Siria: Israele prepara operazione militare per bloccare le armi chimiche di Assad

Siria – La notizia è di quelle destinate a far discutere e a far scatenare il folto popolo dei complottisti. Secondo Channel 10 il Ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, avrebbe ordinato all’IDF e all’intelligence militare israeliana di monitorare attentamente i movimenti delle armi chimiche siriane e di tenersi pronti ad un intervento per evitare che tali armi finiscano in mano ad Hezbollah. 

In sostanza, detto in parole povere, Israele si sta preparando ad un intervento in Siria finalizzato ad impedire che le armi chimiche di Assad finiscano in mano agli Hezbollah, un vero e proprio incubo che Gerusalemme non può permettere che si avveri.

«Ho incaricato i militari e l’intelligence di aumentare i preparativi per fare ciò che va fatto nel caso ci sia il rischio che le armi chimiche siriane finiscano in mano ad Hezbollah» ha detto Barak a Channel 10 aggiungendo che «stiamo seguendo anche il trasferimento di sistemi avanzati d’arma, in particolare i sistemi antiaerei, i missili terra/terra e altri sistemi moderni, tutte armi che potrebbero finire in Libano ed è una cosa che non possiamo permettere».

In questa “operazione” Israele si sta muovendo in concerto con gli stati Uniti e con Unifil, la forza Onu presente nel sud del Libano. Anche l’intelligence americana è fortemente impegnata a monitorare ogni movimento delle armi di Assad e la preoccupazione che finiscano in mano agli Hezbollah è molto forte. Unifil ha intensificato i pattugliamenti della zona di confine tra il Libano e la Siria ma, oltre ad avere poche serie possibilità di bloccare le armi siriane (non lo ha mai fatto in tanti anni) non può superare la cosiddetta “linea blu” delimitata dal fiume Litani, per cui la Siria ed Hezbollah potrebbero tranquillamente spostare le armi siriane a nord del fiume Litani senza che Unifil possa intervenire.

Giovedì scorso Barak ha visitato gli avamposti dell’IDF nelle alture del Golan e ha ordinato un ulteriore potenziamento delle strutture militari, sia in previsione di un intervento volto a bloccare le armi siriane che a contrastare un eventuale massiccio afflusso di profughi siriani nel caso di caduta di Assad.