In un recente rapporto inviato da Secondo Protocollo all’Unione Europea, alle Nazioni Unite e alla Commissione per i Diritti Umani dell’ONU vengono descritte alcune gravissime violazioni dei Diritti Umani di cui si è macchiata ultimamente la Turchia.
In particolare si pone l’accento su alcune operazioni militari condotte dalla Turchia in territorio kurdo dove, secondo diverse testimonianze, diversi civili sarebbero stati usati dalle forze turche come scudi umani.
Secondo diversi testimoni la città kurda di Hakkari nelle ultime settimane si sarebbe trovata al centro di una vasta offensiva dell’esercito turco contro la resistenza kurda. L’esercito turco userebbe i civili come scudi umani facendoli camminare di fronte alle proprie forze in quei luoghi dove è più alta la possibilità di agguati, come le gole e i passaggi stretti tra le montagne. Le autorità di Hakkari hanno chiesto ad Ankara di fermare immediatamente le operazioni militari nella zona, senza tuttavia avere alcuna risposta.
Difficile anche la situazione nelle carceri dove alcuni attivisti per i Diritti Umani sono stati rinchiusi. Particolarmente difficile è la situazione nel carcere di tipo F (il più duro) di Buca Kiriklar a Izmir, dove si segnalano diversi detenuti torturati e condizioni al limite della sopportabilità. In questo carcere sono rinchiusi, oltre a diversi attivisti kurdi per i Diritti Umani, anche diversi ragazzi iraniani fuggiti dalla repressione del regime iraniano che avevano chiesto asilo politico e che, una volta inspiegabilmente rifiutato, sono in attesa di essere estradati verso Teheran dove, presumibilmente, gli attende una durissima e lunga pena detentiva e, in casi estremi, la pena di morte. Dal carcere di Buca Kiriklar ci arriva la notizia di un detenuto curdo, tale Mehmet Kilinc, che secondo diverse testimonianze sarebbe stato pestato a sangue dai secondini e ora si troverebbe in gravissime condizioni all’ospedale di Izmir.
Secondo Protocollo ha chiesto all’Unione Europea, alle Nazioni Unite e alla Commissione per i Diritti Umani dell’ONU di fare pressioni su Ankara affinché metta fine immediatamente ad ogni azione violenta, discriminatoria e razzista contro il popolo kurdo. Abbiamo altresi chiesto che l’esercito turco interrompa immediatamente qualsiasi azione che coinvolga i civili kurdi. In merito alle condizioni di detenzione degli attivisti per i Diritti Umani kurdi e dei rifugiati iraniani detenuti nella prigione di Buca Kiriklar a Izmir, abbiamo chiesto una ispezione urgente alla Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite affinché si accerti sia delle condizioni dei detenuti che della presenza di richiedenti asilo iraniani nelle prigioni turche.
Un fatto è certo, la Turchia che dice di voler entrare nell’Unione Europea e che critica ferocemente la politica di contenimento del terrorismo portata avanti da Israele, si macchia continuamente di orrendi crimini contro un popolo, quello kurdo, che chiede solamente il rispetto dei propri Diritti a partire dalla possibilità di parlare apertamente la propria lingua.