Il Presidente americano è riuscito nel volgere di pochi mesi a distruggere decine e decine di anni di oculata politica estera americana. Ha consegnato l’Iraq agli sciiti filo-iraniani. Ha permesso alla Turchia di avvicinarsi pericolosamente a Teheran. Ha abbandonato al loro destino importanti alleati in Medio Oriente e in Nord Africa (Mubarak e Ben Alì) . Sta tergiversando con Gheddafi tanto da riconsegnarli un Paese ormai perso. Infine, fatto forse più importante, sta consegnando il Medio Oriente a Teheran.
Ma andiamo con ordine. La Turchia: ormai è chiaro, la permanenza di Ankara nel patto atlantico è solo un fatto di forma. Di fatto i turchi sono passati al nemico giurato della NATO e del mondo intero: l’Iran. Hanno concluso con Teheran importanti accordi di collaborazione militare e stanno facendo la stessa cosa con la Siria. Obama non ha mai detto niente salvo andare a pregare nella Grande Moschea Blu di Istanbul. Con l’Egitto non si è comportato meglio abbandonando l’amico Mubarak al suo destino e avvallando il golpe militare (perché di questo si tratta) nel nome di una democrazia del tutto fittizia, consegnando però il Paese nelle mani della Fratellanza Musulmana. Il primo risultato si è visto subito con il permesso a due navi da guerra iraniane di attraversare il Canale di Suez e di inoltrarsi nel Mediterraneo, cosa mai accaduta prima. Come aprire una barattolo di marmellata ad un ghiottone affamato. Ha abbandonato Ben Ali (ma qui almeno è in buona compagnia) permettendo l’instaurazione di un altro regime in Tunisia, regime però più vicino all’Islam integralista. Che dire poi di Gheddafi e della Libia? Qui ha fatto veramente (mi si passi il termine) il frocio con il culo degli altri. Ha sostenuto dal primo momento la rivolta libica dando l’impressione di voler aiutare gli insorti, magari non necessariamente con un intervento bellico, ma almeno con la fornitura di armi o con una no fly zone anche unilaterale, per poi tirare il culo indietro permettendo al Colonnello Gheddafi di contrattaccare e di riprendersi dai primi traumatici eventi. Infine il fatto più importante, quello relativo all’Iran. Da quando ha avuto il colpo di genio di offrire la “mano tesa” agli Ayatollah, questi hanno quasi raggiunto il traguardo nucleare, hanno messo le mani sull’Iraq, aiutano i talebani in Afghanistan, hanno praticamente conquistato il Libano, apriranno una base navale in Siria (nel cuore del Mediterraneo), fomentano almeno tre rivolte nei Paesi arabi e continuano impunemente a minacciare la cancellazione dello Stato di Israele.
Obama sarà anche bravo a fare affari con la FIAT (cosa che riesce bene anche a Gheddafi) ma è meglio che lasci il passo in politica estera perché se continua di questo passo ci ritroveremo gli islamisti a bussarci sotto casa con un bazooka in mano pronti a farci saltare in aria. L’incompetenza di Obama è talmente evidente che potrebbe essere cancellata solo da immediate e irreversibili dimissioni.
Mi meraviglia molto che gli americani, così bravi a criticare gli altri (italiani in primis), non notino l’estrema stupidità e ingenuità di questo giovanotto passato alla storia solo per essere il primo presidente afro-americano della storia degli USA e per il primo Premio Nobel dato alle intenzioni invece che ai fatti.
Obama sta consegnando il mondo agli islamisti e ai dittatori più feroci, altro che paladino della libertà e della pace. Sta portando il mondo sul baratro del conflitto globale e non riesce ancora a capirci niente di quello che sta avvenendo intono a lui. Possibile che nessuno in America, così ricca di critici, non glielo faccia notare?
Miriam Bolaffi