuno da allora, non combatte altro che guerre difensive.

    La dirigenza iraniana è poi molto differente da quella degli altri nemici storici di Israele, non c’è una famiglia Assad o un leader unico con cui parlare. Non decide tutto uno e per tutti.
    Ahmadinejad non è il “classico” dittatore.
    L’Iran ha un sistema contrario alla democrazia occidentale, ma non è una dittatura militare o una dittatura di partito. é un sistema particolare in cui esistono molti gruppi di potere distinti, ed anche un bilanciamento di poteri garantito dalla costituzione materiale oltre che da quella teorica.
    L’Iran non è uno stato che fa “stronzate” o agisce a caso in preda alla rabbia del momento, è un attore molto razionale, e certamente uno dei più molesti verso Israele perché mai nella sua storia questa nazione si è dovuta confrontare con uno stato così potente ed avanzato, con una gestione così razionale delle sue risorse anche politiche, industriali, propagandistiche e di soft power.

    Certamente Ahmadinejad è ancora più molesto, perché personalmente molto retorico contro Israele. Offensivo. Ma tra 4 o 5 anni Ahmadinejad sarà storia passata, già oggi è evidente come non comandi più, e stia venendo scaricato da tutti i grandi gruppi di potere iraniani, uno alla volta.

    Quando Israele si sentiva minacciato dall’Egitto o dalla Siria negli anni ’50-’80, poteva semplicemente attaccare a testa bassa. Perché anche se le forze armate israeliane erano più piccole (e non di moltissimo) erano meglio armate, addestrate, comandate, equipaggiate, motivate ecc. ecc.
    La guerra era cioè una soluzione estremamente razionale, e le guerre preventive rientravano nelle possibilità.

    Con l’Iran bisogna cambiare completamente approccio, perché non è facile prevedere l’esito di una guerra convenzionale tra Israele e l’Iran, o almeno non lo è com’era verso la Siria del 1982.

    Perchè anzi in alcuni settori (pochi in verità) l’Iran è tecnologicamente più avanti d’Israele
    (i siluri ad esempio, o anche i missili anti nave, guarda caso settori pensati in funzione anti saudita ed anti americana, e non anti israeliana, la politica militare iraniana non è monomaniacale, ed anche questa è una importante differenza rispetto al nemico classico di Israele, che rinforzava la sua difesa pensando solamente al momento in cui avrebbe maciato su Gerusalemme, mentre quando l’Iran valuta un nuovo sistema di difesa lo fa pensando anche al Pakistan, o alle monarchie del golfo, o all’America, o agli stretti di Homruz ecc. ecc. insomma non solo l’Iran non è solo un problema d’Israele, ma tutti lo sanno e lo stesso Iran non muore dalla voglia di far la guerra ad Israele, né considera quello scacchiere il più importante.)

    Da un punto di vista strategico Israele si trova in una calssica situazione di guerra fredda con l’Iran, tutti gli attori regionali hanno accettato questa logica (e fino a prova contraria anche Israele, anche se è l’unico in cui si discute di una guerra “calda”, spero solo come sparata politica della destra a caccia di voti…), e la praticano esattamente come si praticava la “grande guerra fredda” tra USA e URSS: servizi segreti, operazioni coperte, contenimento, guerre periferiche, minacce e contro minacce, corse agli armamenti, ecc. ecc.

    Far passare la guerra fredda a guerra calda non conviene a nessuno, sopratutto ad Israele, sopratutto in questo momento.
    Anche perchè la potenza relativa di Israele nel medio oriente è in diminuzione da 20 anni, e quando una nazione sta perdendo potenza relativa dovrebbe cercare di giocare con la massima prudenza, rendendosi conto che le strategie degli anni ’80 eseguite oggi avrebbero un costo decine di volte superiore per ottenere risultati decine di volte inferiori.

  6. Il cambio di regime in Iran è assolutamente auspicabile, ma non può avvenire per invasione. Non solo perchè non credo sia molto facile esportare la democrazia con le baionette, ma perchè è un impresa quasi disperata.

    Occorrerebbe infatti un esercito d’occupazione di circa 600.000/700.000 uomini (tra USA, UE e paesi Arabi, cioè una coalizione con interessi divergenti…) per 10 anni (minimo), con un costo spropozionato, il rischio di fallimento critico, ed un tasso d’usura (cioè morti) da Vietnam.
    Questo sempre ammesso e non concesso che l’invasione riesca e non si riveli un fallimento clamoroso delle democrazie, che le indebolisce tutte.

