Gerusalemme 2 agosto 2010 – Dopo l’attentato di martedì che ha provocato quattro morti, un nuovo attentato – rivendicato anche in questo caso da Hamas – ha colpito due civili in Cisgiordania. Il nuovo attacco è avvenuto nei pressi di Rimonim Junction, in Cisgiordania, e ha colpito una coppia di israeliani, ambedue trentenni, che viaggiava a bordo di una macchina. I due sono feriti ma non sono in gravi condizioni.
Secondo la ricostruzione fatta dal portavoce dell’esercito israeliano, i due sono riusciti ad uscire dall’autovettura colpita e a nascondersi in uno wadi da dove hanno chiesto aiuto. L’azione è già stata rivendicata dall’ala militare di Hamas, “le Brigate dei Martiri di al-Aqsa”.
Intanto continuano gli arresti dell’Autorità Nazionale Palestinese ai danni di militanti di Hamas in Cisgiordania. Ieri si segnalava l’arresto di 300 attivisti di Hamas, ma anche durante la notte appena passata si segnalano diverse attività preventive delle forze di sicurezza palestinesi.
Questo secondo attacco, che arriva in concomitanza con l’inizio a Washington dei colloqui di pace tra l’Autorità Nazionale Palestinese e il Governo israeliano, dimostra definitivamente che Hamas farà di tutto per impedire una soluzione pacifica al conflitto israelo-palestinese.
Ed è proprio questo il nodo cruciale, ancora più importante del blocco degli insediamenti. Il problema vero è Hamas che si oppone a qualsiasi accordo tra israeliani e palestinesi. Lo ha detto molto chiaramente ieri il portavoce del gruppo terrorista che ha affermato che “la pace ci sarà solo quando Israele sarà completamente distrutta”.
E’ evidente la strategia del gruppo terrorista: iniziare una serie di attentati contro civili israeliani in Cisgiordania allo scopo di seminare il terrore e di scatenare la reazione di Israele. E’ altrettanto chiaro che l’infiltrazione di Hamas in Cisgiordania è più profonda di quanto si pensasse e questo potrebbe essere veramente un grosso problema. Da mesi arrivano da più parti diversi allarmi sul tentativo di Hamas di conquistare anche la West Bank. Lo scorso mese di febbraio la nostra organizzazione aveva lanciato l’allarme per una possibile terza intifada fomentata dall’esterno, allarme che ribadiamo essere più forte che mai se Hamas dovesse riuscire a scatenare una reazione israeliana o dei coloni.
E così mentre a Washington da oggi si inizierà a parlare di pace senza però fare i conti con l’oste (Hamas), in Cisgiordania è partita la caccia all’ebreo allo scopo di boicottare proprio i colloqui di pace e l’Autorità Nazionale Palestinese. E se la storia insegna qualcosa, Hamas riuscirà nel suo scopo.
Rebecca Neumann