Non si può negare la forte preoccupazione che serpeggia in queste ore tra coloro che stanno monitorando la situazione italiana, come non si può negare la fortissima sensazione che ci si trovi di fronte ad una vera e propria emergenza democratica. Un vero attacco al Diritto e alle Istituzioni senza precedenti attraverso l’uso di apparati dello Stato e al monopolio dei media.
Innanzi tutto è evidente a tutti (salvo a chi non la vuol vedere) la sproporzione dell’attenzione mediatica tra fatti penalmente e politicamente irrilevanti come quelli che hanno investito il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, e altri fatti che invece di rilevanza penale e politica ne hanno eccome e che riguardano uomini di Governo ad altissimi livelli (a partire dal Premier) di cui invece i Media non parlano affatto, il che è già una “anomalia democratica”, la prima di una lunga serie che vede coinvolto proprio il Premier, padrone di svariate televisioni e di diverse testate giornalistiche, sia cartacee che sul web. Questa anomalia, tutta italiana, si chiama “conflitto di interessi”.
Ma il conflitto di interessi non è l’anomalia democratica più evidente sebbene non sia cosa da poco. Ci sono altri fatti che se presi uno ad uno formano un quadro del tutto inedito per la storia italiana, fatti assolutamente allarmanti sui quali è necessario riflettere attentamente e fare molta attenzione sulle possibili conseguenze.
Il primo fatto, forse il più allarmante, è l’attacco di una carica dello Stato (il Premier) a un’altra carica (il Presidente della Camera) attraverso l’uso di mezzi a disposizione proprio dello Stato. Sembra infatti ormai più che accertato che elementi dei servizi segreti italiani siano stati (e probabilmente sono ancora) nell’isola di St. Lucia per acquisire informazioni e documenti su fatti che riguardano l’ormai tristemente famoso appartamento di Montecarlo sul quale i media del Premier hanno accentrato l’attenzione negli ultimi mesi. Non solo, a lavorare nell’ombra ci sarebbero anche servizi segreti russi (quasi certamente) e libici (la traccia viene da una telefonata ad Anno Zero ma è improbabile). Il fatto di usare i servizi segreti italiani per demolire l’avversario politico è gravissimo ma non è, purtroppo, inedito nella storia italiana. Quello che invece è assolutamente inedito è l’uso di servizi segreti di altri Stati che teoricamente dovrebbero essere nemici del nostro Paese.
Il secondo fatto gravissimo, ricollegabile al conflitto di interessi di cui si parlava sopra, è quello che riguarda il tentativo, neppure tanto velato, di zittire le poche voci di dissenso nei confronti del Premier. Gli attacchi contro “Anno Zero” di Santoro e contro “Parla con Me” della Dandini, portati attraverso dirigenti Rai (e quindi pubblici), le effusioni affettive e senza ritegno verso il Premier e la sua politica di alcuni direttori di TG o di importanti presentatori abbinate al pressoché totale silenziamento delle “voci contro” (indimenticabile la trasmissione a senso unico del TG1 durante il famoso discorso di Fini a Mirabello) sono l segno di una prepotenza antidemocratica molto simile a quella che si vede in Russia, con la sola differenza (per ora) che in Russia i giornalisti scomodi li ammazzano. Insomma, in TV deve andare solo chi parla bene del Premier e della sua politica, chi non mostra il “Paese reale” ma quello “virtuale” creato dalla potentissima macchina di propaganda mediatica del Premier. Una situazione bulgara.
Il terzo fatto, ormai noto da tempo ma fortemente reiterato negli ultimi tempi, è il continuo attacco del Premier all’organo democratico di garanzia per eccellenza, la Magistratura. In questo momento nel mondo solo pochi premier attaccano la magistratura nel tentativo di controllarla come sta facendo il Premier italiano. Tra questi Putin, Hugo Chavez e pochi altri “dittatori democratici”, il che è tutto un dire. Il bello (o il brutto) è che la scusa è sempre quella: magistratura politicizzata, magistratura rossa (o nera a seconda del Paese), magistratura che vuole sovvertire l’ordine democratico ecc. ecc.
Ci sarebbe ancora molto da dire sull’argomento (leggi ad personam e ad aziendam), P3, condannati o indagati per mafia in Parlamento o al Senato, indagini in corso per strage (dalla Procura di Firenze), rifiuto totale di presentarsi davanti ai giudici ecc. ecc. ma ci limiteremo a questo quadro che riteniamo assolutamente allarmante per la Democrazia del nostro Paese. Ci sarebbe da parlare, a dire il vero, anche delle forti accelerazioni secessioniste della Lega di cui però ci occuperemo a tempo debito.
Questa associazione ritiene che lo Stato democratico sia messo gravemente in pericolo da queste azioni e ritiene il quadro attuale della situazione politica italiana assolutamente in linea con i rischi di un atto di forza contro il sistema democratico. Per questo motivo invita le Istituzioni di garanzia dello Stato, a partire dal Presidente della Repubblica, a vigilare attentamente su quanto sta avvenendo in Italia. Il rischio che si vada verso un sistema autoritario è sempre più evidente e, purtroppo, tangibile.
Secondo Protocollo