    Questo è il vero interrogativo, l’Iran non è l’ennesima potenza regionale che alla prova dei fatti si scopre una tigre di carta.

    è una potenza industriale e militare in grado di sostenere una guerra tecnologicamente avanzata per tempi medio-lunghi infliggendo severe perdite in combattimenti convenzionali, costruendo linee difensive che vanno violate, utilizzando una difesa aerea che è il suo punto debole ma resta imparagonabile a quella della Libia o dell’Iraq, coinvolgendo alleati e sistemi di lotta non convenzionali (superdollari falsi ad esempio), attuando ritorsioni (con missili o altro), praticando la guerra di corsa a livello oceanico con i suoi sottomarini Kilo (che son pochi ma efficenti), ecc. Quand’anche queste difese convenzionali venissero battute (ed è un’ipotesi, potrebbero anche vincere la battaglia dei confini…) si dovrebbe affrontare una sfiancante guerriglia.

    Inoltre la stessa guerra d’invasione richiederebbe mesi, non sarebbe una cavalcata facile e veloce sul modello della guerra in Iraq. è dalla guerra di Corea che soldati americani non subiscono un bombardamento aereo, è dalla guerra del vietnam che non si trovano sotto un bombardamento di grossi calibri d’artiglieria. Se volessero invadere l’Iran dovrebbero trovarsi di nuovo in questa situazione.
    Non credo che Russia e Cina muoverebbero un dito, sarebbero troppo felici di vedere che gli USA suicidarsi in una guerra enorme, costosissima, quasi eterna.

    Inoltre tutta l’opposizione democratica al regime si schiererebbe compattamente contro “l’occidente” e in difesa della “madrepatria” su posizioni nazionaliste, tanto che gli occupanti non troverebbero uno straccio di forza politica iraniana con cui dialogare per formare un governo civile. A meno che non si riducano ad un governo fantoccio.

    Mentre questa operazione, per i suoi elevatissimi costi, alienerebbe Israele all’oppinione pubblica americana, forse in maniera defintiva, e potrebbe causare un crak finanziario gigantesco.

    In ultima analisi l’Iran è un paese da non invadere.

    Molte nazioni sono già state “impossibili da invadere” in passato, per esempio l’URSS era in questa condizione, nessuna strategia sensata dell’occidente contro i sovietici pensava di invadere il territorio metropolitano sovietico.

    Ed infatti si praticava il contenimento unito alla deterrenza nucleare.
    Che è esattamente la strategia che tutti gli attori regionali, dagli USA a l’Arabia Saudita (incluso fin’ora Israele) adottano nei confronti dell’Iran.
    Se l’Iran costruisse l’atomica e l’usasse sarebbe la fine per l’Iran stesso, e questo tutti lo sanno benissimo.

    In aggiunta in Iran può scoppiare una rivoluzione, ipotesi poco gradita all’Arabia Saudita (l’Iran democratico resterebbe un suo nemico, solo più forte ed autorevole), ma molto vantaggiosa per tutti gli altri (in particolare dubito che un Iran democratico sprederebbe miliardi di dollari per costruire bombe atomiche, o per ipotizzare un attacco ad Israele, certo sarebbe destabilizzante per le monarchie del golfo…)

    “Insomma l’iran non é minacciato da nessuno, però minaccia Israele (tra un po’ lo farà con l’atomica) e vuole l’egemonia regionale e fare la voce grossa con l’Europa.”
    Al contrario l’Iran è “minacciato”, per vie traverse e di “contenimento” da tutti gli attori regionali, che non gli concedono una virgola. Ed il regime è minacciato dalla possibilità di una rivoluzione, che molto maldestramente gli USA vogliono aiutare (ma chiedono anche di dirigere, e i democratici iraniani non si fanno dirigere da nessuno).

