Di Pietro chiama alle armi, clima politico pericoloso. Appello alla politica

Quando ieri abbiamo visto arrivare la mail dell’Onorevole Antonio Di Pietro ci siamo tutti chiesti se veramente era scritta da lui oppure se fosse uno scherzo. La mail si intitolava “CHIAMATA ALLE ARMI” e aveva un contenuto a dir poco ambiguo, a nostro avviso facilmente interpretabile da qualche mente poco lucida.

Non ci piace parlare di politica ma quando i politici non solo non fanno il loro dovere ma sobillano sibillinamente alla rivolta armata si entra nel nostro settore di intervento. Il clima politico in Italia è arrivato ad un punto in cui gli schieramenti si accusano reciprocamente di golpe, di truffa elettorale, di brogli e di ogni tipo di nefandezza. In questo clima, messaggi come quello dell’Onorevole Di Pietro sono benzina sul fuoco e rischiano veramente di incendiare gli animi, specie di quelli più esagitati.

Già di diversi giorni in rete su alcuni blog della sinistra antagonista si leggono messaggi poco rassicuranti. Proprio ieri un blogger di estrema sinistra scriveva “è ora di prendere il potere”, spiegando bene e senza tanti giri di parola cosa intendeva con quel titolo. Ma anche a destra non mancano i richiami alla lotta armata e al “consolidamento del potere” attraverso mezzi violenti. La rete veicola molto velocemente i messaggi ed è facile che qualche esaltato si faccia prendere la mano. Se poi a dire di “prendere le armi” è un politico del calibro di Di Pietro la cosa si fa davvero seria e pericolosa.

Nella sua mail di ieri l’Onorevole Di Pietro scrive anche cose fondamentalmente condivisibili come quando dice che “nessun governo in nessuna democrazia può cambiare le regole elettorali durante il periodo elettorale. Nessun governo in nessuna democrazia può “interpretare” le leggi al posto della magistratura”. Ma poi quando dice “è tempo di chiamata alle armi” invitando tutti a scendere in piazza sabato prossimo contro il Governo introduce una variabile che un politico serio non dovrebbe nemmeno mai sfiorare. Qui si va ben oltre le parole di biasimo, oltre le lamentele (anche giustificate), si va ben oltre la denuncia, qui si sfiora la sobillazione.

Ora si dirà che l’Onorevole Di Pietro con quella frase intendeva una mobilitazione pacifica contro il Governo e non un vera e propria “chiamata alle armi”. Si dirà che la nostra è una interpretazione forzata di quelle parole. Beh, lasciateci dire che in un clima politico come quello che sta vivendo l’Italia in questo momento quella frase è un vero e proprio macigno. E lasciateci anche pensare che Di Pietro non sia così ingenuo da non valutare attentamente il peso di una frase del genere.

E siccome siamo in par condicio ci sembra doveroso richiamare all’ordine anche la destra che con il suo comportamento non favorisce certo il dialogo e, anzi, spinge molta gente a pensare che una frase come quella detta da Di Pietro sia fondamentalmente giusta.

Ieri il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha definito l’aria politica “una bolgia”. Visto come stanno evolvendo le cose quella definizione ci sembra molto riduttiva. Si respira aria da “anni di piombo”, altro che bolgia.

Per questo motivo chiediamo a tutte le forze politiche una maggiore serietà e coerenza. Al Governo chiediamo di lavorare per risolvere i problemi del Paese, che sono tanti e non più derogabili. All’opposizione chiediamo di vigilare sull’operato del Governo e di essere propositiva. Ad ambedue gli schieramenti chiediamo di isolare i facinorosi e i sobillatori. Il clima politico è troppo infuocato e questo è pericoloso per la democrazia. In un clima del genere fare una “chiamata alle armi” significa implicitamente autorizzare altri Tartaglia, altri psicopatici a mettere in atto azioni violente, significa convincere le frange violente (e ce ne sono) a passare dalle parole ai fatti, dalle semplici minacce alla vera e propria azione. In questo momento l’Italia non ha davvero bisogno di questo.

Secondo Protocollo