E’ curioso come i media occidentali, sempre pronti a segnalare ogni minima scioccheza che riguardi i palestinesi, non abbiano minimamente fatto cenno ai gravissimi episodi accaduti nei giorni scorsi nel Sud del Libano ai danni della missione di pace UNIFIL.
I fatti: da diverse settimane le pattuglie UNIFIL, che su richiesta delle Nazioni Unite hanno intensificato i controlli nei villaggi a ridosso del confine con la Siria, sono state fatto oggetto di attacchi, minacce e intimidazioni da parte di uomini armati di Hezbollah. I fatti più gravi sono accaduti nei villaggi di Khirbet Silim e, soprattutto, nel villaggio di Qabrikha, dove sono rimasti feriti alcuni militari di UNIFIL. Secondo il Generale Alberto Cuevas Asarta, comandante di UNIFIL, la situazione sta velocemente degenerando ed è chiaro il tentativo di Hezbollah di allontanare i militari di UNIFIL dal sud del Libano o, quantomeno, dalle zone di confine con la Siria da dove arrivano le armi destinate al gruppo terrorista. Secondo alcune fonti non confermate, a dare manforte ai terroristi durante gli attacchi ci sarebbero stati anche elementi dell’esercito libanese.
La teoria secondo cui soldati dell’esercito libanese avrebbero partecipato agli attacchi a UNIFIL è stata smentita ieri dal Primo Ministro libanese, Saad Hariri, durante un incontro avvenuto a Parigi con il Presidente egiziano, Hosni Mubarak. I due leader erano a Parigi per incontri separati con la dirigenza francese la quale, a seguito dei fatti avvenuti nel Sud del Libano, ha convocato per oggi una riunione d’emergenza con i comandanti dei contingenti francese, italiano e spagnolo di UNIFIL. Allo studio dei comandanti e dei politici ci sarebbe un perfezionamento del meccanismo di controllo di UNIFIL sul continuo via vai di armi che negli ultimi anni ha portato il gruppo terrorista di Hezbollah a essere più armato dello stesso esercito libanese. In sostanza, si ammette che le regole della missione UNIFIL non hanno impedito ad Hezbollah di armarsi e ora si vorrebbero cambiare. E’ come chiudere la stalla dopo che i buoi sono fuggiti.
L’impressione generale è che in questo particolare momento la presenza di UNIFIL nel settore est del Libano Meridionale non sia affatto gradita. Siria, Iran ed Hezbollah vogliono quella zona libera da occhi indiscreti e non hanno digerito la decisione dei vertici di UNIFIL di aumentare i controlli proprio in quella zona. Da qui gli attacchi alle pattuglie della missione di pace. Insomma, UNIFIL va bene (va benissimo) per interdire i controlli israeliani, ma se si tratta di mettere i bastoni tra le ruote al colossale traffico di armi tra Siria, Iran ed Hezbollah, allora non va più bene e quindi vanno allontanati.
Vedremo quali decisioni prenderanno i vertici militari italiani, francesi e spagnoli, ma l’impressione è che nulla cambierà. La presenza di UNIFIL in configurazione anti-israeliana fa troppo comodo. L’importante è che non vadano oltre e che non mettano i bastoni tra le ruote ad Hezbollah e ai loro traffici.
Secondo Protocollo