    L’egeminia l’ha raggiunta perché è l’economia più forte della regione, ha 65 milioni di abitanti, un buon sistema universitario (se non fosse il paese con il più alto tasso di fuga di cervelli al mondo sarebbe sopra Israele), un sistema di ricerca scientifica in continua crescita, un comparto militar-industriale che nella regione è inferiore solo a quello israeliano (e forse pakistano, ma a breve dovrebbe superarlo) ed in grado di produrre tutto quello che gli serve eccetto, per ora, l’aviazione, ha una grossa marina mercantile, ha un’industria automobilistica e dei motori, della meccanica di precisione, siderurgica ecc. ecc.
    Insomma è una “vera” potenza industriale, in crescita e capace di essere una potenza anche senza il petrolio. Cosa che non si può dire dell’Arabia Saudita…

    Quando crescita iraniana si traduce in disegni greopolitici egenomici viene contrastata da tutti, in Siria, in Libano, in Yemene, in ogni dove, tranne ovviamente che sul suolo iraniano, perché non si può (né si deve) attaccare l’Iran e pensare di farla franca. Non è mica come l’Iraq degli anni ’70-’80, quando Israele (con la benedizione saudita) spianò il (velleitario) programma nucleare iracheno, e lo potè fare impunemente. Oggi un singolo raid aereo su l’Iran potrebbe portare anche solo su Israele una rappresaglia massiccia (e non solo in termini di missili dal Libano e da Gaza, ma anche direttamente dall’Iran).

    Mentre, lo ribadisco, la crescita industriale iraniana nel settore atomico non sarebbe danneggiata, se non di pochissimo. Mentre si correrebbe il rischio di un escalation pericolossissima per Israele (che si troverebbe in brutti guai se i suoi amici non lo aiutano, e visti i tempi non credo lo farebbero).

    Ma anche l’Iran non ha attaccato direttamente e pubblicamente nessuno, certo sostiene vari gruppi anti-israeliani, anti-sauditi, anti-americani (stando ben attento a limitarsi a gruppi che agiscono in medio-oriente, visto che non appoggerà mai attentati contro obbiettivi americani fuori da quella zona, l’Iran è contemporaneamente spregiudicato ma molto più prudente di quanto non fosse, ad esempio, la Libia) finanziandoli, armandoli, addestrandololi (proprio come tutte le potenze della regione fanno nei suoi confronti, anche se con scarsi esiti, si vedano i mujaidin del popolo e la loro triste fine), ma come stato non dichiara la guerra a nessuno dal 1737, non invade nessuno da allora, non combatte altro che guerre difensive.

    La dirigenza iraniana è poi molto differente da quella degli altri nemici storici di Israele, non c’è una famiglia Assad o un leader unico con cui parlare. Non decide tutto uno e per tutti.
    Ahmadinejad non è il “classico” dittatore.
    L’Iran ha un sistema contrario alla democrazia occidentale, ma non è una dittatura militare o una dittatura di partito. é un sistema particolare in cui esistono molti gruppi di potere distinti, ed anche un bilanciamento di poteri garantito dalla costituzione materiale oltre che da quella teorica.
    L’Iran non è uno stato che fa “stronzate” o agisce a caso in preda alla rabbia del momento, è un attore molto razionale, e certamente uno dei più molesti verso Israele perché mai nella sua storia questa nazione si è dovuta confrontare con uno stato così potente ed avanzato, con una gestione così razionale delle sue risorse anche politiche, industriali, propagandistiche e di soft power.

    Certamente Ahmadinejad è ancora più molesto, perché personalmente molto retorico contro Israele. Offensivo. Ma tra 4 o 5 anni Ahmadinejad sarà storia passata, già oggi è evidente come non comandi più, e stia venendo scaricato da tutti i grandi gruppi di potere iraniani, uno alla volta.

    Quando Israele si sentiva minacciato dall’Egitto o dalla Siria negli anni ’50-’80, poteva semplicemente attaccare a testa bassa. Perché anche se le forze armate israeliane erano più piccole (e non di moltissimo) erano meglio armate, addestrate, comandate, equipaggiate, motivate ecc. ecc.
    La guerra era cioè una soluzione estremamente razionale, e le guerre preventive rientravano nelle possibilità.

    Con l’Iran bisogna cambiare completamente approccio, perché non è facile prevedere l’esito di una guerra convenzionale tra Israele e l’Iran, o almeno non lo è com’era verso la Siria del 1982.

    Perchè anzi in alcuni settori (pochi in verità) l’Iran è tecnologicamente più avanti d’Israele
    (i siluri ad esempio, o anche i missili anti nave, guarda caso settori pensati in funzione anti saudita ed anti americana, e non anti israeliana, la politica militare iraniana non è monomaniacale, ed anche questa è una importante differenza rispetto al nemico classico di Israele, che rinforzava la sua difesa pensando solamente al momento in cui avrebbe maciato su Gerusalemme, mentre quando l’Iran valuta un nuovo sistema di difesa lo fa pensando anche al Pakistan, o alle monarchie del golfo, o all’America, o agli stretti di Homruz ecc. ecc. insomma non solo l’Iran non è solo un problema d’Israele, ma tutti lo sanno e lo stesso Iran non muore dalla voglia di far la guerra ad Israele, né considera quello scacchiere il più importante.)

