In un editoriale apparso oggi su YNET news intitolato “fine dei giochi palestinesi”, Guy Bechor mette in guardia Israele sul pericoloso doppio gioco di Abu Mazen, che lo rende addirittura più temibile di Hamas per la sopravvivenza dello Stato Ebraico.
Bechor fa infatti notare come ci sia molta ipocrisia nelle parole di condanna di Abu Mazen in merito al massacro di Itamar dove una famiglia è stata sterminata da mani assassine palestinesi. Da un lato Abu Mazen condanna l’attacco terroristico, dall’altro lavora duro per mettere a rischio l’esistenza di Israele. E’ un comportamento che non può più essere taciuto e, soprattutto, permesso.
L’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) gestisce infatti, sia presso le Nazioni Unite che presso altri contesti, una campagna anti-israeliana senza precedenti che nemmeno Arafat aveva avuto il coraggio di portare avanti. La ANP inculca continuamente odio verso Israele attraverso una campagna fatta di bugie e di sotterfugi che paradossalmente la rendono più pericolosa di Hamas in quanto mira alla costituzione di uno Stato binazionale, ma lo fa con l’inganno, cioè facendo credere di volere due Stati per due popoli e di essere l’interlocutore moderato per Israele. Niente di più falso.
Mentre Abu Mazen condannava a parole il massacro di Itamar, proteggeva i suoi autori e continuava subdolamente la delegittimazione di Israele sottointendendo che “in fondo quei coloni se la sono cercata” e faceva notare alle Nazioni Unite come Itamar sia un villaggio circondato da villaggi palestinesi e che “quella è terra palestinese”.
Beh, è ora di finirla di sostenere l’Autorità Nazionale Palestinese che per molte cose, compresa la propria sopravvivenza, dipende proprio da Israele. Lo Stato ebraico non può permettersi il lusso di tenere una serpe in seno senza reagire per compiacere l’alleato americano, purtroppo sempre più molle e vicino alle posizioni arabe. Israele deve prepararsi a mettere fine all’esistenza della ANP, un organismo che oltretutto è ampiamente e notoriamente corrotto. Abu Mazen non può più essere l’interlocutore palestinese con lo Stato Ebraico anche perché non è nemmeno più legittimato dal voto popolare.
Concludendo, è giusto trattare con i palestinesi, ma la trattativa non può più essere condotta con l’Autorità Nazionale Palestinese che si è rivelata più e più volte una entità assolutamente e subdolamente ostile a Israele. Di interlocutori validi ce ne sono molti altri. Per troppo tempo Israele ha avuto pazienza, prima con Arafat e poi con Abu Mazen. E’ ora che lo stato ebraico reagisca per garantirsi il proprio Diritto ad esistere in maniera definitiva.
Sharon Levi