Più andiamo a fondo al caso di Gaetano Sparti, da oltre due anni sequestrato negli Emirati Arabi Uniti e letteralmente abbandonato dalle Istituzioni italiane, e più viene fuori il puzzo di marcio che una (all’apparenza) piccola storia come questa nasconde. C’è veramente di tutto tanto che ci vediamo costretti a preparare un lungo dossier per riassumere tutta la storia e le implicazioni internazionali e italiane che essa comporta.
Tuttavia, mentre prepariamo il dettagliato dossier sul quale lavoriamo da settimane ma che a causa dei continui e quotidiani aggiornamenti non riusciamo a finire, sarà il caso di fare un piccolo riassunto sulle maggiori implicazioni che presenta questo torbido caso.
Le parti in causa – le parti in causa sono Gaetano Sparti, ingegnere italiano ex dipendente della Nalco Italia, consociata alla Nalco Company Corporate. Dall’altra parte c’è la Nalco Gulf, con sede a Dubai e anch’essa consociata alla Nalco Company Corporate.
Le accuse – La Nalco Gulf accusa inizialmente Gaetano Sparti di essersi appropriato in associazione con tale Max Goeldi, cittadino indiano dipendente della Nalco Gulf, di una somma considerevole pari a 1.938.834 dollari americani e di aver fondato, sempre con Max Goeldi, una società che faceva lo stesso lavoro della Nalco Gulf attraverso il sistema denominato Rak Free Zone, un sistema unico e che esiste solo negli Emirati Arabi Uniti che permette l’apertura di aziende e di conti correnti senza tante formalità (noi lo abbiamo fatto in mezzora) e senza alcun controllo, il che permette a queste “finte aziende” di superare tutti i controlli e tutti gli embargo e quindi di commercializzare con qualsiasi paese.
Le indagini preliminari – Il 14 marzo 2008 mentre Gaetano Sparti si appresta a fare rientro in Italia viene fermato dalla polizia di Dubai e gli viene sequestrato il passaporto a causa delle accuse mossegli dalla Nalco Gulf. Iniziano così le indagini preliminari che in un modo o nell’altro si trascinano per oltre un anno e mezzo, periodo nel quale il sig. Sparti non può lasciare gli Emirati Arabi Uniti ed è costretto a vivere (a proprie spese) in un albergo di Dubai. Iniziano a manifestarsi le prime stranezze. Il giudice incaricato di fare le indagini preliminare rinvia continuamente le udienze e non riesce a trovare alcuna prova contro Gaetano Sparti. Tuttavia continua a rifiutare di restituirgli il passaporto tenendolo di fatto sotto sequestro. Al Ministero della Giustizia di Abu dabi però non risulta che Gaetano Sparti sia inserito nella black list di coloro che non possono lasciare il Paese e quindi sarebbe sufficiente che le autorità italiane gli rilasciassero un nuovo passaporto per farlo rientrare in Italia, operazione che oltretutto sarebbe più che lecita visto il lunghissimo periodo passato dal momento del sequestro del passaporto. Le autorità italiane però si rifiutano di farlo adducendo scuse banali e senza fondamento. In realtà non vogliono rovinare i rapporti con l’emirato di Dubai (quali rapporti li vedremo dettagliatamente nel dossier in preparazione). Nel frattempo la nostra associazione cerca in tutti i modi di rendere nota alla stampa e a diversi parlamentari la vicenda scandalosa di cui è vittima Gaetano Sparti, ma ogni giornalista e/o parlamentare che fa domande su questa storia viene immediatamente bloccato da “altissimi livelli della Farnesina” adducendo la motivazione di “un caso molto complesso nel quale (addirittura) sarebbero coinvolti i servizi segreti di diversi Paesi”. In realtà non c’è niente di tutto questo ma c’è solo un business miliardario con gli Emirati Arabi Uniti e in particolare con l’emirato di Dubai che alla Farnesina non vogliono rovinare per un solo (piccolo) uomo che oltretutto ha avuto l’ardire di difendersi tirando fuori la verità su tutti i loschi affari che le multinazionali possono fare nell’emirato. In conclusione dopo un anno e mezzo Gaetano Sparti viene rinviato a giudizio con l’accusa di “non aver impedito al sig. Max Goeldi di appropriarsi di quella somma (in termini pratici viene accusato di negligenza). Sparite le altre accuse. Il passaporto continua a essere trattenuto dalle autorità di Dubai, ad Abu Dhabi continuano a dire che il sig. Sparti potrebbe lasciare il Paese in qualsiasi momento, noi continuiamo a chiedere una copia del passaporto, la Farnesina continua a rifiutarsi di farlo.