    Da un punto di vista strategico Israele si trova in una calssica situazione di guerra fredda con l’Iran, tutti gli attori regionali hanno accettato questa logica (e fino a prova contraria anche Israele, anche se è l’unico in cui si discute di una guerra “calda”, spero solo come sparata politica della destra a caccia di voti…), e la praticano esattamente come si praticava la “grande guerra fredda” tra USA e URSS: servizi segreti, operazioni coperte, contenimento, guerre periferiche, minacce e contro minacce, corse agli armamenti, ecc. ecc.

    Far passare la guerra fredda a guerra calda non conviene a nessuno, sopratutto ad Israele, sopratutto in questo momento.
    Anche perchè la potenza relativa di Israele nel medio oriente è in diminuzione da 20 anni, e quando una nazione sta perdendo potenza relativa dovrebbe cercare di giocare con la massima prudenza, rendendosi conto che le strategie degli anni ’80 eseguite oggi avrebbero un costo decine di volte superiore per ottenere risultati decine di volte inferiori.

  7. Molto interessante il commento di Peverelli, tuttavia vedo che si parla di “invasione” mentre a me sembra che in Israele si parli solo di “bombardamenti chirurgici” sulle centrali atomiche e non di una invasione o di una guerra in campo aperto. Credo che in occidente si faccia proprio questo errore, non valutare bene quali siano le reali intenzioni di Israele

  8. Molto interessante il commento di Peverelli, tuttavia vedo che si parla di “invasione” mentre a me sembra che in Israele si parli solo di “bombardamenti chirurgici” sulle centrali atomiche e non di una invasione o di una guerra in campo aperto. Credo che in occidente si faccia proprio questo errore, non valutare bene quali siano le reali intenzioni di Israele

  9. Ringrazio Valerio Peverelli per la cortese, circostanziata e interessante risposta, che rivela una conoscenza dell’Iran certamente superiore alla mia , sia dal punto di vista economico che da quello militare.
    Pertanto le sue valutazioni possono essere considerate sicuramente più autorevoli delle mie.
    Il mio precedente commento si basava sulla constatazione che la vera soluzione sarebbe un cambio di regime in quel paese e che un simile risultato, se ottenuto con un azione di forza , richiederebbe un intervento non solo americano, e quindi particolarmente oneroso, oltre che improbabile.
    Naturalmente non sono in grado di valutare in tutti gli aspetti lo scenario che ne deriverebbe, (guerra di corsa sottomarina e così via).
    Ora, l’auspicio del cambio di regime é espresso anche da Peverelli.
    Tuttavia- se da ulteriori, più precise e attendibili valutazioni di tipo operativo ( che io non sono in grado di fare e non l’ho neanche preteso)- emerge in modo inequivocabile che anche l’ipotesi di un intervento multinazionale (certamente onerosissimo) non sortirebbe con ogni probabilità l’effetto voluto, ma farebbe pagare dei costi esorbitanti a tutti, allora c’é da concludere che manca una vera soluzione.
    C’é da sperare che basti la deterrenza.
    Appunto sperare.
    E, a questo proposito, mi é lecito almeno sperare che i democratici presenti nella società iraniana siano particolarmente numerosi e naturalmente più democratici che “patriottici”?

  10. Ringrazio Valerio Peverelli per la cortese, circostanziata e interessante risposta, che rivela una conoscenza dell’Iran certamente superiore alla mia , sia dal punto di vista economico che da quello militare.
    Pertanto le sue valutazioni possono essere considerate sicuramente più autorevoli delle mie.
    Il mio precedente commento si basava sulla constatazione che la vera soluzione sarebbe un cambio di regime in quel paese e che un simile risultato, se ottenuto con un azione di forza , richiederebbe un intervento non solo americano, e quindi particolarmente oneroso, oltre che improbabile.
    Naturalmente non sono in grado di valutare in tutti gli aspetti lo scenario che ne deriverebbe, (guerra di corsa sottomarina e così via).
    Ora, l’auspicio del cambio di regime é espresso anche da Peverelli.
    Tuttavia- se da ulteriori, più precise e attendibili valutazioni di tipo operativo ( che io non sono in grado di fare e non l’ho neanche preteso)- emerge in modo inequivocabile che anche l’ipotesi di un intervento multinazionale (certamente onerosissimo) non sortirebbe con ogni probabilità l’effetto voluto, ma farebbe pagare dei costi esorbitanti a tutti, allora c’é da concludere che manca una vera soluzione.
    C’é da sperare che basti la deterrenza.
    Appunto sperare.
    E, a questo proposito, mi é lecito almeno sperare che i democratici presenti nella società iraniana siano particolarmente numerosi e naturalmente più democratici che “patriottici”?

