La Turchia sta preparando una offensiva militare in grande stile contro il PKK (Partîya Karkerén Kurdîstan) il partito dei lavoratori del Kurdistan, un gruppo politico armato e clandestino considerato “terrorista” da buona parte della comunità internazionale.
Ad annunciarlo è stato il capo dell’esercito turco, Generale Ilker Basbug, dopo l’uccisione da parte dei separatisti kurdi di cinque militari turchi in due separati attacchi che lo Stato Maggiore di Ankara attribuisce al PKK.
Gli agguati, avvenuti nella provincia orientale di Tunceli e nella provincia di Diyarbakir, oltre alla morte dei cinque militari hanno provocato anche il ferimento di una decina di soldati. Il Generale Basbug ha definito gli attacchi “vili atti di terrorismo” e ha detto che “i ribelli del PKK pagheranno duramente per questi atti”. Una forte concentrazione di truppe si sta registrando nel Kurdistan turco al confine con l’Iraq e l’Iran. Secondo fonti militari turche non è escluso che all’operazione partecipino anche forze armate iraniane nel tentativo di chiudere ogni via di fuga ai ribelli.
Il conflitto armato tra PKK e Turchia è iniziato nel 1984 quando il Partito dei lavoratori del Kurdistan avanzò pretese di una sostanziale autonomia e Ankara rispose con una prova di forza e una decisa stretta sulle libertà civili, stretta che prosegue tutt’ora nonostante lo scorso anno la Turchia abbia fatto qualche piccola concessione nel tentativo di minare il sostegno popolare al PKK. Da quando è iniziato il conflitto si stima che i morti siano circa 45.000.
Da notare come la Turchia ultimamente abbia più volte attaccato la politica di difesa dal terrorismo islamico di Israele. Nei fatti però Ankara si comporta molto peggio di Gerusalemme violando palesemente i Diritti Civili e Umani del popolo Kurdo e attuando una repressione militare che fino ad oggi ha provocato decine di migliaia di vittime tra i civili. Secondo diversi testimoni è abituale per l’esercito turco usare aerei per il bombardamento dei villaggi e ci sono testimonianze attendibili sull’uso di armi chimiche. Lo scorso anno la Turchia e l’Iran hanno firmato un controverso trattato di collaborazione militare che in teoria dovrebbe essere limitato solo al Kurdistan ma che nei fatti si spinge molto oltre.
Secondo Protocollo