E’ curioso come in occidente le sinistre, i buonisti e finti pacifisti si riempiano la bocca con due parole: multiculturalismo e integrazione. E’ curioso perché di questi due “stati” non se ne vede traccia quasi da nessuna parte, fatte salve alcune rarissime eccezioni.
E la colpa non è certo da imputare a “noi occidentali”, specialmente quando si parla di integrazione del mondo islamico con quello occidentale. Il motivo è semplicissimo ed è noto sia negli ambienti politici che in quelli che si interessano di sicurezza:all’islamico non interessa affatto integrarsi, al contrario gli interessa assimilare. Attenzione a non fare confusione tra le due parole che all’apparenza possono sembrare abbastanza simili. Una persona che si vuole integrare prende spunto dalle usanze del popolo che lo ospita e le fa sue. Al contrario una persona che intende assimilare altre persone alla sua cultura, odia e rinnega le usanze del popolo che lo ospita e cerca di imporre le proprie. Ecco, l’islamico tipo non è interessato ad equipararsi alle usanze occidentali, ad integrarsi, al contrario è interessato a diffondere le proprie idee e usanze, a farle assimilare o addirittura imporle agli altri. Ricordate quando volevano far togliere i crocefissi dalle aule? Ecco, quello ne è l’esempio più eclatante. E c’erano milioni di persone che erano d’accordo nel nome della “integrazione” e del “multiculturalismo”. E’ stata scomodata persino la laicità dello Stato pur di dare ragione agli islamici.
Quando Mohammed Merah compì la strage di Tolosa, si pensava che almeno in Francia si iniziasse veramente a ragionare sul fallimento del multiculturalismo e della integrazione, che si iniziasse a pensare sul pericolo che comporta l’espansione islamica in Europa. Invece a parte che nei ristretti ambienti politici francesi e nei corridoi dei servizi di sicurezza, è stata una corsa a sminuire il fatto. Non è bastato nemmeno che Merah venisse vergognosamente glorificato dalla comunità islamica francese per scatenare un dibattito sull’effettivo fallimento del multiculturalismo e della integrazione. Anzi è stato un fiorire di messaggi antisemiti senza che nessuno muovesse un dito per contrastarli. Questo dimostra una debolezza occidentale nei confronti dell’Islam che fa davvero paura.
L’occidente guarda svogliato quello che sta facendo l’Islam nel mondo, quello che accade in Nigeria, in Egitto, in tanti altri Paesi del mondo e proprio di recente in Mali. I telegiornali e i giornali, senza alcuna eccezione, non dedicano spazio a queste notizie e nessuno osa alzare la voce contro l’Islam per paura di essere tacciato di razzismo. Stiamo allevando una serpe in seno e ce ne accorgeremo solo quando essa ci morderà.
Proprio ieri rileggevo le parole di Yusuf al-Qaradawi, non uno qualsiasi, ma il teologo più influente del mondo sunnita. Qaradawi ha detto che “ogni ebreo è nemico dell’islam” e quindi l’uccisione di un ebreo è ampiamente giustificata, anzi, addirittura auspicata. Beh, sappiate che nelle prossime settimane questo “signore” sarà proprio in Francia, ospite d’onore della UOIF, una delle più grandi federazioni di musulmani francesi. Nessuno si è opposto al suo ingresso in Francia. Come leggere una cosa del genere se non come una resa incondizionata dell’occidente all’islam più integralista, ammesso che ci sia un islam moderato.
So che le mie saranno per molti parole al vento e che probabilmente qualche scienziato pacifinto mi accuserà di razzismo, ma vorrei veramente che l’occidente aprisse gli occhi e che la smettesse di inseguire l’utopia della integrazione con il mondo islamico e quella del multiculturalismo. Non è semplicemente una cosa possibile. E siccome loro, gli islamici, non accettano e non accetteranno mai di essere “complementari” si arriverà a un punto in cui ebrei e cristiani saranno sulla stessa barca a fare da carne da macello per la voglia di sangue dell’islam, perché se per uno come Qaradawi gli ebrei sono nemici i cristiani non possono essere da meno. Non lo dice ancora per convenienza politica, ma sono certo che lo pensa. D’altra parte c’è già chi lo ha preceduto, Sheikh Abdul Aziz bin Abdullah, Gran muftì dell’Arabia saudita, che pochi giorni fa ha affermato che tutte le chiese esistenti nella Penisola araba devono essere distrutte. E guardate che questi non sono “pensieri isolati” di persone qualsiasi: questi due hanno un seguito di decine di milioni di musulmani. Cos’altro serve all’occidente per aprire gli occhi?
Franco Londei