  11. QUANDO SI INCOMINCIA UNA NUOVA GUERRA NON SI SA QUANDO FINIRA’. ANCHE PER LA SECONDA GUERRA MONDIALE CREDEVANO CHE SAREBBE STATA UNA GUERRA LAMPO ED INVECE E’ DURATA SEI ANNI. IL DUCE DISSE: MI BASTANO POCHE MIGLIAIA DI MORTI PER SEDERMI DA VINCITORE AL TAVOLO DELLA PACE. ALL’INIZIO LA GUERRA ERA FRA LA GERMANIA LA FRANCIA E L’INGHILTERRA, MA POI SONO ENTRATI GLI USA, LA RUSSIA ED ALLORA SI E’ ESTESA.
    POTREBBE SUCCEDERE BENISSIMO LA STESSA COSA PER IL MEDIO ORIENTE E DEFLAGRARE IN UN TERZO CONFLITTO MONDIALE CHE DISTRUGGEREBBE L’UMANITA’ PECCATRICE!

  12. QUANDO SI INCOMINCIA UNA NUOVA GUERRA NON SI SA QUANDO FINIRA’. ANCHE PER LA SECONDA GUERRA MONDIALE CREDEVANO CHE SAREBBE STATA UNA GUERRA LAMPO ED INVECE E’ DURATA SEI ANNI. IL DUCE DISSE: MI BASTANO POCHE MIGLIAIA DI MORTI PER SEDERMI DA VINCITORE AL TAVOLO DELLA PACE. ALL’INIZIO LA GUERRA ERA FRA LA GERMANIA LA FRANCIA E L’INGHILTERRA, MA POI SONO ENTRATI GLI USA, LA RUSSIA ED ALLORA SI E’ ESTESA.
    POTREBBE SUCCEDERE BENISSIMO LA STESSA COSA PER IL MEDIO ORIENTE E DEFLAGRARE IN UN TERZO CONFLITTO MONDIALE CHE DISTRUGGEREBBE L’UMANITA’ PECCATRICE!

  13. Caro Paolo, questa umanità peccatrice quando scrive usa la lettera maiuscola per iniziare, e alla fine chiude il discorso con un punto, con un punto interrogativo, o con quello di domanda. Ma cosa importante è non scrivere tutto in stampatello, perché sinonimo di arroganza e di poca educazione.
    E’ proprio questa umanità peccatrice, che non smetterà mai di essere peccatrice, il vero problema che non ci farà vivere tranquilli. Se poi diamo retta a tutti quelli come te (pericolosi pacifisti sventolatori della bandiera della pace), che pensano di piegarsi a novanta gradi al cospetto della prepotenza e dell’arroganza nazionalistica iraniana, staremo veramente freschi!

  14. Caro Paolo, questa umanità peccatrice quando scrive usa la lettera maiuscola per iniziare, e alla fine chiude il discorso con un punto, con un punto interrogativo, o con quello di domanda. Ma cosa importante è non scrivere tutto in stampatello, perché sinonimo di arroganza e di poca educazione.
    E’ proprio questa umanità peccatrice, che non smetterà mai di essere peccatrice, il vero problema che non ci farà vivere tranquilli. Se poi diamo retta a tutti quelli come te (pericolosi pacifisti sventolatori della bandiera della pace), che pensano di piegarsi a novanta gradi al cospetto della prepotenza e dell’arroganza nazionalistica iraniana, staremo veramente freschi!

  15. Caro Dido, te li ricordi quelli che trent’anni fa si opponevano agli euromissili necessari a bilanciare gli ss20 sovietici, dicendo: “meglio rossi che morti”. Io me li ricordo e a questo proposito mi permetto di suggerirti una piccola modifica. Tu dei pacifisti dici “che pensano di piegarsi a novanta gradi” ecc., io direi, se sei d’accordo ” che stanno bene piegati sempre a novanta gradi” ecc. ecc. E’ una questione di postura ormai acquisita.
    Un saluto.