Il processo – Ed eccoci arrivati al tanto atteso processo. E qui fa fatta una premessa: negli Emirati Arabi Uniti vige la Sharia, cioè la legge islamica. In base alla Sharia una persona accusata di un qualsiasi reato deve essere portato davanti al giudice nel giro di brevissimo tempo (i tempi medi negli E.A.U. sono di tre mesi). Per Gaetano Sparti sono passati un anno e mezzo. Fatta questa doverosa premessa passiamo a parlare del processo. Il giudice inizia la stessa storia del suo predecessore addetto alle indagini preliminari, inizia cioè a rinviare continuamente e con qualsiasi scusa le udienze. La Nalco Gulf è rappresentata in questo processo niente meno che da Habib Mohamed Sharif Al Mula che poi altro non è che l’avvocato dell’Emiro di Dubai. Un avvocato del genere costa qualche milione di dollari il tutto per una accusa di negligenza oltretutto molto dubbia. Ma non sono le uniche stranezze. I testimoni non si presentano e quando lo fanno sono accompagnati dai vertici della Nalco Corporate (non quindi da quelli della Nalco Gulf), quindi siamo ai massimi livelli. I vertici della Nalco possono tranquillamente assistere alle udienze e suggerire ai testimoni. La stessa cosa non viene permessa al rappresentante consolare italiano che è costretto ad aspettare fuori dall’aula. Perché? In ogni caso dopo un anno si arriva alla sentenza. Va detto che nessuna accusa mossa contro il sig. Gaetano Sparti è stata provata, tuttavia dopo tutto questo tempo in cui il sig. Gaetano è stato tenuto sequestrato non potevano certo lasciarlo libero con tante scuse, per cui viene condannato alla pena di tre mesi per negligenza. Da notare che la stessa pena è stata affibbiata a Max Goeldi, accusato però di esserci appropriato di oltre un milione di dollari. Perché?
L’appello – A questo punto il sig. Gaetano Sparti decide inizialmente di non fare appello e di scontare la pena di tre mesi. Il suo ragionamento è semplice: faccio tre mesi e torno a casa. Se invece faccio l’appello mi tengono qui ancora per un anno. Giusto si potrebbe pensare. Invece no. L’avvocato del sig. Sparti ci spiega che la Nalco potrebbe chiedere un risarcimento civile di diversi milioni di dollari e, in base alle leggi emiratine, fino a quando il sig. Sparti non avrà pagato dovrà rimanere in carcere. Insomma è in trappola. Per cui si decide di fare l’appello. Nota importante: tre giorni dopo la sentenza al sig. Gaetano Sparti viene comunicato per iscritto che non può lasciare il paese, cioè che il suo nome è stato iscritto in quella famosa black list dove prima non c’era e che era il motivo per cui noi chiedevamo una copia del passaporto alla Farnesina e che la stessa Farnesina si è sempre inspiegabilmente rifiutata di fare. Perché?
I perché di tutta la storia – Difficile spiegare in poche righe tutti i perché di questa squallida storia che vede coinvolto un nostro connazionale. Per questo motivo abbiamo deciso di preparare il dossier. Tuttavia qualche anticipazione la vogliamo dare, giusto per non lasciare chi legge a bocca asciutta. Innanzi tutto chi è la Nalco? La Nalco è una multinazionale americana con sedi in tutto il mondo e quotata in borsa che produce e commercializza prodotti legati al settore petrolifero e a quello della purificazione delle acque. In effetti le attività e le connessioni della Nalco sono molte di più, ma come detto ne parleremo nel dossier. Giusto per dare una piccola anticipazione vi rimandiamo a questo articolo che riguarda la marea nera del Golfo del Messico e vi raccontiamo un piccolo retroscena che riguarda la BP, la Nalco e, udite udite, la Goldman Sachs e che dovrebbe rendere l’idea della potenza di questa multinazionale. Dovete sapere che la Goldman Sachs era azionista, assieme ad un cartello di altri 6 owners della Federal Reserve (la Banca USA che governa il dollaro), della BP. Poco prima che avvenisse il disastro (guarda caso) la Goldman Sachs vende quasi tutte le proprie azioni della BP (4,68 milioni su 6) per un controvalore di 276 milioni di dollari. Va bene direte voi, nulla di strano. Ma sapete cosa ci fa con quei soldi la Goldman Sachs? Li investe tutti sulla Nalco che, guarda caso, poche settimane dopo incassa milioni di dollari con il suo prodotto denominato “Corexit” che viene usato (sbagliando) per ripulire i danni provocati dalla BP nel Golfo del Messico. Preveggenza? Ne dubitiamo. Vi abbiamo raccontato questo piccolo episodio (uno dei tanti) solo per farvi capire quanti interessi ci siano dietro alla Nalco, interessi che (direttamente o attraverso consociate) coinvolgono anche diverse “personalità italiane” di altissimo livello. Come si poteva pretendere obbiettivamente che qualcuno intervenisse a favore del sig. Gaetano Sparti quando dall’altra parte c’è la Nalco, la Goldman Sachs, l’emiro di Dubai, un sistema per aggirare gli embargo che fa guadagnare milioni di dollari a un sacco di gente tra i quali “altissimi personaggi italiani”? Capite adesso tutti quei perché che abbiamo evidenziato? Capite perché nonostante le promesse fatte, al sig. Gaetano Sparti non è stato permesso nemmeno di accedere al fondo di sostegno del Consolato Generale di Dubai, nonostante questo avvenga per qualsiasi cittadino italiano che si trovi in difficoltà all’estero? Lo hanno semplicemente e deliberatamente isolato e sequestrato con l’obbiettivo di non farlo rientrare in Italia. I motivi per questa scelta sono tanti e magari tutti validi se visti dalla parte di chi fa affari con questa combriccola. Solo che adesso il caso di gaetano Sparti diventa un caso internazionale e se qualcuno crede di poterlo lasciare a marcire a Dubai si sbaglia veramente di grosso. Da oggi tutti i nodi verranno al pettine. Poi vedremo quali teste cadranno per prime. Nel frattempo per chi volesse leggere altre cosucce interessanti su questa vicenda lo può fare seguendo questa discussione sul nostro forum (serve una semplice registrazione per poterla leggere).