Il broblema del cyber-stalking, cioè le ripetute molestie via web, è molto più serio di quanto si pensi. Secondo Protocollo domenica scorsa ha attivato in maniera definitiva l’unità di protezione contro il cyber-stalking e il gruppo di controllo contro la violazione dei Diritti Umani sui social network. Ebbene, in appena due giorni sono state oltre 100 le denunce confermate nel settore cyber-stalking e oltre 30 quelle di violazione dei Diritti Umani nei social network.
E’ chiaro che il problema è molto più serio di quanto si pensi. Per fare chiarezza su cosa sia lo stalking via web (cyber-stalking) ricordiamo che sono considerati stalking tutti quegli atteggiamenti persecutori che inducono la vittima a cambiare le sue abitudini. Nel caso specifico di cyber-stalking prendiamo come esempio i possessori di blog. Sono considerati stalking quegli atti che inducono la vittima a cambiare le sue abitudini di pubblicazione come, per esempio, introdurre la moderazione nei commenti quando non c’era o semplicemente cambiare le proprie attività. Sono sconsiderati atti persecutori l’invio ossessivo di mail non desiderate, messaggi in chat non desiderati, messaggi diffamatori ripetuti e reiterati, presentarsi con una falsa identità allo scopo di intervenire e disturbare le normali attività effettuate via web dalla vittima, perseguitare una persona attraverso i mezzi della rete internet (blog, social network, forum, chat, email, ecc. ecc.) a tal punto da costringerla a rinunciare, anche solo in parte, ai benefici della rete.
Come improntare una prima linea di difesa contro il cyber-stalking? Innanzi tutto il persecutore va avvisato che non è persona gradita e quindi non sono graditi i suoi commenti sul blog della vittima, che non sono gradite le sue mail, i suoi interventi su chat, su forum o su altri blog che nominano la vittima. Una volta fatto questo, nel caso il persecutore continui imperterrito, è necessario individuare il suo indirizzo IP (internet protocol) che di solito, per quanto riguarda i possessori di blog, viene individuato nella gestione dei commenti o nel software che monitora il traffico del blog (il contatore visite). Nelle email viene invece individuato attraverso l’analisi dell’Header, cioè quella parte del messaggio nascosta che però è individuabile con poche e semplici procedure, generalmente usando la sequenza “file > proprietà > messaggio originale” oppure “corpo del messaggio” oppure ancora “visualizza > sorgente del messaggio”. In chat è visibile generalmente con appositi plugin, mentre nei forum è visibile agli amministratori. Va detto che molti indirizzi IP sono “dinamici”, cioè cambiano ad ogni nuova connessione quindi è possibile che lo stesso molestatore appaia con diversi IP. Tuttavia la polizia postale è in grado di coniugare a chi corrispondeva un determinato IP ad una determinata ora di un determinato giorno e quindi di rintracciare il molestatore. La polizia postale è in grado di risalire anche a indirizzi IP nascosti da server proxi. L’indirizzo IP è necessario per procedere con la denuncia alla polizia postale.
Attualmente la polizia postale, nel suo sito on line, non mette a disposizione un form per la denuncia di stalking, quindi va inoltrata a mano (in un commissariato) o attraverso la nostra associazione che provvederà a farla pervenire alla polizia postale una volta raccolte tutte le informazioni.
Se si ritiene di essere vittima di cyber-stalking è indispensabile non rinunciare a sporgere denuncia. In molti casi lo stalking via web è l’anticamera del vero e proprio stalking con approccio fisico e in ogni caso, vista la diffusione di internet, può diventare particolarmente tedioso nel momento in cui costringe le vittime a cambiare le loro abitudini, anche quelle di navigazione o frequentazione online. In pratica il cyber-stalking azzera la differenza che generalmente c’è tra la vita virtuale (quella in rete) e la vita reale, portando la vittima a veri e propri stati di ansia che ne possono compromettere la salute fisica e psicologica, anche in modo grave.
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