  16. Caro Dido, te li ricordi quelli che trent’anni fa si opponevano agli euromissili necessari a bilanciare gli ss20 sovietici, dicendo: “meglio rossi che morti”. Io me li ricordo e a questo proposito mi permetto di suggerirti una piccola modifica. Tu dei pacifisti dici “che pensano di piegarsi a novanta gradi” ecc., io direi, se sei d’accordo ” che stanno bene piegati sempre a novanta gradi” ecc. ecc. E’ una questione di postura ormai acquisita.
    Un saluto.

  17. Ragazzi.. se Israele attacca e l’Iran accennasse una risposta beh.. L’Iran (che fa tanta paura ai poverini europei e americani) si ritroverebbe con l’aeronautica, marina, programma nucleare e prestigio sbriciolati in meno di 15 giorni. E’ la storia che l’insegna, basta leggere delle guerre d’Israele, della sua storia e della sua tecnologia militare/logistica (in parecchi casi superiore agli USA). Israele, pur cosi’ piccola, ha una potenza militare clamorosamente elevata, e sopratutto una determinazione non paragonabile agli altri stati. Per Israele, l’Iran che dichiara di voler spazzare via gli Ebrei, non puo’ avere armi nucleari e state pur certi che l’Iran arriverà alle macerie prima di montare una testata nucleare su uno solo dei suoi vettori… Poi ovvio che gli USA appoggeranno l’intervento, in maniera più o meno intensa ma sopratutto in maniera molto “dietro le quinte”. La Cina probabilmente non entrerà nel merito, perchè far scoppiare una guerra mondiale ora che ha raggiunto le vette dell’economia mondiale?. La russia verrà convinta, in fondo, anche loro non vogliono un Iran potenza nucleare. Sono d’accordissimo quando ho letto che tutti “grideranno allo scandalo” ma che chiusi i microfoni tireranno un bel sospiro di sollievo nel vedere l’Iran ridotto a cagnolino bastonato. L’Europa non metterà di certo il bastone tra le ruote d’Israele come non lo farà Canada, Australia e il sud america. Per ultima cosa, vorrei ribadire che la superiorità militare, offensiva e difensiva Israeliana è, (confrontata con quella Iraniana), totale.. sia in ambito terrestre, marino e aereo. Basta leggere e informarsi per rendersi conto di quanto sia immenso il gap, poi ovvio, l’Iran in questi ultimi 2 anni ha cercato d’impressionare (fortunatamente solo gli incompetenti) mostrando le proprie armi e missili.. beh tutto questo bello spot terminerà tra breve se il programma nucleare non cesserà immediatamente (cosa praticamente impossibile considerando chi è il leader Iraniano).. La IAEA ha provato 2 o 3 giorni fa l’ultima carta disperata per il controllo della centrale di Parchin.. naturalmente l’accesso è stato negato e l’ultima disperata carta ONU (e passaporto “legale” per la guerra) è stata (come temuto dai più) stracciata.
    Entro Dicembre avverrà l’attacco penso.
    Ciao

  18. Ragazzi.. se Israele attacca e l’Iran accennasse una risposta beh.. L’Iran (che fa tanta paura ai poverini europei e americani) si ritroverebbe con l’aeronautica, marina, programma nucleare e prestigio sbriciolati in meno di 15 giorni. E’ la storia che l’insegna, basta leggere delle guerre d’Israele, della sua storia e della sua tecnologia militare/logistica (in parecchi casi superiore agli USA). Israele, pur cosi’ piccola, ha una potenza militare clamorosamente elevata, e sopratutto una determinazione non paragonabile agli altri stati. Per Israele, l’Iran che dichiara di voler spazzare via gli Ebrei, non puo’ avere armi nucleari e state pur certi che l’Iran arriverà alle macerie prima di montare una testata nucleare su uno solo dei suoi vettori… Poi ovvio che gli USA appoggeranno l’intervento, in maniera più o meno intensa ma sopratutto in maniera molto “dietro le quinte”. La Cina probabilmente non entrerà nel merito, perchè far scoppiare una guerra mondiale ora che ha raggiunto le vette dell’economia mondiale?. La russia verrà convinta, in fondo, anche loro non vogliono un Iran potenza nucleare. Sono d’accordissimo quando ho letto che tutti “grideranno allo scandalo” ma che chiusi i microfoni tireranno un bel sospiro di sollievo nel vedere l’Iran ridotto a cagnolino bastonato. L’Europa non metterà di certo il bastone tra le ruote d’Israele come non lo farà Canada, Australia e il sud america. Per ultima cosa, vorrei ribadire che la superiorità militare, offensiva e difensiva Israeliana è, (confrontata con quella Iraniana), totale.. sia in ambito terrestre, marino e aereo. Basta leggere e informarsi per rendersi conto di quanto sia immenso il gap, poi ovvio, l’Iran in questi ultimi 2 anni ha cercato d’impressionare (fortunatamente solo gli incompetenti) mostrando le proprie armi e missili.. beh tutto questo bello spot terminerà tra breve se il programma nucleare non cesserà immediatamente (cosa praticamente impossibile considerando chi è il leader Iraniano).. La IAEA ha provato 2 o 3 giorni fa l’ultima carta disperata per il controllo della centrale di Parchin.. naturalmente l’accesso è stato negato e l’ultima disperata carta ONU (e passaporto “legale” per la guerra) è stata (come temuto dai più) stracciata.
    Entro Dicembre avverrà l’attacco penso.
    Ciao

