Continua senza sosta l’epurazione degli apparati e dei personaggi laici in Turchia ordinata da Erdogan. L’ultimo a cadere sotto ma scimitarra nazi-islamica è stato il generale Ilker Basbug, ex capo di stato maggiore dell’esercito, pensionato anzitempo nel 2010.
L’accusa, che è valsa l’arresto dell’ex generale, è la solita che ormai il regime nazi-islamico di Erdogan ci ha abituati a conoscere, quella di aver ordito un complotto per far cadere il Governo. Secondo l’accusa l’ex generale quando era al comando di uno dei più potenti eserciti del mondo, avrebbe complottato insieme ad altri per far cadere il Governo Erdogan arrivando a compiere azioni contro la Turchia. L’accusa è quella di alto tradimento. Il fatto strano è che a ordinare l’arresto di Ilker Basbug è stato un tribunale civile e non una corte penale come invece dovrebbe essere, fatto questo che conferma ancora una volta come anche la giustizia, che in un Paese laico dovrebbe essere indipendente dal potere politico, sia in effetti nelle mani di Erdogan che ne dispone a piacimento.
L’arresto di Ilker Basbug è l’ultima puntata di una lotta intestina tra il movimento filo-islamico di Erdogan, falsamente definito moderato, e la parte laica del Paese che vede nell’esercito l’ultimo baluardo della difesa della laicità dello Stato voluta dal fondatore della Turchia, Mustafa Kemal Ataturk, che prevedeva proprio l’esercito come unico difensore dello Stato laico.
Con l’arresto di Ilker Basbug sono circa 200 i militari turchi giudicati ostili a Erdogan finiti in galera con l’accusa di alto tradimento. A questi si aggiungono 97 giornalisti (strano che in occidente non se ne parli), blogger, intellettuali e uomini politici laici, tutti accusati di essere nemici della Turchia solo perché invece di uno Stato islamico vorrebbero uno Stato laico. Secondo alcune organizzazioni per la difesa dei Diritti Umani turche, Erdogan sta usando i tribunali come mezzo per far fuori gli oppositori e per intimidire gli incerti. Di fatto chiunque osi contrastare il Furer turco finisce in galera.
Sarah F.