Ieri in Siria vi è stato l’ennesimo massacro quando la gente è scesa in piazza dopo la preghiera del venerdì per protestare contro il regime di Assad e per chiedere la liberazione delle decine di bambini incarcerati. Ad Hama, città a nord di Damasco, ci sono stati almeno 67 morti. Morti e feriti anche a Damasco.
La polizia speciale – guidata da elementi dei pasdaran iraniani – e l’esercito hanno aperto il fuoco sulla folla inerme facendo decine di vittime e di feriti. La situazione in Siria è al collasso. Secondo informazioni raccolte da alcuni fuggitivi che sono riusciti a passare in Giordania, manca praticamente di tutto, compreso i beni essenziali. La polizia speciale ha bloccato praticamente tute le attività nel tentativo, fino ad ora vano, di costringere la popolazione a recedere dalle manifestazioni. Il risultato è una vera e propria crisi umanitaria che si aggiunge alla crisi di Diritto ormai cronica in Siria.
Allora mi chiedo: perché invece che organizzare flotille per Gaza, dove non manca niente, non si organizza una bella flotilla per la Siria? Li si che ce ne sarebbe bisogno. Non solo di beni essenziali di prima necessità, ma anche di quella solidarietà internazionale che fino ad ora è mancata totalmente al popolo siriano mentre si è manifestata in tutte le sue forme, comprese quelle estremiste, per la Palestina.
Perché i deputati europei che hanno dato la loro disponibilità a partecipare alla ridicola flotilla per Gaza, non fanno lo stesso per la Siria? Perché Catherine Ashton, così attiva nel difendere i terroristi di Hamas, non si prodiga anche per quei poveri siriani che ogni giorno si fanno massacrare dagli assassini siriani e iraniani?
Certo che è imbarazzante questa inattività dei cosiddetti “pacifisti” nei confronti della Siria, specie se si confronta con l’estrema attività che si vede nei confronti dei palestinesi che, per altro, non hanno bisogno di niente e non sono oppressi da una dittatura feroce come quella di Assad. Che dire poi del’attivismo mostrato da questi ambigui personaggi che si definiscono “pacifisti” nei confronti della cosiddetta “primavera egiziana” quando l’ex regime sparò sui manifestanti uccidendone qualche decina? In Siria ne muoiono a decine ogni giorno ma nessuno fa un fiato. Come nessuno ha fatto un fiato quando il nuovo regime egiziano ha sparato sui manifestanti solo una decina di giorni fa. La cosa mi sembra piuttosto ambigua. Il sangue siriano non è come quello egiziano? Probabilmente no,almeno per i cosiddetti “pacifisti”.
E quel potrebbe essere il motivo per cui il sangue siriano non è come quello egiziano o, peggio ancora, come quello palestinese? Azzardo una risposta: la ragione va ricercata in una singola parola, Israele. Pensateci bene, prima la rivoluzione egiziana andava bene perché il vecchio dittatore aveva normalizzato le relazioni con lo stato ebraico e quindi andava abbattuto. Ora che il regime è comandato da un manipolo di generali e invece che una dittatura mascherata da democrazia c’è una vera e propria dittatura militare, ma ostile a Israele e, oltretutto, filo-iraniana, va tutto benissimo, compreso sparare sui giovani che si sono accorti di non aver ottenuto quello che volevano. Con la Siria è la stessa cosa. Perché sostenere un movimento popolare che vuole abbattere un dittatore nemico di Israele nel nome dei Diritti? Meglio lasciarli al loro destino. Meglio Assad di un “normalizzatore”. Ricordate? Era successa la stessa cosa con le manifestazioni in Iran dove i cosiddetti “pacifisti” erano addirittura arrivati a sostenere che ci fosse Israele dietro a quelle manifestazioni nelle quali si chiedano più Diritti.
E’ l’ipocrisia dei cosiddetti “pacifisti”, di quelli che si definiscono “persone di pace” ma che mascherano il loro odio razziale dietro ad assurde manifestazioni come la “freedom flotilla”. Sfido chiunque a controbattere quello che affermo e a dimostrare il contrario. E’ semplice. Basta dirottare almeno una nave, una zattera, della freedom flotilla verso le coste siriane. E vediamo se i cosiddetti “pacifisti” sono onesti oppure sono solo dei finti pacifisti antisemiti.
Miriam Bolaffi