Ecco perché chiediamo la chiusura della UNRWA. Parte seconda

Continuiamo oggi a spiegare perché secondo noi la UNRWA va chiusa. Dopo il primo capitolo pubblicato lo scorso 8 aprile dove abbiamo spiegato le incongruenze sotto l’aspetto del Diritto Internazionale legate alla nascita della UNRWA, oggi affrontiamo il tema della istigazione all’odio e all’antisemitismo nonché a compiere attentati contro civili israeliani da parte di dipendenti della UNRWA.

Istigazione all’odio e a compiere attentati

Nel settembre del 2015 un rapporto di UN Watch seguito da un secondo a novembre metteva in risalto come alcuni dipendenti della UNRWA agendo sui social media fomentassero l’odio verso gli israeliani e incitassero i palestinesi a compiere attentati, un atteggiamento che esula totalmente dallo scopo “umanitario” e dalla neutralità che dovrebbero contraddistinguere tutte le agenzie ONU. Un Watch inviò immediatamente il rapporto con le prove al Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, e al capo della UNRWA, Pierre Krähenbühl, chiedendo spiegazioni e la rimozione immediata dei dipendenti che si erano resi protagonisti di questi incresciosi e illegali episodi. In tutta risposta ottennero una velenosa e surreale dichiarazione del portavoce della UNRWA, Chris Gunness, lo stesso che giustificava in un video gli attentati palestinesi contro civili israeliani e che aveva invitato a boicottare il Jerusalem Post, il quale con una dichiarazione alla stampa affermava che

UN Watch inganna le persone… la sua credibilità è nulla… nessuno potrà mai più credere a quello che scrivono… mi appello ai giornalisti: per favore non montate una storia con le accuse prive di fondamento di UN Watch sull’antisemitismo…Bisogna scoprire quali sono i collegamenti di UN Watch in campo finanziario e politico…

in sostanza non sono bastate le prove inoppugnabili fornite da UN Watch che alti funzionari della UNRWA fomentavano odio e incitavano i palestinesi a compiere attentati, la dirigenza della UNRWA ha risposto in modo sprezzante cercando di intaccare la credibilità di una organizzazione che da anni monitora le Nazioni Unite senza alcun orientamento politico o collegamento ad alcun campo finanziario o politico, a differenza invece proprio della UNRWA che in violazione del Diritto internazionale e della imparzialità dell’Onu è scesa apertamente in campo prendendo una posizione chiaramente politica a favore del terrorismo palestinese. E’ vero che con molto ritardo le Nazioni Unite hanno annunciato di aver fatto rimuovere “più di 90 pagine Facebook” e di aver sottoposto “alcuni dipendenti della UNRWA a sanzioni disciplinari” ma senza specificare ne quali pagine avessero fatto rimuovere né tanto meno quali dipendenti siano stati sottoposti a sanzioni disciplinari e cosa queste comportassero. Insomma, una risposta del tutto inadeguata volta più a fermare lo scandalo che a fare giustizia.


Conclusione

E’ ampiamente provato e documentato che importanti dipendenti della UNRWA, a partire dal suo portavoce, nel corso degli ultimi mesi durante i quali si è rischiata l’esplosione di una terza intifada e ci sono stati centinaia di attentati contro civili israeliani, hanno sistematicamente e deliberatamente incitato all’odio antisemita e a compiere attentati usando i social media come una vera e propria arma di offesa. E’ quindi altrettanto chiaro che la UNRWA non è più (se lo è mai stata) un organismo umanitario e imparziale, ma è a tutti gli effetti un organo politico che sfrutta la copertura fornita dalle Nazioni Unite per portare avanti una feroce campagna antisemita e volta a incitare atti di terrorismo da parte dei giovani palestinesi contro inermi cittadini israeliani.

Nei prossimi capitoli parleremo delle connessioni tra UNRWA e i gruppi terroristici palestinesi e di come nelle scuole della UNRWA ai bambini venga insegnato l’odio verso gli ebrei e venga loro inculcata una mentalità di violenza.

Fonte Rights Reporter