Sono arrivati ieri in serata i risultati finali e ufficiali delle elezioni in Sudan. Come previsto Omar al-Bashir viene confermato alla presidenza del Sudan anche se non con quella maggioranza che era prevista dagli analisti. Al secondo posto si piazza il candidato del Sudan People’s Liberation Movement, Yasir Arman. In Sud Sudan plebiscito per Salva Kiir alla presidenza del Governo provvisorio del Sudan Meridionale (Goos).
Ma vediamo i dati ufficiali diffusi ieri sera da Khartoum:
le schede valide sono state complessivamente 10.114.310 I voti sono stati così suddivisi
- OMAR HASSAN AL-BASHIR (National Congress Party) 68.24%
- YASIR ARMAN (Sudan People’s Liberation Movement) 21.69%
- ABDALLAH DENG NHIAL (Popular Congress Party) 3.92%
- HATIM AL-SIR (Democratic Unionist Party) 1.93%
- SADEQ AL-MAHDI (Umma Party) 0.96%
- KAMAL IDRISS (Indipendente) 0.76%
- MAHMOUD JEHA (Indipendente) 0.71%
- MUBARAK AL-FADIL (Umma Reform and Renewal Party) 0.49%
- MUNIR SHEIKH EL-DIN JALLAB (New National Democratic Party) 0.40%
- ABDEL AZIZ KHALED (Sudanese National Alliance) 0.34%
- FATMA ABDEL MAHMOUD (Sudanese Socialist Democratic Union) 0.30%
- MOHAMED IBRAHIM NUGOD (COMMUNIST PARTY) 0.26%
Contemporaneamente alle elezioni nazionali si è votato anche per eleggere il Presidente del Governo provvisorio del Sudan Meridionale. Come detto è stato un vero e proprio plebiscito a favore di Salva Kiir
le schede valide in Sud Sudan sono state 2.813.830. I voti sono stati così suddivisi:
- SALVA KIIR (Sudan People’s Liberation Movement) 92.99%
- LAM AKOL (Sudan People’s Liberation Movement for Democratic Change) 7.01%
Ora, a parte i numeri e i brogli segnalati al nord dagli osservatori internazionali, si apre per il Sudan una nuova e delicatissima fase che dovrà portare al referendum per l’autodeterminazione del Sud Sudan che si terrà nel gennaio 2011. In questo periodo di tempo che intercorre tra le elezioni appena concluse e il referendum del gennaio 2011 saranno molte le questioni che Bashir e Kiir dovranno affrontare, a partire dalla definizione dei confini fino alla suddivisione delle risorse. I punti delicati sono sempre gli stessi: i Monti Nuba e la questione di Abyei. La comunità internazionale dovrà vigilare molto attentamente per evitare un conflitto armato che non è per niente remoto.
Intanto questi sono i dati ufficiali che confermano Bashir alla guida del Paese e danno al Presidente sudanese l’opportunità di essere “riconosciuto” a livello internazionale e quindi di contrastare il mandato di cattura emesso dal Tribunale Penale Internazionale contro di lui. Questo era il primo chiaro obbiettivo di Bashir. Quali siano i prossimi obbiettivi non è dato sapere ma temiamo che siano tutti indirizzati ad impedire la secessione del Sud Sudan. Speriamo di no perché il risultato sarebbe un conflitto devastante.
Secondo Protocollo