Lo hanno fatto in segreto perché il fatto è di una gravità inaudita che merita un attenta analisi da parte del Governo israeliano ed una adeguata ed efficace risposta. Secondo quanto si è appreso da diverse fonti diplomatiche europee in Israele, la Gran Bretagna avrebbe presentato all’Unione Europea un documento (al momento ancora segreto) nel quale avanza alcune proposte volte a costringere il Governo Israeliano a cambiare il suo atteggiamento verso la minoranza araba.
Il documento segreto elaborato dai diplomatici britannici descrive una situazione del tutto fuorviante e lontanissima dalla realtà che non solo offende la democrazia israeliana ma è anche una inedita e clamorosa interferenza nella politica interna di uno Stato sovrano che oltretutto non fa nemmeno parte dell’Unione Europea.
Nel documento, il cui contenuto è stato riferito da alcuni diplomatici europei che intendono mantenere l’anonimato, si afferma (mentendo) che i cittadini arabo-israeliani sarebbero “fortemente discriminati” in diversi settori della società civile israeliana e in particolare si fa riferimento al fatto che Israele vorrebbe introdurre per legge la definizione di “Stato Ebraico”, fatto questo a cui l’Unione Europea (non si sa bene a che titolo) dovrebbe opporsi con tutto il suo peso. Non solo, nello stesso documento si afferma che tutte le colpe dei mancati progressi nelle trattative con i palestinesi sono da attribuirsi a Israele. Per questo motivo, conclude il documento (27 pagine di delirio), l’Unione Europea dovrebbe mettere in campo tutte le risorse per fare in modo di “costringere” Israele a non fare leggi che siano discriminatorie per gli arabi.
Prima di tutto va detto che non è assolutamente vero che i cittadini arabo-israeliani siano discriminati in Israele tanto che hanno persino una rappresentanza alla Knesset. E poi il fatto che Israele voglia per legge definirsi una “Stato Ebraico” non solo è assolutamente legittimo, ma non ci risulta che qualcuno abbia protestato per le definizioni di “Repubblica islamica” o “Regno islamico” usati da diversi Stati arabi o musulmani. Non solo, non ci risulta nemmeno che qualcuno (tantomeno la Gran Bretagna) abbia mai chiesto all’Unione Europea di protestare contro le discriminazioni verso i cristiani fatte in Arabia Saudita e in molti altri Stati islamici nel mondo.
E’ chiaro quindi che siamo di fronte all’ennesimo attacco indiscriminato portato contro Israele da parte di diplomatici britannici che, in perfetta sintonia con la rappresentate della politica estera europea, la baronessa inglese Catherine Ashton, cercano in tutti i modi di mettere in difficoltà lo Stato Ebraico e favorire gli arabi.
E’ altrettanto chiaro che Israele non può e non deve sottostare a questi assurdi e ingiustificabili attacchi che oltre ad essere una palese interferenza nella politica interna di uno Stato sovrano e democratico, prefigurano una chiara politica ostile nei confronti della democrazia israeliana in quanto si tenta attraverso palesi menzogne di screditare lo Stato di Israele di fronte all’Unione Europea e al consesso internazionale.
Miriam Bolaffi