Tunisia: salafiti contro libertà di espressione. Allarme radicalismo islamico

Tunisia – E’ forte allarme per l’acuirsi del radicalismo islamico in Tunisia e per gli attacchi alla libertà di stampa e di espressione portati nelle ultime settimane da gruppi di salafiti armati che sembrano agire con il beneplacito del Governo.

L’ultimo episodio solo pochi giorni fa quando un gruppo di salafiti ha attaccato il poeta Mohamed Al-Saghir Ahmed Awlad all’uscita di un programma televisivo dove era stato ospite e nel quale aveva apertamente criticato gli estremisti islamici. Ma sono decine e decine gli attacchi a giornalisti critici verso l’islam radicale. Persino diverse redazioni di giornali laici sono state prese d’assalto dagli estremisti islamici.

A dover sottostare ai dicktat dei salafiti sono anche attori e comici. Lo scorso 14 agosto gli estremisti islamici hanno impedito una rappresentazione teatrale che criticava l’estremismo islamico prendendo letteralmente a bastonate il comico tunisino Lutfi Abdali. Stessa sorte anche per altri spettacoli “laici”. Assaltati anche diversi locali dove si suona dal vivo o dove viene riprodotta musica occidentale. Sono  permessi solo spettacoli inneggianti alla Jihad come quello a cui ha preso parte il terrorista libanese omicida di bamabini, Samir Kuntar, accolto come un eroe nella cittadina di Bizerte, poco a nord di Tunisi.

Tutti i giornalisti laici o critici verso il Governo e l’estremismo islamico sono diventati degli obbiettivi per i salafiti” ci dice una fonte da Tunisi. Sembra che i salafiti abbiano diffuso anche una lista di giornalisti da colpire. “Abbiamo paura per noi e per le nostre famiglie” dice ancora la fonte.

Questo è il risultato della “primavera araba” in Tunisia. Un Paese considerato tra i più liberali del mondo islamico improvvisamente sprofondato nel medioevo e nell’oscurantismo islamico.

Non nascondiamo la nostra profonda preoccupazione per quanto sta avvenendo in Tunisia e per le possibili ripercussioni sia nei Paesi vicini che in Europa. Per questo chiediamo all’Unione Europea di avviare al più presto una indagine conoscitiva sulla reale situazione della democrazia nel Paese magrebino prima di provvedere alla pioggia di aiuti promessi al Governo islamista tunisino.

Secondo Protocollo