Iran: pericolo per una nuova Chernobyl. Tecnici russi chiedono l’intervento del Cremlino

Secondo quanto ha riferito ieri il Daily Telegraph, i tecnici russi impegnati nella attivazione del reattore nucleare iraniano di Bushehr, hanno chiesto al Cremlino di intervenire direttamente sulle autorità iraniane perché rinviino di qualche mese l’attivazione del reattore nucleare. Il rischio, elevatissimo, è quello di provocare una nuova Chernobyl.

Da mesi i tecnici russi sono impegnati nell’attivazione del reattore nucleare della centrale di Bushehr in base agli accordi presi dal gruppo dei 5+1 con l’Agenzia Atomica Internazionale e con il regime iraniano. A dicembre sono iniziate le procedure di carico della barre di uranio che dovrebbero portare il reattore a iniziare la produzione di energia elettrica entro la prossima estate. Ma la distruzione dei sistemi informatici provocati dal virus informatico Stuxnet è stata devastante e tutte le misure di sicurezza sarebbero compromesse. “Il rischio di una nuova Chernobyl è elevatissimo” hanno avvisato i tecnici russi che di questo hanno reso partecipi anche le autorità del regime iraniano. Solo che gli iraniani vogliono andare comunque avanti nel “totale disprezzo delle vite umane” hanno detto ancora i tecnici russi. Per questo hanno chiesto al Cremlino di intervenire direttamente onde evitare una catastrofe nucleare di proporzioni enormi.

Il problema è politico. Il regime iraniano ha affermato più volte che i sistemi infettati dal virus Stuxnet sono stati “ripuliti” e che il programma nucleare va avanti senza rallentamenti. In effetti, da quello che si apprende dai tecnici russi, i sistemi sarebbero ancora infettati e in particolare i sistemi di sicurezza della centrale di Bushehr sarebbero del tutto inservibili.

Il virus Stuxnet, che secondo gli iraniani sarebbe stato creato nella centrale nucleare israeliana di Dimona, avrebbe infettato tutto il sistema nucleare iraniano e ne avrebbe di fatto rallentato di molti mesi lo sviluppo. Da mesi i tecnici iraniani affiancati da esperti informatici cinesi e pachistani starebbero cercando di eliminare il virus informatico senza tuttavia riuscirvi. I tecnici russi denunciano che nonostante i ripetuti avvisi e l’assoluta mancanza di ogni forma di sicurezza, il regime iraniano ha ordinato ai propri tecnici di non rinviare assolutamente l’inaugurazione del reattore di Bushehr. In un dispaccio inviato al Cremlino i tecnici russi affermano che “nonostante nessuno dei parametri di base di sicurezza sia attivo gli iraniani, per bocca del Ministro degli Esteri, Ali Akbar Salehi, che è anche a capo del programma nucleare, hanno detto che il programma andrà avanti comunque “dimostrando un totale disprezzo per le vite umane”.

Secondo quanto si apprende da fonti russe, nei prossimi giorni una delegazione di esperti si recherà a Teheran per verificare quanto detto dai tecnici russi incaricati di far partire la centrale di Bushehr e, nel caso fosse verificato che il pericolo è serio e reale, verrebbe immediatamente interrotto il caricamento del combustibile nucleare.

E’ uno smacco grandissimo per il regime iraniano. La tecnologia nucleare non può essere implementata senza essere dotati dei più elevati standard di sicurezza. Il virus Stuxnet ha dimostrato che l’Iran è lontanissima da questi standard ma che, nonostante questo e nel totale disprezzo della vita umana, vuole comunque proseguire nel suo programma nucleare anche a costo di provocare tragedie come quella di Chernobyl.

Sharon Levi