  19. Il commentatore Aldo si esalta tutto a magnificare la potenza militare di israele, quasi fosse la sua patria. Dimentica di dire che israele si è costruito il suo arsenale nucleare senza che nessuna Aiea andasse a romper le palle in casa sua, a differenza di quanto sta facendo, da anni, nei confronti dell’Iran. Due pesi e due misure che io trovo sinceramente inaccettabili. Secondo punto, Israele la sua potenza distruttiva non esita a scatenarla contro le popolazioni civili che hanno la disgrazia di essere alla sua portata. Non mi risulta che, dopo il 1737, l’Iran abbia mai attaccato nessuno. Un’ultima nota : in Iran vive la più grossa comunità ebraica al di fuori di israele, con decine di sinagoghe e il diritto di eleggere propri rappresentanti in parlamento, altro che minaccia di uccidere tutti gli ebrei come la rozza propaganda sionista non si stanca di ripetere! Faccia meno propaganda, caro sig. Aldo e si informi anche al di fuori dei suoi normali canali che immagino benissimo quali siano!

  20. Il commentatore Aldo si esalta tutto a magnificare la potenza militare di israele, quasi fosse la sua patria. Dimentica di dire che israele si è costruito il suo arsenale nucleare senza che nessuna Aiea andasse a romper le palle in casa sua, a differenza di quanto sta facendo, da anni, nei confronti dell’Iran. Due pesi e due misure che io trovo sinceramente inaccettabili. Secondo punto, Israele la sua potenza distruttiva non esita a scatenarla contro le popolazioni civili che hanno la disgrazia di essere alla sua portata. Non mi risulta che, dopo il 1737, l’Iran abbia mai attaccato nessuno. Un’ultima nota : in Iran vive la più grossa comunità ebraica al di fuori di israele, con decine di sinagoghe e il diritto di eleggere propri rappresentanti in parlamento, altro che minaccia di uccidere tutti gli ebrei come la rozza propaganda sionista non si stanca di ripetere! Faccia meno propaganda, caro sig. Aldo e si informi anche al di fuori dei suoi normali canali che immagino benissimo quali siano!

