Secondo quanto si è appreso ieri sera, il Governo israeliano si appresterebbe a trasferire il controllo di alcun valichi con Gaza all’Autorità Nazionale Palestinese (ANP). Il provvedimento riguarda in particolare il valico di Kerem Shalom.
Secondo fonti giornalistiche israeliane nella notte di mercoledì vi sarebbe stato un incontro tra il Generale Eitan Dangot, coordinatore delle attività di governo nei territori, e Hussein al- Sheikh, ministro della ANP per gli affari umanitari. I due avrebbero deciso di istituire diverse squadre di controllo miste israelo-palestinese per favorire il passaggio graduale delle consegne dei valichi in oggetto. I due avrebbero poi deciso di costruire nuove e importanti infrastrutture proprio al valico di Kerem Shalom che diverrebbe il principale varco per gli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Secondo stime non ufficiali, nel giro di poco tempo gli attuali 100 camion che passano ogni giorno per il valico di Kerem Shalom diretti a Gaza dovrebbero diventare 250 (al giorno n.d.r.) da qui la necessità di ampliare le infrastrutture del valico.
Israele sta valutando anche la possibilità di aprire il valico di Karni per tre giorni alla settimana invece che per due. A Karni non possono passare i camion per ragioni di sicurezza, per cui i materiali (principalmente mangimi, grano e ghiaia) vengono trasferiti a Gaza attraverso un nastro trasportatore.
Per quanto riguarda il valico di Rafah Israele vorrebbe affidare il suo controllo ad una missione mista affidata alla EUBAM Rafah (European Union Border Assistance Mission presso il valico di Rafah ) esattamente com’era fino al 2007 quando Hamas cacciò gli osservatori europei con la forza. Anche in questo caso all’inizio gli osservatori europei verrebbero affiancati da militari dell’IDF.
La scorsa settimana diversi uomini politici europei hanno potuto visitare il valico di Kerem Shalom dove hanno constatato con i loro occhi la grande quantità di materiali che ogni giorno vengono introdotti a Gaza. Nonostante questo l’Unione Europea vorrebbe la riapertura ai camion del valico di Karni, giudicato uno snodo di fondamentale importanza. Questo è l’unico punto sul quale Israele non può cedere. Come detto prima a Karni ci sono dei nastri trasportatori a causa dell’estrema pericolosità del luogo. Il personale che lavora al valico è continuamente fatto bersaglio di tiri di cecchini e di mortaio. L’ultimo missile sparato da Gaza (Giovedì) è piombato sul valico proprio mentre veniva visitato dalla delegazione europea.
Quello su cui Israele preme maggiormente è che ai valichi, oltre alla presenza di militari palestinesi della ANP, ci siano anche osservatori internazionali al fine di controllare che non passino materiali proibiti e che da Gaza non si introducano in Israele terroristi di Hamas. Per il resto nei prossimi giorni le merci che entreranno a Gaza quotidianamente aumenteranno notevolmente nonostante siano già più che sufficienti e quindi Israele mantiene fede alle promesse fatte alla Comunità Internazionale.
Il problema ora saranno, come sempre, i pacifinti. E’ molto improbabile, infatti, che la cosa vada bene a questi personaggi molto ambigui. La mossa di Israele tende infatti a isolare completamente Hamas e a togliergli gli incassi che provengono dal taglieggiamento delle merci di contrabbando che entrano a Gaza attraverso il sistema di tunnel lungo il confine con l’Egitto. Questo fatto farà parecchio incavolare tutti quei gruppi di pacifinti e “organizzazioni umanitarie” che fino ad oggi hanno sostenuto la causa di Hamas piuttosto che la causa palestinese. Cosa ne sarà adesso di loro e delle loro flottilla? Cosa si inventeranno adesso?
Noemi Cabitza