In Italia sono troppo presi dalle vicende interne per seguire con la giusta attenzione quello che ogni giorno emerge dai documenti diffusi da Wikileaks, documenti che ci restituiscono una immagine del Presidente Obama debole e confusionaria, specialmente per quanto riguarda la questione iraniana.
Gli ultimi cablo diffusi ci raccontano della preoccupazione egiziana, trasmessa agli alleati americani, in merito al piano iraniano di reclutare i beduini nella penisola del Sinai per far arrivare armi nella Striscia di Gaza. Il piano, molto dettagliato, è stato scoperto dai servizi segreti egiziani alla fine del 2009 i quali lo hanno immediatamente segnalato all’ambasciata americana al Cairo e alle controparti israeliane. Il capo dei servizi segreti egiziani, Omar Suleiman, parlando con l’ambasciatore americano ha espresso forte preoccupazione sia per questo piano che per quello, scoperto agli inizi del 2010, di promuovere attentati sempre nella penisola del Sinai, meta turistica preferita dagli israeliani. Nello stesso colloquio Suleiman riferiva del tentativo degli Hezbollah libanesi di creare una cellula all’interno dell’Egitto, piano scoperto e sventato dall’intelligence egiziana. E qui viene il bello, perché dal file diffuso da Wikileaks si capisce benissimo la diversa percezione che hanno gli egiziani e gli americani della minaccia iraniana. I primi la percepiscono come reale e concreta, mentre i secondi non gli danno tanto peso.
Questo è solo uno dei tanti cablo diplomatici diffusi da Wikileaks che ci disegnano un Presidente Obama (e conseguentemente la diplomazia americana) arroccato nella posizione del dialogo con l’Iran, il tutto mentre Teheran ordisce complotti, organizza alleanze con gruppi terroristici, cerca di insinuarsi in Paesi come l’Egitto, l’Arabia Saudita, l’Iraq e altri Paesi arabi, organizza una vera e propria guerra nello Yemen e rifornisce di armi Hezbollah e Hamas senza nascondere il suo vero obbiettivo, che è la distruzione di Israele.
Francamente la posizione tenuta dal Presidente americano è del tutto incomprensibile e non può essere giustificata solo dall’incompetenza del giovane Obama. Quello che sembra evidente è che Barack Obama sta giocando con il fuoco solo per essersi assunto l’onere di cercare di controllare lo Stato Ebraico, onere che oltretutto non gli ha chiesto nessuno, nemmeno i Paesi Arabi preoccupati molto di più dal programma nucleare e dall’espansionismo iraniano piuttosto che dalla costruzione di colonie ebraiche in Cisgiordania.
Ora addirittura emerge che gli USA e la Turchia stanno trattando segretamente con l’Iran per la sospensione dell’arricchimento dell’uranio in cambio della cancellazione delle sanzioni internazionali, come se ci si potesse fidare ciecamente delle promesse iraniane.
Appare evidente che la politica americana è passata da una alleanza di ferro con i Paesi Arabi e con Israele a una alleanza segreta con la Turchia al fine di favorire l’Iran, cioè il maggior nemico degli arabi e di Israele.
Perché Obama faccia questo non è chiaro ma è evidente che questa politica può portare solo guai. La speranza è che la sonora sconfitta elettorale subita nelle elezioni di midterm ridimensioni e corregga la politica estera di Obama e che lo porti a trattare l’Iran per quello che è realmente: il nemico pubblico numero uno per tutto il mondo. Diversamente saranno guai seri.
Sharon Levi