  21. Goffredo, io non mi esalto nel pensare alla guerra, anzi, ne ho il terrore. Ho solo una gran voglia di leggere e capire le cose. Per quanto riguarda l’arsenale nucleare Israeliano, ti prego, dimmi le tue fonti, sarei curioso di sapere da dove hai ottenuto tale informazione. Leggere su 100 pagine di blog a caso su Internet che Israele possiede armi nucleari è leggermente diverso che avere le prove. Ma ovviamente, tu non hai bisogno di prove e Israele per te ha le atomiche e basta. Io aggiungo, che anche se fosse vero, beh, siamo entrambi fortunati che le abbia Israele e non qualche paese Arabo comandato da estremisti religiosi come l’Iran. Tu parli di Israele che scatena la sua potenza militare contro i civili.. dimostrando un’ignoranza e una malafede in materia che rasenta il comico e che rende davvero assurdo avere un dialogo… Tutte le volte che Israele ha attaccato qualcuno è sempre stato per legittima difesa del proprio territorio, dalla guerra dei 6 giorni a oggi. E ti ricordo che la nascita dello stato Ebraico fu votata dalla quasi totalità dei paesi mondiali e dalla quasi totalità dei paesi Arabi e che i palestinesi fino a quel momento proprio non avevano nulla riguardo una propria nazione dato che, fino alla nascita di Israele, i palestinesi erano solo abitanti della colonia Inglese.Se non avessero mai tentato di attaccare Israele, avrebbero ancora metà del territorio Israeliano.. ma come tu sicuramente saprai, la guerra dei sei giorni non l’ha iniziata Israele e se questo non è ben chiaro allora credo sia inutile avere uno scambio di opinioni con te.
    La palestina non è mai esistita come stato, mai. Mai i palestinesi hanno avuto una loro nazione con dei loro confini e anche se tornassimo indietro di 2000 anni, sarebbe esattamente cosi’. Quella terra era la terra con maggioranza Ebraica e minoranze curde, turche, sciite ecc. Altro che balle. E la storia non la facciamo noi con le nostre idee o con le nostre preferenze.. la storia la scrivono i fatti. Poi il fatto che oggi nell’era di Internet ogni ignorante possa riscriverla a favore dei propri gusti, è un’altra faccenda e ognuno faccia pure il proprio personale conto con la propria coscenza.
    Tornando al discorso Iran – Israele, l’atomica Iraniana non la vuole nessuno nemmeno tra i paesi Arabi, forse solo la Siria.
    Io non faccio propaganda Sionista dato che non amo la politica. Magari prima di scrivere certe affermazioni, pensi che non è detto che uno scriva per forza per schierarsi. Io non ne ho bisogno, mi piace solo analizzare i fatti, gia’ di per se molto difficili da ricostruire senza bisogno di buttarci dentro preferenze e idee da ragazzini dei centri sociali.
    Ciao.

  22. Goffredo, io non mi esalto nel pensare alla guerra, anzi, ne ho il terrore. Ho solo una gran voglia di leggere e capire le cose. Per quanto riguarda l’arsenale nucleare Israeliano, ti prego, dimmi le tue fonti, sarei curioso di sapere da dove hai ottenuto tale informazione. Leggere su 100 pagine di blog a caso su Internet che Israele possiede armi nucleari è leggermente diverso che avere le prove. Ma ovviamente, tu non hai bisogno di prove e Israele per te ha le atomiche e basta. Io aggiungo, che anche se fosse vero, beh, siamo entrambi fortunati che le abbia Israele e non qualche paese Arabo comandato da estremisti religiosi come l’Iran. Tu parli di Israele che scatena la sua potenza militare contro i civili.. dimostrando un’ignoranza e una malafede in materia che rasenta il comico e che rende davvero assurdo avere un dialogo… Tutte le volte che Israele ha attaccato qualcuno è sempre stato per legittima difesa del proprio territorio, dalla guerra dei 6 giorni a oggi. E ti ricordo che la nascita dello stato Ebraico fu votata dalla quasi totalità dei paesi mondiali e dalla quasi totalità dei paesi Arabi e che i palestinesi fino a quel momento proprio non avevano nulla riguardo una propria nazione dato che, fino alla nascita di Israele, i palestinesi erano solo abitanti della colonia Inglese.Se non avessero mai tentato di attaccare Israele, avrebbero ancora metà del territorio Israeliano.. ma come tu sicuramente saprai, la guerra dei sei giorni non l’ha iniziata Israele e se questo non è ben chiaro allora credo sia inutile avere uno scambio di opinioni con te.
    La palestina non è mai esistita come stato, mai. Mai i palestinesi hanno avuto una loro nazione con dei loro confini e anche se tornassimo indietro di 2000 anni, sarebbe esattamente cosi’. Quella terra era la terra con maggioranza Ebraica e minoranze curde, turche, sciite ecc. Altro che balle. E la storia non la facciamo noi con le nostre idee o con le nostre preferenze.. la storia la scrivono i fatti. Poi il fatto che oggi nell’era di Internet ogni ignorante possa riscriverla a favore dei propri gusti, è un’altra faccenda e ognuno faccia pure il proprio personale conto con la propria coscenza.
    Tornando al discorso Iran – Israele, l’atomica Iraniana non la vuole nessuno nemmeno tra i paesi Arabi, forse solo la Siria.
    Io non faccio propaganda Sionista dato che non amo la politica. Magari prima di scrivere certe affermazioni, pensi che non è detto che uno scriva per forza per schierarsi. Io non ne ho bisogno, mi piace solo analizzare i fatti, gia’ di per se molto difficili da ricostruire senza bisogno di buttarci dentro preferenze e idee da ragazzini dei centri sociali.
    Ciao.

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